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-Lasciami portare qualcosa! - disse Talìa riferendosi ai sacchetti di carta che lui stringeva sotto il braccio e con una mano. La mano destra invece era intrecciata a quella di lei, mentre camminavano verso il piccolo appartamento.
-Ce la faccio. Sono soli pochi isolati, piccola.-
-Ma voglio darti lo stesso una mano. Passami quel sacchetto, forza...-
-Non ci penso nemmeno. Non farò portare alla mia donna la spesa. - brontoló lui con fronte aggrottata e un sorriso di scherno.
-Sono abbastanza forte da poterla portare da solo.-
Era inconcepibile per lui farle portare la spesa, tanto meno pagarla. Talìa era stata tentata svariate volte di sequestrargli il portafoglio, ma si era subito pentita, ammonita dalle occhiatacce di lui.
-Andiamo, Xander. Le persone ci guardano male, pensano che tu mi si asservito... -
-Ti interessa molto ciò che pensa la gente, piccola.-
-No, è solo che... -
Alexander si fermó in mezzo al marciapiede, attirandola verso di sé con il braccio libero. Piegò la testa di lato osservando con dolcezza e un sorriso genuino sulle labbra.
-Solo che?! Cosa, tesoro? -
Le carezzó lievemente la guancia, sfiorando con le dita le labbra piene e socchiuse.
-Non sono asservito a te, semplicemente ti amo. Per ogni uomo innamorato è inconcepibile far portare la spesa alla propria ragazza.. -
-Sono solo due sacchetti... -
-Anche se fosse stato uno, non te l'avrei permesso lo stesso. Smettila con quel broncio e dammi un bacio. -
Lei scosse la testa, rifiutandosi di guardarlo, abbassando lo sguardo sul marciapiede. Il freddo cemento sembrava attirare pienamente la sua attenzione come un'opera d'arte.
-Amore, sto aspettando... - le sussurrò lui avvicinandosi al suo orecchio per provocarla. Talìa scosse la testa con decisione, nascondendo a stento un sorriso stringendo le labbra.
-Ah, è così?! Non vuoi farlo? Bene... Vuol dire che dopo ne ruberò quanti ne voglio. -
Ridacchió afferrando la sua mano e prendendo a camminare con passo spedito verso casa.
-Ti sei fermato parecchio in quel reparto... -
Alexander sollevó le sopracciglia con espressione maliziosa, passando fra i passanti, ed evitando di scontrarsi con una signora e il suo cane.
-Beh, - rispose, - ho discusso con il commesso su quale vino optare... -
-A cosa ti serve il vino? Devi sedurre qualcuno?!-
Alexander non rispose, aumentando il passo percorrendo quasi di fretta i pochi metri che li separavano da casa.
Era stato indeciso. Sempre. Ma ora sapeva cosa voleva.
Si. Voleva la sua donna, nuda fra le lenzuola, le fragole con cioccolato e un calice di spumante rosato fra le mani, comprati nel reparto del market, probabilmente che avrebbero avuto un brutto sapore per il poco prezzo a cui li aveva avuti, ma che sarebbe migliorato quando avrebbe assaggiato la pelle di lei. Non riusciva a smettere di pensare alle sue labbra umide, al sapore che avrebbero avuto dopo aver bevuto lo spumante...
L'alcool l'avrebbe disinibita e lei si sarebbe lasciata andare fra le sue braccia, priva di pensieri e di negatività.
Le fragole che avrebbero mangiato bocca a bocca, accompagnando ogni frutto con in bacio bramoso...
Aspettó pazientemente a pochi passi dall'entrata che Talìa aprisse la porta. Un fascio di luce colpì il suo viso e lui si riscosse. Quella mattina era più bella del solito. Portava i capelli lunghi sciolti, senza piega; il viso struccato, ma con le guance rosa, che la rendevano dolce come una bambina; un enorme t-shirt che le cadeva scoprendo una spalla e un paio di leggings che fasciavano perfettamente il suo fondo schiena. Era stato tentato di bloccarla a letto per altre ore, ma in casa c'era poco e niente e la sua donna moriva letteralmente di fame. Il suo stomaco infatti aveva iniziato a brontolare poco dopo il loro risveglio .
E lui era stato costretto e indossare i vestiti ed ad accompagnarla nel market vicino casa. La scusa perfetta per osservarla. Non si rendeva conto degli sguardi che suscitava: così bella, cosi solare.
Poi aveva avuto l'idea della serata perfetta, mentre lei parlava con i suoi genitori. Era sparita dietro l'angolo mentre lui la seguiva con l'udito e nel frattempo comprava ciò che gli serviva per conquistarla.
Si era detto che ogni donna doveva almeno avere una serata così: dove poteva rilassarsi ed essere sopraffatta dal piacere del suo compagno.
Aveva una gran voglia di lei.
-Ieri, non abbiamo parlato.. - disse lei entrando in casa, sollevando lo sguardo dalla spesa che aveva lasciato sul bancone della cucina.
-Non mi hai detto ciò che ti turbava ieri. Voglio dire che non ho dimenticato e che se mai vorrai parlarne io sono... -
Alexander le si avvicinó a grandi passi, colmó la loro distanza in pochi secondi. Afferrandole il viso con entrambe le mani e baciandola feroce.
Aveva tenuto duro, non gli aveva chiesto nulla, ma si capiva che motiva dalla voglia di sapere...
Di sapere ciò che lui provava, di ciò che pensava, di ciò che lo turbava. Una prova inconfutabile dell'amore che lo legava a lui.
Con una leggera spinta la sollevó sul bancone, mentre lei si scostava dal bacio sussultando.
-Dio, quanto ti amo! -
-Non quanto me.. -
Lui le sorrise, avvicinando le labbra alle sue.
-Non penso proprio,amore mio. Ho voglia di portarti a letto e di dimostrarti quanto... -
Alexander si aspettava un rifiuto... Ma con suo grande stupore, lei incronció le braccia intorno alla sua testa, inarcando la schiena verso il suo petto.
-Cosa stai aspettando?! -
Al diavolo le fragole, aveva qualcosa di molto più dolce da gustare.



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