11.

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-Xander! - Max lo raggiunse correndo sul marciapiede

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-Xander! - Max lo raggiunse correndo sul marciapiede. Alex camminava veloce completamente arrabbiato, le cose non erano andate secondo i piani. Gli anziani si erano rifiutati di accettare un aiuto esterno alla minaccia che incombeva su di loro. Preferivano morire anziché chiedere aiuto. Sospirò pesantemente voltandosi verso il fratello.
-Siamo da soli.-disse solamente. Max sbarró gli occhi completamente sconvolto.
-Cosa?Stai dicendo sul serio? Non chiameranno aiuto? -
-No. Non chiameranno nessuno. A quanto pare attacchi di questo genere sono successi solo qui, in questa Valle. Non sono sicuri che ci sia un'organizzazione dietro. Non sono sicuri che ci serva aiuto. -
-Ma... Ma, McPhiel e Simon Jackson, loro sono stati attaccati. Sono testimoni! -si scaldó Max, gesticolando furiosamente. Il viso contratto in una smorfia di rabbia e incredulità.
Alexander scosse la testa, stringendo nelle spalle. Sollevò lo sguardo verso la piazza. A pochi metri dal panificio... All'angolo dal negozio... A pochi metri da Talìa. Desiderava raggiungerla, desiderava stare con lei.
-Cosa hai intenzione di fare, fratello? -
Rivolse lo sguardo verso Max, con una smorfia. Non sapeva cosa fare. Non sapeva come rivolvere la situazione, sapeva solo che..
-Ormai siamo da soli. In pochi crederanno a tutto ciò.. Dobbiamo solo aspettare la loro prossima mossa. Dopodiché contraccambieremo.- disse. Afferrò le chiavi della moto, facendo un piccolo cenno di saluto al fratello.
-Dove stai andando? -
Alexander sorrise, infilandosi il casco... Sollevò la visiera, erano quasi le sette. Il negozio avrebbe chiuso da un momento all'altro e lui, beh, voleva approfittare. Approfittare per rimanere da solo con Talìa e magari invitarla a cena. Si! Si disse, una cena e poi... Poi...
Meglio non montarsi la testa e non correre troppo. Avrebbe potuto rifiutare, o accettare...
-Vado dalla mia donna. - rispose, mettendo in moto e partendo.Lasciando il fratello minore inebetito sul marciapiede, con espressione confusa. In pochi minuti si ritrovò davanti alla vetrina del negozietto. All'interno non si vedeva molto, se non qualche scaffale. Le luci erano ancora accese ed era certo che la leggera risata che aveva udito fosse la sua. Nervosamente si tolse il casco, passando le dita fra i capelli. Sarebbe stata felice di vederlo lì? Oppure sarebbe stato... Troppo?
Magari le aveva lasciato poco tempo per elaborare il tutto. Magari... Oppure.. E se invece..
Smise di pensare nel momento esatto in cui la porticina si aprì e nella leggere brezza si espanse il suo dolce profumo. Sul volto di Alexander si apri spontaneamente un sorriso. Era impossibile non sorriderle, era impossibile non guardarla. Impacciata e intimidita.
-Cosa ci fai qui? Pensavo avessi una riunione.. - Talìa gli si avvicinò a piccoli passi.
-Ho appena finito, in realtà.- si spostò, chinandosi a pochi centimetri dal suo viso. - Mi mancavi. Ma sembra che la cosa non sia reciproca... - disse storcendo il viso in una smorfia. Di tutta risposta Talìa sollevò le braccia ingabbiandolo in un abbraccio, le sue dita si strinsero sul collo di Alexander accarezzandogli i capelli.
-No in effetti non mi sei mancato.. È solo un'impressione. - mormorò con gli occhi fissi sui suoi e un sorriso malizioso a sfiorarle le labbra.
Alexander la baciò. Dimenticando persino il suo nome.
-Volevo portarti a cena fuori. Ma sembra che quando io ti veda perda totalmente la ragione. -
Talìa rise, scuotendo la testa.
-Torniamo a casa. Mangeremo lì.-
Fissò Alexander porgere il casco, con un enorme sorriso.
-Stai scherzando vero? Non salirò mai su quella trappola infernale... -
-Beh, bambolina, mi sa che non hai molta scelta. - le sussurró a pochi centimetri dal suo viso.
Talìa sbuffo, afferrando il casco.
-Su questo hai poca ragione, ragazzone.- lo seguì mettendosi alle sue spalle, a cavalcioni sul sellino. - Si ha sempre una scelta. - con le braccia si strinse attorno alla sua vita. Prima che lui mettesse in moto con una risata.

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