Il giorno seguente a quella successione di eventi, la routine tornó a prendere il sopravvento e le vite di tutti ritornarono alla loro ordinaria frequenza. Jimin era pienamente soddisfatto del giorno prima. Una parte di sé, in realtà, avrebbe voluto urlare di gioia, richiamare Yoongi e chiedergli se anche quella sera fosse libero, ma d'altra parte ne era profondamente intimorito. Era così felice da esserne spaventato, fatto che lo stava letteralmente consumando dalla testa ai piedi. Era consapevole che quel rapporto era destinato all'autodistruzione e che gli conveniva iniziare a donargli meno importanza, ma qualcosa in quel ragazzo così stabile e monotono lo faceva sentire vivo. Grazie a lui e solo a lui si era ritrovato catapultato in una nuova ricerca del piacere, ricerca che era andata a buon fine seppur con alcuni dubbi irrisolti. Se fosse omosessuale? No, non pensava questo. Sentiva solo di vedere il mondo con occhi nuovi, occhi un più aperti, i quali gli avrebbero educato il cuore alla comprensione e il rispetto. Difatti, Jimin non era mai stato sicuro della sua sessualità. Aveva provato attrazione per ragazze come per ragazzi, ma solo con l'altro sesso si era spinto oltre il bacio. Aveva sempre messo in secondo piano ciò che avrebbe potuto provare con i modelli che lo avevano attirato durante tutti gli anni di lavoro e forse a volte si era ritrovato addirittura a reprimere il desiderio di qualcosa al di là del platonico. Solo adesso si rendeva conto di quanto in realtà contasse davvero aver avuto quei piccoli accorgimenti che lo avrebbero aiutato anche a capire meglio se stesso. Tuttavia, in quel momento, solo il viso di Yoongi era impresso nella sua mente. E non era certo il viso serio e composto che tutti avevano visto almeno una volta, si trattava infatti del viso contratto dal piacere e modificato da quella lussuria che lui stesso gli aveva fatto provare il giorno precedente. Da quando il maggiore gli aveva rivolto quello sguardo pieno di desiderio, Jimin non riusciva più a toglierselo dalla testa. Era lì. Immobile e fisso nel suo cervello come una cicatrice. Era per questo che ne era inquietato. Mai nessuno era riuscito a lasciargli un vestigio così profondo ed evidente. Mai nessuno aveva lasciato una così tanta foga solo al pensiero di un bacio e mai nessuno era riuscito a soddisfarlo come aveva fatto Yoongi. Era proprio a causa di quest'ultimo, pensó, che sicuramente non gli avrebbe mai dato niente più di quello. Si sarebbero stancati l'uno dell'altro un giorno, ne era sicuro, sebbene fosse un pensiero che in quel momento si vedeva col cannocchiale. Era spaventato poiché forse stava dando fin troppo peso alla volizione di toccare quelle labbra, di essere posseduto per il resto della vita, che sicuramente non sarebbe stata tutta, e di conoscere i segreti celati di quel ragazzo.
Da quando si era rifiutato di baciarlo, si era chiesto molte volte il motivo ed era ovvio che continuasse a farlo perpetuamente. Certo che aveva notato che Yoongi non era propriamente un ragazzo da mazzo di rose e cena serena con i parenti, ma la speranza non periva mai nel suo petto. In realtà, Yoongi era uno che viveva e basta. Mangiava, lavorava, dormiva e faceva sesso. Erano i suoi quattro comandamenti ed erano cose così basiche che Jimin si domandó numerose volte come diavolo si facesse a vivere così. La risposta che si diede da solo fu "contento lui, contenti tutti". Non sapeva nulla della vita di quel ragazzo, della sua famiglia o dei suoi genitori. Era come se fosse sempre limitato nei movimenti, nel modo di parlare e di esprimersi, come se fosse invisibile, ma restasse comunque una presenza marcata nella vita di tutti, sopratutto in quella di Jimin. Eppure, queste sopracitate sono, a grandi linee, solo le spiegazioni delle sensazioni che noi tutti sentiamo nell'abisso di noi stessi, ma dalle quali siamo così intimoriti da rendere impossibile rifletterci un po' su. Tutte quelle emozioni scaturite da un particolare evento, il quale può essere macroscopico o microscopico, sono puntualmente sovrastate da altrettante, che le soffocano a loro volta in una lotta all'ultimo sangue. Difatti, Jimin, in quella fredda mattinata d'inverno mentre si dirigeva da V's, aveva tutt'altra cosa in mente: Jungkook.Non era certo la prima volta che Jimin si ritrovava arrabbiato con l'amico per un qualsivoglia motivo e sapeva che tutto si sarebbe risolto solamente parlando di tutto ciò che lo turbava. Era sempre stato così fra loro. Fin da quando si erano conosciuti c'era stata questa particolare affinità platonica che non sapevano ancora spiegare. Anche senza promettersi nulla, si erano ritrovati a raccontarsi sempre la verità, qualunque cosa fosse loro successa e addirittura erano soliti a sdrammatizzare, discorrendoci sopra di cose meno importanti, giusto per riderci su. Ripensando ai ricordi passati, Jimin provó una forte fitta al cuore. Gli mancava parlare così apertamente con l'amico e gli mancava il fatto di non avere alcun segreto tra di loro. Eppure, ne era certo, non poteva farci niente. Insomma, non poteva raccontargli che era andato a letto con Yoongi per non una, ma ben due volte e pure che gli era piaciuto talmente tanto da volerlo chiedere per il resto della sua vita. Non sapeva come la pensasse Jungkook su quell'argomento e poi, nonostante non avesse mai provato nulla per una ragazza o per un ragazzo al di là di stupide cotte, il moro si proclamava fieramente eterosessuale. Non che non fosse vero. I sentimenti che Jungkook provasse per le ragazze, Jimin non poteva conoscerli. Tuttavia, qualcosa, non sapeva bene cosa, lo faceva dubitare di questo fatto. «Si vedrà, si vedrà.» Si disse mentre guidava, lasciando perdere l'argomento sessualità di Jungkook.
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♔ velvet & silk ♔ yoonmin, vkook, namjin
Fanfiction"Comunque, credo che le stelle possano influire nell'animo degli uomini. Se ci pensi, quando guardiamo le stelle, esse si riflettono nei nostri occhi e più questi ultimi sono lucidi, più stelle possono contenere. Quando piangiamo, i nostri occhi div...