-Non puoi aiutarla!-
Talìa ignoró completamente l'uomo, inginocchinadosi con urgenza davanti a Clarisse. Lo squarcio sulla gola pulsava sangue a ritmo del cuore ed era letale persino per un immortale. Clarisse aveva lo sguardo quasi vitreo, mentre la guancia sinistra e i capelli si erano sporcati di rosso.
-Mamma! Presto! - urló premendo le mani sulla ferita alla base della gola. La zia la fissava in silenzio con viso e labbra pallide, le tremavano un poco mentre il suo corpo lentamente si stava lasciando andare.
-Mi serve dell'alcol, qualsiasi cosa... Vino o... Presto mamma! E del miele! -
Guardó negli occhi la zia che uno certo sforzo le sorrise.
Lisa l'affiancó porgendole la bottiglia di champagne rosé che aveva comprato giorni prima Xander e chee avevano appena accennato a bere.
-Farà un po' male... - tenendo la ferita aperta, Talìa verso al suo interno il vino per fermare l'emorragia.
Clarisse, aprì le labbra in un urlo muto. Il corpo scosso da spasmi violenti. - Ssshhh lo so, lo so. Perdonami, è tutto finito, ora. Mamma, il miele e mi serve qualcosa per tenere chiusa la ferita, un pezzo di stoffa o ago e filo... -
Clarisse strinse i denti mentre la nipote si lavava con urgenza le mani e si accingeva a ricucire la ferita. In quel modo l'immortale era salvo, la ferita si sarebbe richiusa lentamente, ma almeno non sarebbe morta. Chiuse gli occhi quando l'ago gli penetró la carne. Il dolore era insopportabile e pregó vivamente di svenire.Talìa applicó l'ultimo punto con dita tremanti, dalla ferita non scorreva più sangue, il che era un buon segnale. La zia aveva chiuso gli occhi dopo il secondo punto di sutura ed era stato un bene: Talìa non sopportava di vederla soffrire.
La ragazza, sospirando, applicó velocemente il miele, sul bordo frastagliato della ferita. Cercó di essere più delicata possibile.
Si alzó con gambe tremanti, mentre Lisa si accingeva a controllare il respiro di Clarisse.
-Perché l'hai fatto? -chiese verso Ortros. L'uomo era rimasto in disparte con le unghie nere coperte dal sangue della sua stessa sorella.
-Lei non vuole che guarisca. Nessuno di loro vuole che io diventi come prima! -
Lo sguardó adirato si trasformó velocemente quando puntò gli occhi verso la sorella accasciata al suolo.
-Ce la farà? -
-Si. -rispose Lisa, accanto alla cognata svenuta.-Non volevo questo...Ma non mi avete lasciato scelta.-
-Ti sbagli! C'è sempre un'altra scelta!-
Per un momento sul suo viso scarno passo un'espressione di risentimento, sembrava perso e deluso. Per un momento, Talìa credette che ci fosse più del mostro nel suo corpo.
-Sai bene che i tuoi fratelli non volevano tutto ciò. Avrebbero potuto aiutarti se glielo avessi permesso.- disse Lisa, inginocchiata accanto alla cognata. -Non è colpa loro. E Talìa non potrà mai aiutarti...-
La testa di Ortros scattò in alto mostrando le vene del collo, poi la piegò di lato. E come se qualcosa lo avesse d'un tratto impossessato, i suoi occhi diventarono due pozzi neri pieni di ira.
Le sue mani scattarono veloci verso Talìa, compiendo pochi passi la strinse in una morsa ferrea.
Talìa riusciva a stento a deglutire, la gola serrata dai suoi atigli conficcati nella pelle.
-Ortros. Fermati!Non farle del male!-
Lui scoppiò a ridere, rivolgendo lo sguardo verso la porta. -Perchè non vieni fuori, fratellino? Perchè non partecipi alla nostra riunione di famiglia?- la sua risata roca giunse da vicino a Talìa che rabbrividì disgustata e impaurita. Tremante non riusciva a stare in piedi, una grossa macchia sulla maglietta le suggeriva che la ferita al fianco si era riaperta.
Tom entrò a passi sicuri nell'appartamento, suscitando altre risa isteriche da parte di Ortros. -Pensavo a quando ci avresti finalmente fatto visita, Tom.-
-Ortros.-gli occhi scuri di Tom si rivolsero verso la moglie accanto al corpo svenuto della sorella e il viso pallido e impietrito di Clarisse.
-Che cosa stai facendo?- chiese, compiendo un passo in avanti. Se fosse riuscito ad avvicinarsi abbastanza da liberare la figlia dalle sue grinfie, abbastanza per prendere il suo posto...
-Questo è ciò che sei diventato? Uccidere persone non fa parte di noi, Ortros. Noi le proteggiamo...-
-Ecco che inizia un'altra filippica. E resta dove sei, non ti devi muovere. Se non vuoi che stacchi la testa alla tua preziosa figliola.- ringhiò in risposta.
-Papà.- sussurrò con le lacrima agli occhi, osservando Tom indietreggiare e alzare le mani di fronte a sè, quasi in segno di resa.
-Molto meglio...-Ribattè, Ortros quando il fratello si stanziò dall'altro capo della stanza.
-Che cosa hai intenzione di fare? Uccidere la mia famiglia...-
-Qui ti sbagli. Non voglio uccidere nessuno, ho abbandonato anni fa il desiderio di essere molto di più per gli umani! Voglio solo tornare come prima!-
-Ortros...libera Talìa. Ne parleremo con calma. Ma lascia la mia famiglia...Loro non possono aiutarti. Io sì. Lascia che ti aiuti...-
-Perchè dovrei? Per essere nuovamente abbandonato, Tom?- la sua mano si strinse affondando quasi nella trachea della ragazza. Dalle sue labbra scappò un gemito, mentre sussultava per il dolore, sull collo presero a scorrere rivoli di sangue scarlatto.
-Ortros! No!- la finestra esplose alle loro spalle, investendoli di schegge di vetro e legno. Talìa si ritrovò a terra; il corpo riverso sulle schegge e con il viso sul pavimento a pochi centimetri dalle suole elle scarpe di un'altro essere. Xander si chinò su di lei, sollevandola con dolcezza. Le sue labbra si separarono, ma da esse non uscì nient'altro che un vuoto sospiro.

STAI LEGGENDO
His Soul Mate
WerewolfTalìa. Una giovane ragazza si ritrova a tornare a casa dopo anni. Per lei sembra tutto uguale. Eppure non capisce che qualcosa di diverso sta spaventando la valle con incidenti sempre più frequenti. Talìa si ritroverà a fare da spola tra il negozio...