"Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla, come in una favola c'è dolore, e come una favola, è piena di meraviglia e di felicità"
-Dal film La vita è bella.Ciò che accadde dopo che ebbi ucciso Ivàn è una sequenza di immagini confuse nella mia mente.
Ricordo che ad un certo punto il mantello del ragazzo era inzuppato dalle mie lacrime, essendo probabilmente scoppiata a piangere.
Una maniera di esternare il dolore.
Accanto a me, il pugnale era scomparso, lasciando il posto alla bacchetta di Sambuco, il mantello dell'invisibilità e la pietra della resurrezione.
Ricordo di aver chiuso gli occhi ed essere crollata sul corpo oramai senza vita di Ivàn, stringendo i lembi del suo mantello fino a farmi sbiancare le nocche.
Forse il dolore fisico avrebbe potuto attenuare quello emotivo.
Ricordo che ad un certo punto avevo sentito dei passi e Geneviève che mi chiedeva cosa fosse accaduto, osservando con occhi sgranati e le mani premute sulla bocca il corpo a terra e i miei vestiti macchiati del sangue di Ivàn.
Ricordo la voce tremante della ragazza mentre con la bacchetta creava delle scintille rosse e poi si chinava vicino a me e tentava di allontanarmi dal corpo, mentre io urlavo disperata.
Ricordo che ad un certo punto delle grosse manoni mi avevano sollevata, come se non avessi peso, e il mio volto veniva solleticato dalla lunga barba bruna ormai striata di bianco di Hagrid, che mi stava portando fuori da quel maledetto labirinto.
Ricordo il volto della McGranitt, improvvisamente sbiancato, mentre sillabava che il torneo TreMaghi aveva tolto un'altra vita.
Avrei voluto urlare che ero stata io, che era stata tutta colpa mia.
Che era la mia mano quella che aveva impugnato il pugnale intriso del sangue di Ivàn e che erano stati i miei occhi quelli che avevano visto l'ultimo alito vitale del ragazzo spirare, così come la sua anima volare in cielo e raggiungerne un'altra.
Ricordo di aver alzato lo sguardo, in quel momento, verso il cielo blu scuro sopra Hogwarts e aver visto una stella proprio accanto alla Luna, prima coperta da una nuvola.
Quando essa scomparve, proprio accanto a quella stella, ne comparve un'altra, più piccola, che sembrava stesse entrando sotto l'ala protettiva di quella più grande.
Immaginai fosse l'anima di Ivàn che aveva raggiunto quella di sua madre.
Ricordo che, tra le braccia di Hagrid, mi sentivo vuota e logorata dai sensi di colpa.
E senza sapere perché, come se una forza invisibile mi dicesse come muovermi, avevo alzato la testa di poco, e per qualche istante ci fummo solo noi due.
I miei occhi color del mare incatenati a quelli come uno squarcio di cielo dopo un temporale di Scorpius.
La sua voce disse il mio nome.
Quella voce che nel sorso degli ultimi sette anni della mia vita era diventata così famigliare e conosciuta proprio come se fosse la mia.
Poi, non ricordo più nulla.******
Quando i primi raggi del sole colpirono le mie palpebre chiuse, mi costrinsi ad aprire gli occhi.
Inizialmente vidi tutto sfocato ma, facendo una panoramica del luogo in cui mi trovavo, capii di essere in Infermeria.
E i ricordi mi assalirono.
Come un'onda che si infrange sugli scogli.
La mia mano sinistra era avvolta da un piacevole tepore e quando mi voltai in quella direzione, mi resi conto che un'altra mano me la stava tenendo.
Scorpius si era addormentato sulla sedia accanto al letto, con i capelli arruffati dal sonno e il respiro regolare.
Con il pollice della mano intrecciata alla sua, gli carezzai la pelle fino a che lui non borbottò qualcosa.
-Al, ancora cinque minuti...- mormorò.
Mi costrinsi a non ridere, ma fallii.
Una piccola risata sfuggì al mio controllo e Scorpius aprì lentamente gli occhi.
-Rose...- disse con la voce ancora impastata dal sonno, poi mise il mio volto a fuoco e mi prese tra le braccia.
-Sono morto ogni minuto aspettando che ti risvegliassi- sussurrò baciandomi piano.
-Sei stato qui tutta la notte?- sussurrai guardandolo negli occhi.
-Certo che si. In realtà volevo vegliarti fino a quando non ti fossi svegliata ma alla fine il sonno ha avuto la meglio su di me-
-Non importa, significa che avevi bisogno di dormire. Grazie anche solo per essere stato qui con me-
-Come stai?-
Gli occhi mi divennero improvvisamente lucidi e una lacrima cadde, senza che riuscissi a fermarla.
Lui mi carezzò lo zigomo, scacciandola.
-È tutta colpa mia Scorpius- mormorai -l'ho ucciso io-
-Hai fatto la cosa giusta Rose. Fidati di me, era l'unico modo per impedire che qualcun altro potesse diventare padrone della morte. Sei stata coraggiosa, hai avuto la forza di fare qualcosa che molto probabilmente se al tuo posto ci fosse stata un'altra persona non avrebbe fatto-
-E allora perché non sono felice?-
-Perché anche tu sei umana e ti è permesso provare sentimenti. E quello che hai fatto, nonostante fosse la cosa giusta, è stato comunque duro per te e ora ne stai subendo le conseguenze-
-E se non ritornassi più quella di prima? Se ciò che ho fatto mi cambiasse per sempre?-
-Non accadrà. Perché tu non sei cambiata, sei sempre la stessa. Credi solo di essere diversa ma non è così-
-Come fai a credere in me anche quando nemmeno io ci credo?-
Scorpius sorrise dandomi un bacio sulla fronte.
-Perché ti amo e nessuna barriera può resistere all'amore. L'amore osa tutto quello che può- disse.
-Grazie di esserci sempre- dissi appoggiando la mia fronte sulla sua -e grazie di amarmi-
Perché la misura dell'amore è amare senza misura, aggiunse Hope.
Sant'Agostino eh?, feci.
Se è stato fatto santo ci sarà un motivo Rosellina... E ora, invece di parlare con me, bacia il pezzo di manzo che hai di fronte.
Pezzo di manzo? Da quando lo chiami così?
Mi ascolti quando parlo? BACIALO!
Scossi leggermente la testa e seguii il consiglio di Hope.
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Believe in Me
FanfictionSequel di "Hate or Love?" "Lui vedeva l'oscurità nella sua bellezza e lei vedeva la bellezza nella sua oscurità" Di nuovo ad Hogwarts, con il costante borbottio alle mie spalle e il settimo ed ultimo anno ad attendermi. Non avevo idea di cosa sarebb...