"Lo tengo per vero,
qualsiasi cosa accada:
lo sento quando più io soffro,
è meglio aver amato e perso,
che non aver mai amato"
-Alfred Lord Tennyson.-Andiamo Rose, vieni qui!- sbottò Lily con una matita nera per occhi in mano.
-Oh assolutamente no!- replicai alzando le pieghe del vestito e correndo in bagno.
-Ma il nero risalta a chi ha gli occhi azzurri!-
-Certo, sembra solo che mi abbiano presa a pugni-
-Baggianate-
Era la sera del Ballo del Ceppo e tutte noi ragazze ci stavamo preparando nel dormitorio del settimo anno, infatti, per l'occasione, era venuta anche la piccola Potter.
-Camille!- esclamò lei -non so più cosa fare con Rose, convincila te ad uscire!-
Cami scoppiò in una sonora risata.
-Sai com'è fatta Lils- rispose -non uscirà mai da quel bagno-
Mia cugina sbuffò.
-Rose, vieni immediatamente fuori!- trillò ancora la rossa.
-Non capisco perché dobbiate truccarmi- pensai ad alta voce -non capisco che male ci sia nell'andare là acqua e sapone-
-Però Rose- intervenne Domi con voce tranquilla -è un ballo e bisogna essere eleganti per l'occasione-
-Comunque io ancora non capisco cosa ci sia di male nell'andare lì con solo un po' di mascara-
Camille ridacchiò ma dovette zittirsi perché qualcuno entrò nel dormitorio.
Sentii dei passi eccitati e poi sentii Alice borbottare un "Oh no è tornata".
In quel momento capii.
-Non sapete cosa ho appena scoperto!- esclamò Vanessa Brown, immaginai, gesticolando.
-Cosa Vanessa?- chiese Domi.
-Non credo di volerlo sapere- commentò Lily a bassa voce.
-Se non ti interessa, puoi sempre uscire dal dormitorio che tra parentesi non è nemmeno del tuo anno- si voltò la bionda piccata.
-Come credi di...- cominciò mia cugina ma Ali intervenne.
-Stavi dicendo Vanessa?-
La diretta interessata scoccò un'occhiata a Lily che sbuffò.
-Avete presente Geneviève Bèlier?- chiese.
-E come potrei non avercela in mente- borbottò Domi -è mia cugina-
-Magari non sapessi chi fosse- commentò invece Cami -quella ragazza è così snob-
-Sì, ma non potete negare sia molto bella- intervenne Vanessa.
-Vieni al dunque- insistette Lily -dobbiamo ancora finire di prepararci-
Vanessa le lanciò uno sguardo di fuoco con gli occhi ormai ridotti a due fessure.
-Bene, non avete idea di chi l'abbia invitata al Ballo del Ceppo-
Fece vagare lo sguardo per creare suspense e io ruotai gli occhi al cielo.
Poi mi venne in mente.
Era sempre stata interessata ad un unico ragazzo.
Non può essere, pensai.
-Se è single lo conquisterò- aveva detto
-nessuno può resisterè alla futura campionesà di Beauxbatons-
Affinai l'udito.
-Scorpius Malfoy- disse con le braccia conserte e sorridendo trionfante.
-Quindi?- replicò Lily dopo un po' con tono tagliente -non vedo come questo possa interessarci-
-A voi forse no- ribattè Vanessa -ma a Rose si-
-Sono stata io ad averlo lasciato- dissi una volta uscita dal bagno.
Tutte si voltarono verso di me.
Cami mi guardava preoccupata.
-Quindi può benissimo andarci con chi vuole- continuai sentendo un nodo in gola che cercai di scacciare -sono fatti entrambi della stessa pasta: altezzosi e si credono superiori a chiunque-
Non credevo affatto a quello che avevo appena detto, ma avevo bisogno di dirlo ad alta voce per renderlo reale.
Fin da piccola mi avevano insegnato che se ripeti una parola milioni e milioni di volte, questa diventa reale.
Forse se continuavo a ripetermi brutte cose sul conto di Scorpius alla fine me ne sarei convinta anch'io.
O almeno era quello che speravo.
Vanessa alzò le spalle borbottando qualcosa che aveva già detto all'inizio dell'anno.
Noi Weasley eravamo complicate.
-Allora- disse Lily -te la fai mettere questa matita o no?-
Io annuii ruotando gli occhi al cielo.
Sarebbe stata una lunga serata.******
Vedere Justin che mi attendeva ai piedi della scalinata di Hogwarts fu come essere in uno di quei film babbani sulle principesse come Cenerentola.
Ma tu preferiresti che là non ci fosse Justin ma un'altra persona, disse Hope.
Non trovai niente da replicare.
Per quanto mi costasse ammetterlo, era la verità.
Appena l'avevo visto, avevo sentito una leggera fitta di delusione come se mi fossi aspettata che la fine non avrei trovato lui ad attendermi.
Scesi le scale sorridendogli e poi lui mi tese la mano.
La afferrai e vidi che la mia, al suo interno, era alla pari.
Non come quella di Scorpius, nella quale la mia era piccola e lui me l'avvolgeva completamente. Sospirai dentro di me.
-Sei bellissima Rose- disse Justin.
In quel momento mi ritornò in mente il mio sogno, quello nel quale Scorpius pronunciava la stessa identica frase.
-Grazie- risposi.
-Pronta per andare?-
-Sì, se tu lo sei-
Lui mi strinse la mano e poi arrivammo all'entrata della sala grande.
Ivàn e Lily si tenevano a braccetto intenti a chiacchierare.
-Oh come sei divertentè- disse una voce alquanto civettuola proveniente da dietro di me.
Tutti i muscoli del mio corpo di irrigidirono.
-Rosalín siete già tuti qui?- chiese Geneviève.
Mi voltai facendo un sorriso tirato.
-Il vestito ti sta molto bene- si complimentò educatamente Justin.
Quando i miei occhi incontrarono quelli di Scorpius, lo vidi trattenere il fiato per una frazione di secondo e poi assumere una leggera sfumatura di malizia.
Distolsi lo sguardo.
-Immagino che la McGranitt stia per aprire le danze- dissi.
-Comincio a sentire la musica di un lento- disse Justin lanciando uno sguardo alla sala grande.
-Allora andiamo, Milady- disse Scorpius facendo un perfetto baciamano a Geneviève.
-Oh Rosalìn non avresti dovutó farti scapparè un ragazo così- ridacchiò lei -è una vera perdità-
-Immagino tu sia contenta- intervenne Lily comparendo al mio fianco -è da quando sei arrivata che lo punti, non è vero?-
-Perché- osservò Scorpius -c'è qualcuno che non lo farebbe?-
La musica all'interno della sala grande si fece più alta.
-È il momento di andare- disse Justin intrecciando la sua mano con la mia.
-Pronta?-
Sorrise incoraggiante.
Annuii abbozzando un sorriso.
-Sempre-
Entrammo nella sala grande, la quale era stata addobbata a festa.
Tavoli di cristallo erano colmi di cibo e bevande.
Il soffitto incantato rivelava una notte trapunta di stelle.
Dicono che in cielo c'è una stella per ognuno di noi, sufficientemente lontana perché i nostri dolori non possano mai offuscarla.
Scacciai quella frase dalla mia mente e misi la mia mano sinistra sulla spalla di Justin mentre l'altra era ancora nella sua.
-E ora lasciati guidare dalla musica- disse semplicemente.
Ascoltai il suo consiglio.
Cominciammo a volteggiare, mi sentivo leggera e Justin smorzava la tensione con battute di tanto in tanto su quanto fosse impettito Ivàn o quanto si muovesse in modo altezzoso Geneviève.
-Non la vedi?- stava dicendo -cerca in tutti modi di mettere in mostra le forme-
Ma io non la stavo ascoltando, i miei occhi avevano incontrato quelli verde smeraldo di Albus, tra la marea di studenti che stavano aspettando terminasse il primo ballo inaugurato dai campioni del torneo.
Ci fissammo per qualche istante, fino a quando il suo sguardo non si posò su Camille che rideva con Alex Gordon e strinse i pugni.
Feci un leggero sorriso e distolsi lo sguardo.
Non mi ero neanche accorta che le braccia che mi stringevano non fossero più quelle di Justin, ma di Ivan.
-La morte è un concetto così relativo- disse facendomi ritornare alla realtà.
-Come scusa?- chiesi leggermente confusa.
-Essenzialmente è questo paese sconosciuto da cui nessun viaggiatore è tornato- spiegò meglio -è solo l'ignoto che ci fa paura, niente altro. Non sapere cosa ci sia dopo-
-Forse ho capito cosa intendi- dissi -ogni persona ha un concetto diverso di morte, chi crede ci sia uno spartiacque che separi i vivi dai morti, il fiume dell'aldilà e chi pensa esista la reincarnazione-
Ivàn sorrise facendomi volteggiare.
-Non hai mai desiderato poter rivedere per qualche istante qualcuno che non c'è più?-domandò.
-Io... veramente non ci ho mai pensato- aggrottai la fronte.
-Parlare un'ultima volta con lei, vederla almeno un'ultima volta-
-Tu... tu hai perso qualcuno?-
Ivàn si rabbuiò come se un velo gli cadesse in volto, ma non rispose mai.
Ci fu l'ennesimo cambio di partner e solo in quel momento mi resi conto di chi sarebbe stato il prossimo.
Scorpius.
Appena mi ritrovai tra le sue braccia, tutti i muscoli del mio corpo si irrigidirono.
Sentivo il mio cuore battere all'impazzata.
O forse era il suo.
-Hai fatto esercizio?- chiese dopo un po'.
-Come?- sussurrai.
-Mi stai guidando tu- disse -hai imparato a danzare-
-In realtà non ci stavo neanche pensando-
-Ti stavi facendo guidare dal cuore ed è essenziale per ballare-
Ci osservammo per tutta la durata del lento.
Non era un silenzio imbarazzato, affatto.
Ognuno si rispecchiava nelle iridi dell'altro.
Qualcuno disse che vediamo il nostro io migliore negli occhi di coloro che ci amano.
E forse c'è una bellezza che solo la brevità procura.
Forse quell'attimo magico durò troppo poco, o forse era giusto così.
Scorpius spezzò il silenzio.
-Per favore, per una volta non chiedermi di stare zitto o fermarmi- disse.
-Se vuoi tentare di spiegare l'accaduto del bacio ti dico subito che...- non terminai la frase.
-No, non voglio parlarti di quello- mi interruppe -so che non vuoi ascoltare e lo accetto ma... almeno fammi dire una cosa che è molto importante per me-
Acconsentii annuendo.
-Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è esserci accanto e sapere che non l'avrai mai- disse -ed è quello che provo io in questo momento, accanto a te-
Avrei voluto dirgli mille cose.
Tienimi.
Tienimi anche se non sono la migliore, anche se sono imperfetta e conto mille e più difetti.
Tu tienimi, tienimi la mano quando sto per crollare, tienimi tra le tue braccia ogni volta.
Tienimi quando sbaglio, quando divento paranoica, quando il mondo mi fa schifo, quando nel letto mi volterò dall'altra parte. Tienimi ti prego, tienimi con te.
Tienimi quando verrà l'autunno della nostra vita, quando il nostro amore sarà in perfetta crisi, quando la vita ci sembrerà noiosa.
Tienimi quando i giorni saranno lunghi, quando non sarò felice, quando sarò meno attenta.
Tienimi anche se ho paura, anche se spesso sono insopportabile, tienimi, perché è solo in te che vedo il meglio di me.
Perchè è nelle tue braccia che mi sento a casa.
Ma non potevo dire niente di tutto ciò, perché questo avrebbe comportato dargli speranze.
Speranze che non ero sicuro di poter mantenere vive.
"Lo tengo per vero,
qualsiasi cosa accada:
lo sento quando più io soffro,
è meglio aver amato e perso,
che non aver mai amato"*****
La musica era finita ma non me ne resi nemmeno conto, ero ancora tra le braccia di Scorpius.
Intenta a guardarlo negli occhi, cercando di leggere al loro interno.
Occhi indecifrabili, erano i suoi.
Charlotte Brontë disse che l'anima per fortuna ha un'interprete - inconscio ma pur sempre un fedele interprete - gli occhi.
E allora perché non riuscivo a leggere niente nei suoi?
-Potrei riavere la mia accompagnatrice?- domandò con voce secca Justin, schiarendosela.
Scorpius scosse leggermente la testa e si allontanò lentamente da me come ritornato alla realtà.
Justin mi prese la mano sorridendo falsamente e mi portò davanti al tavolo dove c'era già Camille.
-Cosa è successo tra te e Malfoy?- domandò dopo irritato.
-Cosa?- dissi sulla difensiva, senza motivo
-Niente, Justin! Cosa vai a pensare?-
-Da quello che ho visto non volevi staccarti da lui-
-Non è colpa mia se il ballo prevedeva lo scambio di partner-
-Potevi comunque evitare di guardarlo in quel modo-
-In quale modo?- replicai -cosa stai insinuando?-
-Come se fosse l'unica cosa esistente in tutto il mondo magico!-
Rimasi spiazzata.
Era davvero così evidente?
-Pensavo non provassi più niente per lui- continuò Justin leggermente ferito.
-Non si può smettere di amare una persona a comando- intervenne Camille tranquilla
-nemmeno se la si ha appena lasciata-
Lui si voltò piccato verso di lei.
-Nemmeno dopo che l'ha fatto perché le si è spezzato il cuore?- chiese con uno sguardo penetrante.
-Corner, lei non è la persona migliore alle quali fare una domanda del genere- commentò una voce dietro di me.
Mi voltai e vidi Albus, che fissava Camille.
-Dimmi Finnigan- continuò -Gordon ti ha chiesto di venire al ballo con lui per prima o no?-
In quel preciso istante, come richiamato da quella frase, Alex Gordon - l'accompagnatore della mia migliore amica - arrivò con in mano due bicchieri di Burrobirra.
-Oh, si sono aggiunti anche gli altri?- chiese guardandoci uno per uno.
-Non sei una cima non è vero?- osservò mio cugino sarcastico -allora ce ne vorrà di tempo prima che ti renda conto che se hai invitato la signorina qui presente come seconda scelta hai le ore contate-
Alex lo guardò confuso rivolgendo poi lo sguardo a Camille.
-Non credo di capire- disse confuso.
-Non c'è niente da capire- intervenne lei
-Potter molto probabilmente è ubriaco-
-Io? Forse lo ero quando ti ho invitato al Ballo del Ceppo- replicò lui.
-Quindi ora perché sei stato rifiutato pensi di poter venire qui a dare fastidio?-
Cami si alzò fronteggiando mio cugino.
-Fastidio?- osservò Albus -io stavo conversando con Gordon avvertendolo su te e i tuoi sbalzi d'umore-
-Come ti permetti!- gridò lei -non sai niente di me!-
Capii dall'espressione di Cami che stava trattenendo le lacrime.
Ma non avrebbe mai pianto, era tremendamente orgogliosa su questo punto.
Odiava piangere.
-So che non sei innamorata di Alex Gordon- disse ancora lui -so che lui non ti interessa minimamente ma hai accettato di venire al ballo con lui perché vuoi dimenticare qualcuno-
-Sei un vero idiota!- sbottò mentre una lacrima le solcava il viso pallido -sono innamorata di te e tu non l'hai nemmeno capito!-
Poi si voltò correndo verso le scale.
Ad un certo punto si girò.
-Hai rovinato tutto!- urlò un' ultima volta con la voce spezzata da un singhiozzo.
Albus era diventato improvvisamente pallido e non potè evitare di voltarsi verso di me in cerca di aiuto dimenticandosi per un istante della litigata.
-Vai da lei- dissi semplicemente -e dille quello che provi-
Lui annuì e le corse dietro.
Cami era a metà scalinata quando lui la raggiunse.
Lei si voltò per urlargli contro qualcosa che nessuno comprese mai.
Senza averlo premeditato, incurante che noi lo stessimo guardando e la stessa Camille gli stesse sbraitando contro, Albus tirò fuori tutto il coraggio ereditato dei genitori e, semplicemente, la baciò.
Inizialmente lei oppose una leggera resistenza che scomparve quando intrecciò le sue braccia al collo di lui.
Finalmente ce l'hanno fatta anche loro, commentò Hope concordando con me.
-Mi dispiace per prima- sussurrò una voce al mio orecchio mentre una mano si posava sul mio fianco -sono stato troppo brusco, non puoi dimenticarlo in quattro e quattr'otto-
Mi voltai di poco verso Justin.
-Però posso provarci- dissi -se mi concederai del tempo-
Il suo volto si illuminò.
-Tutto quello che vuoi- rispose e poi mi posò un bacio sui capelli.
Tornai a guardare Al e Cami ora abbracciati.
Sorrisi.
Forse era vero, il confine tra odio e amore è molto labile.-SPAZIO AUTRICE-
Alloooooraaa.
E anche io sono in vacanza seeeeeeh!
Comunque, a quanto pare Scorpius ha invitato Geneviève ma nonostante tutto è rimasto incantato da Rose.
Perché Ivàn ha fatto quelle strane domande sulla morte a Rose?
Rose prova ancora moooolto per Scorpius ma non vuole dargli un'altra opportunità.
Non vuole più soffrire.
Ma veniamo al momento clou: ALBUS HA FINALMENTE TROVATO IL CORAGGIO DI BACIARE CAMILLE!!!
È così anche la almille si è realizzata.
I nostri protagonisti dovranno tornare a casa con le vacanze di Natale, cosa accadrà tra Rose e Ron?
Buona continuazione!CupidaGranger
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Believe in Me
FanficSequel di "Hate or Love?" "Lui vedeva l'oscurità nella sua bellezza e lei vedeva la bellezza nella sua oscurità" Di nuovo ad Hogwarts, con il costante borbottio alle mie spalle e il settimo ed ultimo anno ad attendermi. Non avevo idea di cosa sarebb...