we're too young and immature to give up, you idiot.

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Dopo un'oretta buona, quella mattina, arrivò all'atelier anche Jungkook con la sua tuta grigia firmata Giorgio Armani e l'immancabile t-shirt bianca al di sotto di essa. Aveva comprato alcuni capi italiani per fare una buona impressione su Taehyung, ma non aveva mai avuto occasione di indossarli quando stava con lui. Successivamente, con in spalla il suo enorme borsone nero, decise di scendere dall'auto e camminare così verso la porta di ingresso. Procedeva blandamente, deambulando qua e là senza preoccuparsi minimamente della pioggia che lo stava bagnando dalla testa ai piedi.

Il ragazzo entrò nell'atelier fradicio d'acqua a causa di quella calma passeggiata sotto l'acquazzone scrosciante che si imbatteva violentemente in tutto l'enorme parcheggio. Le gocce gli scorrevano lungo il viso, altre stillavano dai capelli corvini e percorrevano le guance fino alla linea della mascella, prima di essere assorbite dalla felpa. Quest'ultima era tanto bagnata da aderire completamente al suo corpo e lo stesso discorso era per i pantaloni completamente infradiciati. Appena fu giunto all'interno del palazzo, appoggiò la borsa sul tavolo e alzò il volto colorito dal freddo, con le labbra rosse e schiuse.

"Oh, ma ti sei vestito da Christian Grey?" Domandò un biondo che lo stava osservando da un po'.

Jungkook alzò la testa per poi guardare il ragazzo con un sguardo che esprimeva rassegnazione e rimprovero allo stesso tempo. "Jimin, con te ho perso le speranze, oramai." Disse infine, mantenendo la stessa espressione."Ora vado in palestra, vuoi venire?"

"Non so se il personal trainer deve fare dei controlli oggi. Dopo magari ti raggiungo." Replicó l'altro, che non aveva la minima voglia di allenarsi quel giorno.

"Okay, ci vediamo." Lo salutò il moro, riafferrando il borsone e facendosi strada lungo il corridoio di vetro grigio.

Cominciava già ad avere freddo con quegli abiti inzuppati addosso, quindi non vedeva l'ora di indossare l'abbigliamento di ricambio che si era portato per allenarsi. Si infilò la sua consumata T-shirt bianca contrassegnata da una stampa scolorita del logo della Adidas. Ne aveva passate fin troppe quella maglietta, ma il tessuto era ancora confortevole per la palestra. I pantaloni invece erano uguali a quelli che indossava precedentemente anche se di colore diverso, erano neri con scritta la parola "Nike" sul lato della gamba. Una volta che ebbe finito di allacciarsi le scarpe, uscì dallo spogliatoio molto motivato, ma una voce fin troppo familiare lo fece smontare immediatamente.

"Buongiorno cosetto." Lo salutò un ragazzo che si identificò immediatamente come Youngjae. Già dal tono di superiorità con cui disse quelle prime due parole, Jungkook aveva inteso la sua voglia di attaccare briga, esattamente come faceva di solito quando voleva sottolineare la sua fastidiosa superbia.

"No, Youngjae, non oggi." Replicò Jungkook che non aveva voglia né di parlare né tantomeno di litigare.  Solo qualche secondo dopo si ricordò dell'idea di Jimin, la quale consisteva nel non rispondere o addirittura ignorare Youngjae quando lo provocava, e decise così di testarla proprio in quel momento.

"Beh, come sono i tuoi completi? Scommetto mediocri, visto che Taehyung non gli ha dato nemmeno la precedenza sopra tutti gli altri." Lo provocò il modello , stando in piedi nel tapis roulant lì accanto.

Jungkook gli avrebbe voluto urlare in faccia che i suoi completi in realtà avevano ricevuto la precedenza in confronto ai suoi, ma fortunatamente riuscì a trattenersi. Non gli rispose per principalmente due motivi: il primo, come ho già citato, era che voleva rispettare il consiglio di Jimin per vedere come l'altro avrebbe reagito; il secondo era sicuramente quello di cercare di non creare altrettanti problemi a Taehyung.

Riguardo a quest'ultimo ragazzo, era anche lui ormai arrivato nel suo studio e stava progettando alcuni abiti che gli sarebbero serviti per la sfilata. Ad un certo punto gli venne una strana, seppur dirompente, voglia di vedere Jungkook. Lo stilista si era reso conto da poco tempo a quella parte che non riusciva a stare un giorno senza quantomeno vederlo. Gli piaceva il suo sguardo su di lui quando disegnava e sopratutto quando lo tempestava di curiose domande sul suo lavoro. Non sapeva esattamente come agire o come comportarsi con quel ragazzo e credeva fosse meglio lasciare tutto com'era in modo da conoscerlo sempre meglio. Solo a quel punto Taehyung poteva avere una panoramica idonea per decidere come voleva procedere con quel loro rapporto e tuttavia in quel momento non poteva far nulla che non dipendesse da Jungkook stesso, altrimenti si sarebbe realizzata la stessa situazione che si era andata a creare quando si era avvicinato a lui per provare a baciarlo.

♔ velvet & silk ♔ yoonmin, vkook, namjin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora