XXVIII. Amarmi ed essere amata

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"E viveva questa fanciulla con non altro pensiero
che d'amarmi e d'essere amata da me"
-Edgar Allan Poe, Annabel Lee.

Il dormitorio di serpeverde era formato da quattro letti a baldacchino decorati con coperte e cuscini verde-argento.
Sul lato più vicino alla finestra, che dava sulle profondità del Lago Nero, c'era un libro aperto.
Mi avvicinai e lo presi per scorgerne il titolo.
Ed ecco che all'improvviso la porta del bagno si aprì mostrandomi uno spettacolo molto gradito.
-Al, quante volte ti ho detto che se ho un libro aperto non voglio che me lo prenda perché poi perdo il segno?- chiese una voce esasperata.
Scorpius Malfoy si trovava sulla soglia della porta del bagno, con tanto di asciugamano legato in vita e capelli ancora leggermente bagnati.
Appena mi vede sgranò gli occhi imprecando a bassa voce.
-Per Salazar Rose!- esclamò -E tu che diavolo ci fai qui?-
-Direi che sono arrivata nel momento più opportuno di tutti- commentai sorridendo maliziosamente.
Lui però, veloce come una furia, agguantò dei vestiti e poi si chiuse la porta alle spalle.
Io alzai le spalle, sbuffando, e poi guardai il titolo del libro.
Orgoglio pregiudizio.
-Non credo, personalmente penso che personaggi dei libri che ci assomigliano di più siano Darcy ed Elizabeth Bennet-
-Orgoglio e Pregiudizio... perlomeno la loro non è una fine tragica-
-Esattamente, nonostante il libro non sia tra i miei preferiti, la loro storia d'amore è molto simile alla nostra-
-Dovresti rileggerlo cercando di immedesimarti nei personaggi-
-Forse dovrei-
Quel ricordo non era reale, era solo frutto della mia immaginazione.
Io amavo Justin con tutta me stessa... e allora perché quando lo baciavo, mi sembrava di scorgere al posto dei suoi capelli biondo scuro, dei capelli biondo platino?
-Per quanto voglio che tu mi veda nudo- stava nel frattempo dicendo Malfoy dal bagno -la situazione che mi immaginavo non era proprio così-
Poi uscì dal bagno mentre di abbottonava la camicia.
-Ti sei rivestito- dissi un po' dispiaciuta.
-Avresti preferito il contrario?- chiese confuso.
-Direi proprio di sì!-
Malfoy mi guardò stranito poi come se si fosse ricordato di qualcosa, fece vagare lo sguardo verso la scrivania.
Seguii il suo sguardo, oltre i libri lì c'erano anche delle cornici con le foto.
Provai ad avvicinarmi ma lui fu più svelto, superandomi.
Tirò giù una foto in particolare così che non la vedessi.
-Cosa stai facendo esattamente?- volli sapere.
-Niente- balbettò lui -in quella foto sono venuto male-
-Non dovrei essere io a giudicare?-
Alzai l'angolo della bocca in su  facendo un piccolo sorriso.
Era il momento di mettere in atto il mio piano.
-Ma dimmi, perché sei in camera mia?- chiese.
Poi il mio sorriso diventò un po' più malizioso.
Mi avvicinai lentamente.
-Finalmente ho capito- sussurrai con voce suadente -ne ho abbastanza-
-Di cosa?- sussurrò lui.
Mi avvicinai ancora di più per fare in modo che sentisse il mio fiato sulle sue labbra.
-Voglio essere tua- mormorai prima di baciarlo.
Gli allacciai le braccia al collo, mettendo le mie gambe attorno al suo bacino.
-Andiamo- ansimai -nel letto-
Annuì come estasiato e mi condusse lì.
Mi posò delicatamente sulle coperte e io cominciai a togliergli la camicia.
Cominciai a baciargli la clavicola, il collo e poi l'angolo della bocca.
-Rose- ansimò -no-
-No?- chiesi guardandolo confusa.
-Fermati-
Mi allontanò di poco, ma vidi quanto si sforzò per dirmi quella parola.
Per dirmi di fermarmi.
-Ma io pensavo che volessi farmi tua- mormorai.
Non poteva fermarmi, altrimenti non avrei potuto indurlo a portarmi nella stanza segreta.
-E lo voglio- disse allontanandosi  completamente -ma questa non sei tu-
-Perché continuate a dirlo tutti?- mi lamentai abbottonando la mia camicetta -Io sono sempre stata così-
-Io non mi sono innamorato di una ragazza che alla prima occasione tenta di sedurre un ragazzo o che risponde in classe. Mi sono innamorato di una ragazza con il naso perennemente in un libro, che arrossisce ad ogni singolo complimento facendomi venire voglia di fargliene sempre di più solo per ricordarmi il colore che assumono. Di quella ragazza che non può fare a meno di battibeccare con me ma sotto sotto adora le mie osservazioni sarcastiche e idiote.
Di quella ragazza che non sei tu-
Lo guardai senza parole, ma poi mi venne in mente.
-Mi dispiace così tanto- dissi con gli occhi lucidi -pensavo che cambiare fosse l'unico modo per farti capire che mi sento in colpa per come ti ho trattato dopo che hai baciato Geneviève... pensavo che forse solo se mi fossi concessa te allora mi avresti perdonato-
Mi guardò sconcertato.
-Pensi davvero questo di me?- mormorò -Pensi che ti avrei perdonata solo se fossi venuta a letto con me?-
Annuii piano.
-Ma non ricordi quello che ti ho detto appena ritornati ad Hogwarts? Ti avrei dato il tempo di cui avevi bisogno e sono ancora convinto di questa cosa-
-Mi dispiace tanto-
Mi tuffai tra le sue braccia.
-Grazie della comprensione- dissi posando la testa nell'incavo del suo collo.
Mi accarezzò la schiena e senza che mi vedesse, sorrisi vittoriosa.
Lo avevo in pugno.
Mi staccai lentamente da lui e lo guardai.
-Non credo di essere nella posizione di chiedertelo ma- cominciai -mi serve il tuo aiuto con una pozione-
-Una pozione?- chiese.
-Vedi, mia cugina Lucy è appena diventata un'adolescente e ha bisogno di una pozione per eliminare le... ehm impurità della pelle-
-Senza mancare di rispetto a tua cugina, ma cosa c'entro io?-
Roteai gli occhi al cielo sorridendo.
-Non ci arrivi sciocchino?- gli diedi un buffetto sulla guancia -nessuno sa dove Lumacorno tenga le sue scorte di ingredienti... tranne me e te-
Alzò un sopracciglio.
-La stanza che tu e Albus avete scoperto contiene delle scorte di pozioni- spiegai
-potresti prendermeli?-
Indugiò per un istante poi annuì.
Aprì la porta per farmi passare poi se la chiuse alle spalle.
-Sicura di essere tornata la Rose di sempre?- chiese guardandomi negli occhi.
-Sicura- gli sorrisi.
Lanciai un ultimo sguardo verso la scrivania prima di uscire.
Se Malfoy non avesse rovesciato la cornice sulla scrivania, probabilmente sarei riuscita a vedere ciò che nascondeva.
Una foto di me e lui al mio compleanno in crociera mentre ballavamo.
Io chinavo per un istante lo sguardo probabilmente a causa di un complimento di lui e poi lo alzavo sorridendo.
E se avessi visto la foto e lo sguardo pieno di amore e tenerezza che Scorpius mi stava riservando, forse avrei capito che il modo in cui Justin mi amava non era quello in cui volevo essere amata.

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