25.

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Lisa Walker, camminava per la prima volta a testa alta. Con i libri stretti contro il petto e lo zaino in spalla, si muoveva nel corridoio con quella sicurezza che aveva appena acquistato. Le lezioni erano appena finite, la campanella era suonata da poco ma il corridoio era già quasi vuoto. Si fermò davanti all'armadietto, posando i libri e lo zaino per infilare il cappotto, prima che una figura le arrivasse alle spalle.

-Mi scusi, sa per caso la strada per arrivare in Paradiso?- Le chiese una voce che conosceva fin troppo bene, in tono giocoso. Si voltò verso di lui con un sorriso a malapena nascosto. -Perchè lo chiede a me?-

-Pensavo, visto che lei è un angelo, avrebbe saputo indicarmi la strada per le vie celesti...- rispose lui, sorridendo di rimando. Allungò un braccio sopra la testa di lei, poggiandosi agli armadietti alle sue spalle. Lisa ridacchiò. -Non ho l'aureola, però...-

Tom James chinò lo sguardo sulle labbra rosee di lei. E con molta lentezza, si avvicinò per baciarla. -Sei pronta ad andare?- Lisa annuì mentre lui le avvolgeva le spalle con il braccio. Erano appena usciti nel parcheggio, quando lei gli fece l'unica domanda in grado di sconvolgerlo. -Hanno trovato Ortros?-




Talìa sollevò lo sguardo verso la madre. -Quindi...è lui? Tutti questi incidenti, quello che è successo a me è opera sua?-

-Tuo padre non è sicuro. Ma quando decidemmo di partire, tu non lo ricordi, ma si erano verificati episodi molto simili. E tu eri stata ferita...-

-Non ricordo nulla di tutto ciò..- ribattè lei, aggrottando le ciglia. -Perchè dovrebbe fare una cosa del genere? Cioè sono sua nipote, alla fine.-

-Ortros è sempre stato geloso di tuo padre. Non riusciva a convincersi che il potere che la Valle aveva concesso loro era per aiutare e non per sopraffarci e ucciderci. Tuo padre e la zia Clarisse hanno imparato a gestire quella furia, ad incanalarla per fare del bene, non per distruggere. Tuo zio...non c'è riuscito, per lui la furia era potere. -

-Mamma che cosa è successo?-

-Ha avuto un grosso litigio con tuo padre, per me. Devo tornare un po' indietro a raccontarti.-



Quel pomeriggio tutto si era bloccato per via di quel scricciolo di donna. Si chiamava Lisa ed era una delle ragazze più intelligenti del liceo. Tom l'aveva intravista qualche volta per i corridoi della scuola, nascondendosi dietro le ciocche castane, a testa bassa camminava sempre vicino agli armadietti, per non farsi notare. Era una ragazzina piccola e graziosa, con occhi grandi e caldi e il viso liscio che arrossiva ogni qualvolta si accorgeva che qualcuno la osservava. Per fortuna non si era accorta delle occhiate di Tom.

E adesso era lì. Ferma davanti a lui, con gli occhi sgranati i capelli scompigliati e le labbra pallide. Anche se il suo cuore batteva a ritmo lento, Tom si accorse della sua grande paura. -Le tue ferite...- mormorò. Le ferite lungo l'occhio e la mascella si erano rimarginate e il sangue che macchiava la pelle si era asciugato e rimaneva solo la macchia color ruggine.

-Non lo devi dire a nessuno.- 

Lisa scosse la testa. -Come puoi fidarti di lei? Ci farà scoprire! Dobbiamo ucciderla!- Ortros alle sue spalle cercò di tirarsi su a sedere. Gli occhi maligni puntati contro Lisa.

-Non...lo dirò a nessuno.- sussurrò. Credette per un momento che nessuno l'avesse sentita, ma Tom si voltò verso di lei e con gentilezza le porse la mano.

-Lo so...-

-Come fai a saperlo? Chi ti dice che questa lurida put...-

-Sta' attento a come parli!- Tom gli si accostò ad un millimetro dal suo viso, lo sguardo fermo e deciso , mentre lo tirava su dal colletto della maglietta logora.

-Non ti azzardare mai più a rivolgerle la parola, se non vuoi morire, caro fratello!-










His Soul MateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora