you're burning inside of me and i'm still alive in you.

4.3K 236 171
                                    


SCUSATE L'ATTESA SECOLARE!
IMPORTANTE: dopo aver letto questo capitolo, vi prego di dare un'occhiata all'angolo delle INFO che ho inserito alla fine per farvi sapere una cosina che ho deciso di fare c:

Jungkook uscì dal bagno lucido e freddo dell'ospedale con il viso stanco, gli occhi arrossati, le palpebre inumidite dal pianto e le guance rigate dalle lacrime che bruciavano come ferro rovente sulla pelle. I suoi piedi avanzavano e strisciavano sul pavimento grigio senza volontà, le sue pupille straziate guizzavano placidamente da un angolo all'altro del corridoio asettico, dove alcuni medici e infermieri lo guardavano senza alcuna espressione sui visi impalliditi dalla luce candida dei led affissi al soffitto. Si passò il dorso della mano sul viso e se lo sentì avvampare sotto quel tocco, quasi come se le sue guance fossero piene di ferite e le sue mani ricoperte di sale. Ripensò alle dita di Taehyung che gli accarezzavano il volto la notte, quando pensava dormisse, e il suo stomaco si irrigidì, facendogli provare un dolore ripugnante capace di estendersi sulle gambe e sul petto. Il contorno delle sue labbra color ciliegia era gonfio e arrossato, come se le lacrime non avessero risparmiato nemmeno quella parte del suo viso da bambino. Vide Hoseok seduto da solo su una sedia davanti alla stanza dove risiedeva Taehyung, con i gomiti poggiati sulle cosce coperte dai jeans e le mani premute sulla faccia come per nascondere il dolore. A differenza di quando parlava, Hoseok piangeva nel modo più silenzioso che avesse mai sentito. Il corvino si avvicinò ad una delle sedie libere accanto a lui, avvertendo ancora le braccia di Jimin da sopra i vestiti e il calore del suo corpo che lo confortava dalla pesantezza che sorreggeva la sua anima. Perchè Jungkook si era appena reso conto che l'anima si sente solo quando deve portare dolore, la percepiva premere sotto le ossa e fremere ad ogni pensiero e ricordo che riguardava Taehyung. Che altro poteva essere se non l'anima? Quel gravare insopportabile all'interno del suo corpo che inibiva ogni sua sensazione apparte la sofferenza. E sapeva per certo che Hoseok stava facendo i conti con la sua, proprio come lui. Vedeva la sua schiena tremolare sotto il peso della sua anima e nulla era più doloroso di una guerra contro la speranza basata su un'incertezza. Jungkook allungò un braccio sulle sue spalle, fissando davanti a sè con gli occhi assenti. I singhiozzi di Hoseok si intensificarono, dunque il moro iniziò ad accarezzargli con delictezza la spalla. "Non preoccuparti, si sveglierà e ogni cosa tornerà come prima..." Disse, con la voce smorzata dall'incertezza. "Lo so che lo farà, lo farà per tutti noi, perchè lui è un ragazzo forte. Lui è il più forte che io abbia mai conosciuto. Giusto, Hoseok?" Jungkook non aveva mai avuto l'occasione di parlare molto con lui, ma in quel momento il dolore era una valida merce di condivisione. Lo aveva sempre pensato dopo aver incontrato Taehyung, che il farsi attraversare dalla sofferenza rende persone migliori. Il ragazzo dai capelli biondi annuì, ancora col volto tra i palmi e la schiena china.

"Mi ha tolto dalle strade... mi sento la persona più fortunata del mondo ad averlo incontrato, Jungkook." Gemette il ragazzo, con un tono acuto d irregolare. Jungkook ebbe un tonfo al cuore e sentì la sedia sprofondare insieme ad esso. Capiva Hoseok meglio di chiunque altro.

"E ti sentirai anche più fortunato dopo averlo riavuto, te lo prometto." Gli disse Jungkook, sorridendo controvoglia, per poi tornare a guardare il muro bianco davanti a sè. Aspettava con ansia che Jin e Namjoon uscissero da quella camera, in modo da poter vedere di nuovo colui che gli aveva fatto capire cosa volesse dire Ti Amo.

Jin osservava Taehyung, mentre Namjoon gli stringeva la mano fino a fargli male. Le lacrime gli scendevano sul volto silenziose e letali come veleno, il pollice giocava ininterrottamente con la fede d'oro sul dito anulare e i denti torturavano il labbro inferiore. Entrambi erano seduti su due sgabelli accanto al letto e la luce del pomeriggio intensificava sempre di più la propria presenza, filtrando dal vetro impolverato di quella stanza pregna di triste silenzio. Jin allungò la mano su quella dello stilista, disegnando piccoli cerchi sul dorso liscio di essa. Conosceva Taehyung da più tempo di chiunque altro, avevano iniziato V's insieme e l'avevano portata avanti, contando solamente sui loro sforzi.Ogni volta che si presentava un problema, sapevano esattamente come risolverlo e ogni volta che qualcuno aveva una richiesta, il primo pensiero di Taehyung era quello di parlarne in prim'ordine con lui. Aveva ascoltato ogni sua fissa poetica, ogni sua paranoia e ogni suo barocchismo, tutti i giorni fino all'ultimo e non poteva credere che tutto ciò che Taehyung era stato, in quel letto, non aveva più espressione. Restava lì tra quelle lenzuola, con le labbra chiuse e la mente proiettata al paradiso. Chissà, si chiese Jin, se fosse stato capace di incontrare sua madre. "Abbiamo tutti dei rimpianti quando vediamo che qualcosa ci sta venendo portato via, no?" Sussurró, muovendo a malapena le labbra. "Ebbene, il mio è quello di non averti detto prima che ti reputo una delle persone più importanti della mia vita. L'ho sempre fatto, sin da quando mi hai chiamato per la prima volta socio. Non so cosa stai sognando adesso, magari starai..." La voce di Jin si interruppe e divenne un flebile bisbiglio smorzato dai singhiozzi. "... starai pensando a qualche poesia delle tue, quelle con le parole incomprensibili e significati costruiti. Avrei voluto dirti prima che sei stato un leader e una persona meravigliosa, avrei voluto dirti prima che avrei voluto che fossi il mio testimone. Se questo è il momento di lasciarti andare, Taehyung, voglio che tu sappia che è stato un onore averti avuto al mio fianco in tutti questi anni, come socio e come amico. Ti sarò debitore finchè anche il mio cuore non cesserà di battere." Jin si schiaffò una mano in volto, cadendo in un limbo di dolore che gli strinse la gola e lo stomaco. Namjoon lo strinse forte a sè, come se dovesse proteggerlo da un mostro enorme e ripugnante. Come se quel mostro si chiamasse destino ed entrambi non potessero far assolutamente nulla per impedirlo. Namjoon avvertì il corpo caldo e lievemente sudato di Jin da sotto la camicia, col suo viso che premeva sull'incavo del collo. Sentì la sua schiena tremolare, mentre le lacrime scendevano sul suo volto. Namjoon discinse un braccio dal suo fidanzato, continuando ad accarezzargli la schiena, poi poggiò l'altra mano sopra quella di Taehyung.

♔ velvet & silk ♔ yoonmin, vkook, namjin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora