XVIII. Diversi punti di vista

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"La luce è una cosa che non può essere riprodotta ma deve essere rappresentata attraverso un'altra cosa, attraverso il colore"
-Paul Cèzanne.

-Rose non credo sia la scelta giusta- disse Al.
-Fidati di me- ribadii spingendolo avanti lungo il corridoio del terzo piano -devi solo farti coraggio-
-Ma io non sono Grifondoro- disse lui puntando i piedi per terra per impedirmi di spostarlo. D'accordo, Al era più forte di me, ma i miei genitori erano o no i maghi più testardi dell'intero mondo magico?
Si Rosellina, quindi a meno che non abbia ereditato tutto Hugo, puoi benissimo schiodare da terra tuo cugino.
-E chi dice che per essere coraggiosi bisogna essere Grifondoro?- replicai e lui sbuffò borbottando.
-Ma non credo lo stesso sia la scelta giusta- continuò -mi affatturerà-
-Non accadrà Al- dissi mettendomi di fronte a lui e posandogli entrambe le mani sulle spalle -quella che affattura la gente sono io-
Lui fece un piccolo sorriso, ma non ancora del tutto convinto.
-Vedrai che andrà tutto bene- lo confortai abbracciandolo.
-E poi- dissi al suo orecchio
-invitare una ragazza al Ballo del Ceppo non ha mai ucciso nessuno-
-Certo- disse ironico -farò solo la fine di mio padre!-
-Ovvero?-
-Voleva invitare Cho Chang ma alla fine lei ci andava già con Cedric Diggory-
-E Camille con chi dovrebbe andare?-
-Non lo so... alcuni ragazzi le vanno dietro-
Mi morsi il labbro ma per fortuna non mi vide.
Un ragazzo le andava dietro da mesi oramai, Alex Gordon, un mio compagno di casata nostro coetaneo.
Ma Al non avrebbe dovuto saperlo, altrimenti la sua poca convinzione sarebbe sparita nel nulla.
-Non è affatto vero, sono solo voci di corridoio- dissi cercando di sembrare convincente.
-Rose- sussurrò lui -vieni con me, ti prego-
-Ma Al, non posso di certo stare accanto a te mentre la inviti! Avete bisogno di... intimità, ecco-
-Per favore-
-Ma come dovrei fare?-
-Dovresti....-
Lui si staccò e mi guardó con gli occhi che luccicavano, segno che aveva avuto un'idea.
Cominciò a frugare nella sua borsa come in cerca di qualcosa
-Oh no- dissi intuendo qualcosa
-non ci penso nemmeno!-
-Andiamo Rose!- cercò di convincermi.
-Non indosserò mai il mantello dell'invisibilità!-
E c'era un motivo ben preciso.
Quando ero al quinto anno avevo voluto indossarlo ma si era impigliato in uno spuntone di una delle pareti dei corridoi Hogwarts e io ero caduta di peso sul mio polso, rompendolo.
Una terribile notte in infermeria.
Da quella volta mi ero ripromessa di non indossarlo mai più.
-Non accadrà quello che è successo l'ultima volta- disse Al.
-Non nominare quella volta!- abbaiai.
Lui rise e poi fece una faccia da cucciolo bastonato.
-Non mi convincerai- dissi a braccia conserte costringendomi a far vagare lo sguardo verso uno dei quadri di Hogwarts.
Rappresentava un mago gobbo che era intento ad addomesticare un Troll, vagamente ubriaco.
-Ti prego- implorò lui avvicinandosi.
Non avrei ceduto.
-Ti lascio il campo da Quidditch quando vuoi!- fece lui.
Mi voltai di poco.
-Ma il capitano non è Scorpius?- dissi.
-Ma lui è il mio migliore amico e tu la sua ragazza, farebbe di tutto per noi-
-Sei un maestro nella persuasione- dissi roteando gli occhi ormai sconfitta.
-Ti adoro Rose-
Mi abbracciò e poi ci appartammo in un angolo del corridoio.
Mi diede il mantello e io feci in modo che mi coprisse interamente.
-D'accordo- dissi -andiamo-

*****

-Eccola- dissi -è il tuo momento-
Camille stava parlando con Alice e Lorcan che erano mano nella mano, davanti all'aula di Divinazione.
-Non credo di farcela Rose- disse. -Ma di cosa hai paura?- domandai.
Tutta quell'ansia non era motivata.
-Di un suo rifiuto- disse dopo attimi di esitazione.
La mia voce si addolcì.
-Ma non sarà la fine del mondo Al- dissi -il negozio è pieno di bacchette-
Lui chiuse gli occhi e poi li riaprì, dopo aver fatto un respiro profondo.
-Ho paura di diventare vulnerabile Rose- confessò.
Lo guardai con la fronte corrugata.
-Io non ho mai avuto problemi a chiedere a una ragazza di uscire, perché nessuna mi interessava mai veramente.
Tutto si fermava al desiderio fisico.
Ma con Camille è diverso, lei è diversa.
E io ho paura di perderla-
Sorrisi.
-Sicuro di non amarla sul serio?- domandai.
-Forse sono sulla via- rispose.
Anche lui sorrise e poi si voltò verso la mia migliore amica che oramai era sola.
-Ora o mai più- sospirò.
Poi si diresse verso di lei, con me che lo seguivo a passo felpato.
Andrà tutto bene, continuavo a ripetermi.
Ma non ne ero certa.
C'era qualcosa che sentivo in ogni muscolo del mio corpo.
Un presentimento.
Qualcosa sarebbe andato storto.
Albus si voltò per una frazione di secondo verso di me - nonostante fossi nascosta dal mantello dell'invisibilità - e poi si avvicinò a Camille.
-Finnigan- disse lui a mo' di saluto.
Mi diedi mentalmente una pacca in fronte.
Al decise che chiamare Camille per cognome fosse un saluto più che adatto per rompere il ghiaccio.
Io direi che il nostro caro cuginetto ha bisogno del libro "Dodici modi per sedurre una strega", constatò Hope.
Chiusi gli occhi scuotendo la testa e sospirando.
Sarà un disastro, risposi.
-Potter- rispose Camille posizionandosi meglio la tracolla sulla spalla destra e guardandolo.
-Ti devo parlare- disse Al in evidente imbarazzo.
-Okay... dimmi pure-
Cami lo guardò stranita come se non capisse cosa ci fosse di cui parlare.
-Ti ricordi quello che ci aveva detto la McGranitt all'inizio dell'anno?- domandò lui.
-Per le lezioni di materializzazione?- chiese a sua volta lei.
-Proprio così- Al annuì -ci aveva detto di provare a migliorare i rapporti anche con le persone con cui non andavamo d'accordo-
-Fin qui c'ero arrivata Potter, per questo io ti facevo da tutor.
Ma tutto questo cosa c'entra con quello di cui devi parlarmi?-
-Si tratta del Ballo del Ceppo-
I muscoli della mia migliore amica si tesero e labbra divennero solamente una linea retta.
-Ti ascolto- disse lei mettendo le braccia conserte e ostentando un comportamento di finto disinteresse.
-Mi stavo chiedendo- iniziò lui
-visto che dovremmo compiacere la preside, che ne dici di venire al ballo con me?-
Calò un silenzio imbarazzato.
Io osservavo scrupolosa il viso di Camille per riuscire ad intuire una sua possibile risposta, poi accadde tutto in un istante.
Troppo in fretta per evitarlo, troppo lentamente per fare in modo che tutto finisse subito.
Cami si avvicinò con ampie falcate ad Albus e lo colpì in pieno volto, con uno schiaffo.
Mi portai automaticamente una mano alla bocca con gli occhi sgranati dallo stupore.
Mi sarei aspettata tutto, ma non questo.
-Come puoi anche solo pensare che io ti dica di sì!- stava gridando lei con voce furente d'ira e di delusione.
-Io...- Al era completamente spaesato, non riuscendo a capire dove avesse sbagliato, si teneva una mano sulla parte di volto colpita.
Ma il tutto era lampante purtroppo.
-Quindi io sarei la tua ultima scelta?!- disse lei, la voce ormai ridotta ad un sussurro.
-Aspetta- la interruppe mio cugino -tu non...-
Ma non terminò mai la frase, Cami gli parlò sopra senza volerlo ascoltare.
-Pensavo fossi diverso!- mormorò solo -ma a quanto pare ho fatto bene ad accettare l'invito di Alex Gordon-
Detto questo, girò sui tacchi e se ne andò.
Albus si girò verso di me e io mi tolsi il mantello, porgendoglielo.
-Mi dispiace- dissi -ma lei non è innamorata di Alex, fidati di me-
-E di chi allora?- chiese lui -di me?-
Io tacqui, limitandomi a guardarlo mordicchiando il labbro inferiore.
-Come no- disse retorico prima di sparire nella direzione opposta di Camille -l'ha dimostrato ampiamente, non credi?-

******

Rilessi il biglietto per la centesima volta e controllai nuovamente l'orologio sul polso sinistro.
Non c'erano dubbi, il posto era quello e l'orario anche.
Anzi, in realtà l'ora nella quale dovevamo incontrarci era già passata da un pezzo.
Ma lui dov'era?
Che fosse uno scherzo?
Sbuffai e feci nuovamente vagare lo sguardo per tutto il campo da Quidditch, in cerca di qualsiasi movimento che mi facesse sentire meno sola.
Il biglietto era chiaro: campo da Quidditch, tre del pomeriggio.
E allora dove sei Scorpius?, mi chiesi.
Sentii improvvisamente un fischio e poi una folata di aria fredda sopra la mia testa che mi scompigliò i capelli.
-Ehi!- dissi facendo scattare il capo in alto, ma non riuscendo nascondere un sorriso.
Scorpius sorrise, metri sopra di me sulla sua scopa.
-Alla fine sei arrivata Rossa!- disse cominciando a planare.
Quando fu alla mia altezza, mi diede un piccolo bacio sulle labbra.
-Quello in ritardo sei tu in realtà!- rimbeccai.
-Dovevo fare una cosa-
-Posso sapere cosa?-
-Tutto a tempo debito Rossa-
Risi scuotendo la testa e poi lo guardai.
-Che ne dici di fare un giro?- domandò.
Io lo guardai e poi estrassi la bacchetta.
-Accio Firebolt!- gridai.
La mia scopa si diresse verso di me dal mio dormitorio e io mi misi a cavalcioni sopra di essa.
-Vediamo se riesci a prendermi- dissi prima di sfrecciare in alto nel cielo.
-Ehi!- protestò lui seguendomi
-così non vale!-
Io risi con il vento che mi scompigliava i capelli.
Mi sentivo libera e accadeva ogni volta che volavo su una scopa.
Era come se stando lassù, nel cielo, potessi sfuggire da tutti i miei problemi e vederli da una prospettiva diversa.
Da diversi punti di vista, come nei quadri di Cèzanne.
Mi aiutava a riflettere, come se ogni volta che volavo tutte le mie preoccupazioni se ne andassero su, sempre più su, verso l'infinito e io mi sentivo più leggera.
Mi piaceva pensare che ogni qualvolta che mi liberavo di un peso, questo si inserisse nel firmamento, una stella in più.
Lui mi raggiunse e si mise davanti a me, sempre a mezz'aria.
Il vento gli scompigliava i capelli - non che prima non lo fossero già di loro - e aveva le gote leggermente arrossate che davano colore alla sua pelle solitamente diafana.
-Ti propongo una cosa- mi disse prendendo qualcosa dalla tasca.
Un boccino d'oro.
-Chi acchiappa per primo il boccino- cominciò tirandolo in alto e poi riprendendo al volo
-vince-
-Ma noi non siamo Cercatori- obiettai confusa.
-Credi di non riuscire a farcela?-
Lo guardai con sfida.
-Certo che no- replicai.
Lui ghignò e poi liberò il boccino, che in una frazione di secondo scomparve.
-Che vinca il migliore!- disse, poi si tuffò alla volta della palla incantata.
Mi tuffai anch'io all'inseguimento del boccino.
Scorpius stava facendo ampi giri in alto sopra gli spalti, alla ricerca di un qualche sbrilluccichio che fungesse da indizio.
Io invece ero più vicina al suolo quando lo vidi, qualcosa che luccicava vicino al posto dove solitamente sedeva Vanessa Brown, la cronista.
Partii a tutta velocità verso quel punto e, vicina alla meta, mi voltai verso il punto nel quale volava Scorpius.
Credetti si sarebbe fiondato verso di me per soffiarmi il boccino d'oro da sotto il naso, ma non lo fece.
Mi stava fissando e... sorrideva.
Lo sto per battere, pensai, perché dovrebbe essere contento?
Ancora ti ostini a negare l'evidenza, intervenne Hope, lui mette la tua felicità prima della tua, perché...
Non dirlo Hope, ti prego.
Ma solamente ieri lo hai ammesso a te stessa, perché non può essere lo stesso per lui?
È difficile da spiegare, non voglio rimanere delusa, lo sai.
Come sei complicata Rosellina
Dopo aver messo a tacere la mia coscienza, mi avvicinai al boccino con uno scatto e quello finì intrappolato tra le mie dita.
Dopo essersi dimenato per qualche istante, si arrese e io aprii le mani.
Sopra la superficie luccicante di esso comparvero dei segni.
Una scritta.
Vuoi venire al ballo con me?

-SPAZIO AUTRICE-

Sono vivaaaa.
So che non ho aggiornato mercoledì ma è perché la terza media mi sta uccidendo e il mio allenatore mi convica ad ogni partita di pallavolo.
Cmq.
Al avrebbe davvero bisogno del manuale per conquistare una strega.
Non poteva fare a Camille una proposta peggiore.
In compenso, Scorpius è stato un vero amore.
Vi è piaciuta la sfida per chiedere a Rose ti andare al ballo con lui?
Secondo voi Rose accetterà?
Vi ricordo, che non tutto può andare liscio.
Buona continuazione!

CupidaGranger

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