XXVI. Le fanciulle non si innamorano sempre dei loro salvatori?

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"Il sole può tramontare e risorgere; per noi quando la breve luce si spegne resta un'unica eterna notte da dormire"
-Catullo.

Sorrisi un'ultima volta ai miei genitori e poi salii sull'Espresso di Hogwarts.
Mi diressi immediatamente verso la cabina dei caposcuola, insieme a Camille.
-Quindi cosa è accaduto tra te e Scorpius a Capodanno?-  mi chiese per l'ennesima volta lei.
-Te l'ho detto- risposi senza guardarla negli occhi -niente-
E alla fin fine, non era poi nemmeno una bugia.
Tra noi davvero non era successo niente.
Per lo meno, niente di così eclatante da essere reso pubblico.
Solo un momento - un attimo - che avrei custodito nel mio cuore.
Niente di più.
Quindi il fatto che tu sia ancora innamorata di lui non è eclatante?, rimbeccò Hope, ah no, hai ragione. Questo si sapeva già quindi non lo è.
Hope non iniziare, per favore.
Guarda che sei stata tu a tirare in ballo la questione.
Scossi la testa tentando di zittire la mia coscienza e poi sospirai.
-Sicuro, e Voldemort era uno stregone conosciuto per essere un timidone, bandito dal Perù, amante dei gatti, con una sfrenata passione per i glitter e che ha come combinazione perfetta capelli neri e occhi azzurri- replicò Camille -e non dimentichiamoci del suo gatto, il Presidente Miao e la sua migliore amica dalla pelle blu... come si chiamava?-
-Catarina Loss e veramente questo è Magnus Bane- obiettai -Oh, lui e Alec Lightwood sono la migliore coppia di tutta la saga! Ed è stata solo colpa di Camille Belcourt se...-
-Non cambiare argomento mettendoti a fangirlare Rose!-
Sospirai sconfitta.
-E va bene- mormorai -qualcosa è successo-
Ed in quel momento, mi venne in mente.
-Qualcuno ha messo una pozione nella mia bevanda a Villa Malfoy- spiegai -per questo ho immaginato di vedere Vanessa e Scorpius amoreggiare-
Gli occhi castani di Camille si scurirono.
-Pensavo ci fosse qualcosa sotto- rivelò -quelle erano chiaramente allucinazioni ma, tutto ciò che ora mi chiedo è: perché-
-Ma soprattutto chi- aggiunsi.
La guardai.
-Chi vorrebbe farmi allontanare ancora di più da Scorpius?- domandai.
-Non lo so ma...- fece lei prima che Lysander uscisse dalla cabina dei caposcuola tutto trafelato.
-Eccovi ragazze!- disse agitato -dovete farla ragionare, davvero. Mi serve il vostro aiuto-
Io e Camille ci guardammo perplesse mentre lui spariva nella cabina da cui era uscito immaginando lo avremmo seguito.
Entrammo nella stanza e vedemmo Millie Hopper intenta a gesticolare animatamente.
-È necessario ragazzi!- stava esclamando.
-Millie, è una cosa ridicola!- replicò invece Scorpius.
-Ma lo abbiamo sempre fatto, durane ogni viaggio!- ribattè lei.
-Davvero Millie non è il caso di stare così addosso agli studenti- suggerì Henry Branwell, di Tassorosso -siamo su un treno, cosa credi possa accadere?-
Poi ad un tratto, Scorpius si voltò verso di me e i suoi occhi si illuminarono.
-Henry- disse alzandosi -ho cambiato idea-
Lui lo guardò frustrato.
-Ma, amico, dovevamo fare fronte comune!- esclamò.
-Mi dispiace- disse il giovane Malfoy -ma improvvisamente penso che Millie abbia completamente ragione, dovremmo fare un giro per il treno e controllare che tutti gli studenti siano nelle cabine-
Millie annuì trionfante.
-Oh, finalmente qualcuno con un po' di senno!- sorrise.
-E penso anche- continuò Scorpius guardandomi -che farò io il primo turno, con Rose-
Poi si avvicinò a me con passo spedito e mi prese per mano, strattonandomi fuori.
Il tutto senza la men che minima spiegazione.
Puntai i piedi per terra tentando di farlo fermare.
-Mi spieghi che sta succedendo?- chiesi irritata.
-Niente- lui sorrise -volevo solo stare da solo con te-
Si avvicinò e mi prese le mani tra le sue.
-Scorpius...- sussurrai -sai che sono ancora confusa...-
Il suo sguardo si rabbuiò.
-Ma io pensavo che dopo il mio compleanno...- indugiò -avessimo chiarito le cose-
Mi scostai delicatamente da lui.
-Ho bisogno di tempo- dissi -davvero-
Lo guardai dritto negli occhi e vidi le scaglie azzurre nelle sue iridi diventare quasi grigie.
-Te ne concederò tanto quanto ne hai bisogno-disse -anche se ogni volta che ti vedo muoio dalla voglia di stringermi a te ma mi è proibito-
Quella frase mi colpì.
Era come una di quelle ad effetto che gli eroi nei romanzi pronunciavano alle fanciulle amate.
Senza sapere perché, come se una forza invisibile mi attraesse a lui, mi sporsi in avanti e gli diedi un bacio sulla guancia.
-Prendilo come una garanzia- sussurrai al suo orecchio.
-Garanzia che userai il tempo per pensare a noi due sul serio?- mormorò.
-Userò il tempo per pensare a noi due sul serio- confermai.

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