the tip of my finger is tracing your figure.

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Jin uscì dal suo ufficio verso le 18:30 e si incamminò nella stanza al piano inferiore, dove incontrò Taehyung e Yoongi, i quali stavano intrattenendo un'interessantissima conversazione sulla rivista «GQ KOREA», per la quale i modelli avrebbero dovuto posare. Notando Jin, i due continuarono parlare per un po', e dopo qualche minuto smisero, permettendo al ragazzo di chiedere se sapessero dove fosse andato Youngjae. Lo stava cercando, poiché si era reso conto di non averlo ringraziato per essersi preoccupato di lui e per il suo consiglio. Non voleva dargli troppa corda ma desiderava comunque essere educato, tendenza che aveva con tutti senza differenze. Però Youngjae aveva già lasciato il lavoro quella sera, quindi Jin si rassegnò all'idea che lo avrebbe ringraziato un altro giorno.

Proprio in quel momento, Namjoon entrò nella stanza con uno zaino in spalla. Aveva sentito le parole di Jin ma non voleva pensarci e inoltre non aveva il diritto di dire nulla dal momento che aveva voluto lui la pausa tra loro due. Si limitò così ad afferrare le chiavi della macchina, a chiedere al maggiore di andare a casa e a salutare il resto della compagnia con un gesto della mano.

I ragazzi finsero che niente fosse accaduto tra loro, Taehyung in quei pochi minuti non si accorse di niente e Yoongi non era il tipo da sbandierare tutto quello che sapeva ai quattro venti.
Una volta che Jin e Namjoon furono usciti dalla porta, lo stilista guardò l'orologio e decise che era anche per lui arrivata l'ora di andare a casa. Lo stesso fecero quei pochi colleghi che erano rimasti fino a quell'ora, tutti tranne Yoongi, che rimase all'atelier per finire di sistemare alcuni completi per Youngjae.

Jungkook, quella sera dopo il lavoro, aveva trovato l'ennesima delusione: il biglietto del fratello in cui scriveva che sarebbe tornato tardi dal lavoro quella sera e quindi che non potevano cenare insieme.
"Ti ho preparato del ramen da riscaldare al microonde." Scriveva.
Ma al ragazzo era passata la fame, quindi decise di buttare il tutto nel cassonetto davanti a casa sua, in modo che il fratello non lo avesse visto la mattina dopo.

Si poggiò sul letto ancora con i vestiti addosso e strizzò gli occhi, era sfinito e avrebbe voluto dormire per mesi. In quel frangente non si accorse che dopo pochi minuti stava già dormendo, sopra le coperte e con indosso i jeans che aveva portato per tutto il giorno.

Jimin, invece, stava facendo una doccia veloce e poi mise una maschera idratante sul viso. Passati circa dieci minuti, si tolse il tessuto viscido dalla faccia e si avvolse tra le coperte, essendo anche lui stanchissimo.

—-

La mattina dopo, Jimin si alzò molto più presto del normale per andare a provarsi i completi del servizio che Yoongi gli aveva lasciato nel camerino il giorno prima. Ci andava in anticipo perché voleva restare solo mentre li provava e poi avrebbe comunicato lui stesso i possibili problemi che potevano essere corretti. Aveva intenzione di fare ciò per il solo motivo che gli metteva pressione il giudizio delle persone all'interno dell'atelier, sopratutto quello di Yoongi.

Alla fine, Jimin gli parlava molto volentieri ma c'era qualcosa in quel ragazzo che lo metteva tremendamente in difficoltà.  Era molto freddo, pacato, senza peli sulla lingua ed estremamente intimidatorio quando ci si metteva d'impegno. Inoltre, il biondo aveva notato che lo guardava in modo strano, che osservava tutti i suoi tratti del viso e che era a volte curioso della sua vita privata. Ma quegli accorgimenti andarono presto a vuoto visto che Yoongi non era niente più di un collega di lavoro estremamente magnetico. Ed era proprio per questi motivi che Jimin voleva evitare ogni contatto con lui quando si trattava di giudizi. Ed era lo stesso con tutta la troupe di Taehyung.

Dopo essersi vestito abbastanza comodo ed essersi sistemato i capelli in modo stranamente decente si diresse, come dettava la sua routine, all'atelier. Ci arrivò dopo pochi minuti e appena scese non notò nemmeno il suv nero parcheggiato poco più lontano.
«È prestissimo, spero che non ci sia nessuno.» Pensò Jimin, aprendo la porta. «Almeno la porta è inchiavata... non ci dovrebbe veramente essere nessuno.»

♔ velvet & silk ♔ yoonmin, vkook, namjin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora