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Era da pochi giorni che lavorava nel negozio, con ritmo lento. La sua vita sembrava leggera e perfetta. La casa dei suoi genitori era lì vicino, poteva tranquillamente camminare a piedi per raggiungere la piccola bottega. Era così la sua routine: si alzava, si cambiava, andava dritta dal panettiere per uno dei suoi squisiti muffin e poi a lavoro. La zia aveva preso sul serio il suo ruolo d'apprendista, tanto da lasciarle in custodia i suoi vecchi libri. Durante il giorno si divertiva a leggere alcune pagine. Le persone che entravano per acquistare e per consigli erano poche. Passava quasi tutto il suo tempo ad ordinare gli scaffali. La zia usciva molte volte per assistenza a domicilio molte volte la portava con sé a fare visita agli anziani che richiedevano creme e olii. In quel paesino piccolo di montagna, dove i medici e i loro farmaci non erano ancora arrivati a rovinare l'armonia fra la natura, le erbe e gli uomini.
Non passava inosservato però che la valle fosse quasi del tutto disseminata da incidenti, in molti dei quali venivano coinvolti ragazzi. Le sembrava strano, che la zia uscisse portando con se le parecchie erbe e il proprio bagaglio di tecniche ed esperienze da curatrice. Il giorno era un susseguirsi di chiamate e corse, ma non poteva biasimarla. Quel lavoro era la sua vita e avrebbe fatto di tutto per aiutare il prossimo. Fu qualche giorno dopo che ricevette una sua chiamata allarmante.
Il suo tono di voce era chiaro, ma non tranquillo. Doveva raggiungerla e portare con se alcune erbe. Prese tutto con molta attenzione. Fu quando si mise alla guida della sua auto che realizzó quanto veramente fosse agitata. C'era qualcosa che non andava, anche se la zia le aveva assicurato che il ragazzo si era infortunato con una caduta, sembrava quasi che non fosse un caso. Ma che questo incidente fosse collegato in qualche modo agli altri.
Arrivata a destinazione, in una piccola casa della valle, la zia le strappò quasi di mano la borsa. Era agitata, irrequieta. L'aveva attesa sotto il porticato, con chiaro segno di agitazione. Talìa la seguì attraverso il corridoio e poi dentro una camera da letto. Il ragazzino biondo era tremendamente pallido, sudato disteso sul letto a braccia aperte. I capelli chiari appiccicati sulla fronte, il respiro lieve, seguito da lamenti incomprensibili. Stava in una posa alquanto dolorosa. Ai piedi del letto due ragazzi e una coppia di coniugi. La sua gamba avvolta in una pezza sporca fu scoperta e quasi non le venne un colpo. Dal ginocchio in giù uno strappo profondo aveva lacerato la carne, che continuava a sanguinare. Trattenne il respiro. La pelle era completamente strappata, tagliata e sanguinolenta, tanto da mostrare l'osso. Deglutì a fatica, osservando la zia mettersi a lavoro e cospargere la ferita di una polvere bianca.
-Talìa, mi serve il tuo aiuto. Svelta! - la ragazza annuì mentre le chiedeva di andare in cucina a prendere un coltello e una candela.
-Devi tritare queste erbe, fa presto.. -
Il tutto seguì con velocità, la ferita del ragazzo fu cauterizzata con la lama del coltello riscaldata al lume della candela e poi fu il turno delle erbe. Il ragazzo urlò e si dimenò in cerca di aiuto. Il suo volto pallido mostrava una chiara smorfia di dolore. Talìa non resistette. Uscì di corsa dalla stanza, con passo malfermo. Il ragazzo urlava e si dimenava e lei non riusciva a stare lì a guardare immobile. Un profondo dolore all'addome la fece sussultare e piegare in due. Si avvicinó ad un aiuola e rigettó tutto il contenuto del suo stomaco. 

His Soul MateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora