i've been holding back for the fear that you might change you mind.

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Jungkook entró all'atelier senza alcuna particolare preoccupazione. Aveva pensato un po' ai suoi genitori durante il viaggio verso il lavoro e certamente ogni volta che i suoi pensieri si rivolgevano a quell'argomento, Jungkook sentiva come se qualcosa in lui si fosse staccato e fosse perduto per sempre. Di conseguenza, aveva anche chiamato la madre, visto che entrambi gli mancavano fin troppo e per fortuna anche il padre era a casa al momento della chiamata. Gli dissero le solite cose che gli dicevano sempre e il moro cercó di ascoltare per coglierne ogni singolo particolare, ogni minima sfumatura, come se fosse stata la prima volta che sentiva quelle parole. Come di consueto, gli chiesero come procedesse il lavoro con il suo capo e il ragazzo rispose che andava tutto bene, senza entrare troppo nel dettagli. Sicuramente, non poteva rivelare nulla sulla sessualità di Taehyung, sopratutto ai suoi che gli avrebbero fatto una testa come un pallone sul rispetto reciproco e discorsi del genere. Certo, quella era una motivazione tra le tante che giustificavano la scelta del ragazzo. Non voleva che la voce si spargesse, i suoi genitori avrebbero potuto farselo scappare facilmente; per evitare che loro si facciano strane idee come se l'erano fatte Jimin e Youngjae sul suo rapporto con Taehyung; per una questione di correttezza e, anche se non riusciva ad ammetterlo, era una di quelle cose che Jungkook avrebbe preferito tenere gelosamente per sé, forse affinché tra lui e Taehyung continuasse ad esserci ancora quell'intima complicità.
I suoi genitori gli richiesero poi se avesse o meno una relazione con una ragazza. Jungkook si irrigidì come al solito, tipo i ragazzini quando gli si chiede della fidanzatina a natale, e poi realizzó che ai suoi genitori importava di come stesse lui e solo lui. Gli avevano sempre detto, esattamente come l'ultima volta che si erano visti, che tutto quello che avesse fatto non contava se lo rendeva felice. Questo comprendeva il fatto di accettare qualsiasi tipo di rapporto con qualsiasi persona purché non gli facesse del male. Più volte si erano raccomandanti di non preoccuparsi se dovesse trovare delle "complicazioni" o, come dicevano loro prendendosi gioco della sua paura di volare, delle "turbolenze" durante tutta la sua vita, poiché erano proprio quelle che insegnavano quel complicato gioco di giorno in giorno. Dopo questa conversazione, Jungkook ebbe il coraggio di chiedere ai suoi quando sarebbero dovuti partire per la Russia ed essi gli confessarono che la partenza era stata anticipata d'urgenza di un mese. Dunque, in un mesetto avrebbero dovuto già cominciare a lavorare a Mosca, nella sede russa della loro azienda. A quel punto Jungkook sentí un'ancora pesargli sullo stomaco e, ormai arrivato all'atelier, dovette concludere tristemente la telefonata.

Appena solcó la porta dell'atelier con un passo, indugió per innumerevoli secondi prima di rendersi conto che al grande tavolo centrale di legno chiaro sedeva un ragazzo con una fascia rossa e verde, la quale gli cingeva i capelli biondicci scuri. Jungkook ricominció a camminare con un po' meno convinzione, chiedendosi se potesse disturbarlo o meno mentre faceva il suo lavoro. Seduto sulla sedia, anch'essa di legno tinto di beige, c'era infatti Taehyung concentrato a disegnare su un tablet con lo stilo bianco che il moro aveva già visto in precedenza. Gli scrutò il profilo e gli occhi attenti sullo schermo mentre tracciava linee decise sul vetro del l'apparecchio. Sembrava un idiota impalato lí a guardarlo, ma la bellezza così pura e perfetta di quel ragazzo lo incantava ogni singola volta che il suo sguardo vi si poggiava. Aveva un profilo oggettivamente e scientificamente ideale, fedelmente riportato da delle misurazioni che aveva notato su una delle sue riviste. Taehyung era difatti considerato come uno tra i giovani uomini più attraenti dell'intera Corea Del Sud, solo stando al fatto che le misure del suo volto erano prettamente perfette e spaventosamente proporzionate. Jungkook si schiodó dai suoi vani pensieri e tolse con fatica gli occhi dal viso dello stilista, il quale non aveva nemmeno notato la sua presenza all'interno della stanza. Ciondoló in quello stesso posto per alcune manciate ingenti di secondi e poi si decise a parlare, dato che risultava strano averlo guardato per minuti interi senza nemmeno proferire parola.

♔ velvet & silk ♔ yoonmin, vkook, namjin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora