"Alcune volte il passato è una cosa che non si riesce proprio a dimenticare e altre volte il passato è una cosa che faresti di tutto per dimenticare. E a volte impariamo qualcosa di nuovo del passato, che cambia tutto ciò che sappiamo del presente"
-Meredith Grey.Quando riaprii gli occhi mi sorpresi nel constatare fossi avvolta dalle tenebre.
Era notte.
Mi guardai intorno e vidi che l'unica luce era prodotta da alcuni lampioni a gas che illuminavano strade sterrate.
C'erano enormi edifici, alcuni dall'aria abbandonata, e vicino ad un marciapiede vidi una carrozza.
Sbattei le palpebre, incredula.
Cosa poteva farci una carrozza a Londra nel ventunesimo secolo?
Feci qualche passo e sentii il rumore dei tacchi.
Chinai lo sguardo e rabbrividii.
Non ero più vestita con la tenuta nera di Hogwarts ma con un ampio abito rosso che arrivava fino a terra in stile vittoriano.
In stile vittoriano?, fece Hope, Non crederai che...?
Oh Merlino.
Non poteva essere.
Alzai l'abito e vidi che al posto dei miei stivali bassi avevo degli stivaletti con il tacco, al cui interno scorgevo la mia bacchetta.
Sentii in corpo una sensazione di famigliarità alla sua vista.
-Non può essere...- mormorai -la magia non essere così forte...-
Vidi per terra un giornale.
Lo raccolsi con mani tremanti.
Londra, Aprile 1878. Ragazza di circa quattordici anni trovata morta in un vicolo.
Lo lasciai cadere, sentendomi la gola arsa e un forte senso di panico.
Hope non crederai che...?, chiesi.
Di chi altro credi possa trattarsi? È Emma Bayliss. E noi sappiamo chi l'ha trovata.
-Oh Merlino-
Sentivo le gambe cedere e mi appoggiai ad un lampione.
Feci dei respiri profondi.
Il posto era quello che avevo visualizzato.
La cattedrale di St. Paul si ergeva sopra il Tamigi, che era proprio davanti a me.
Alzai lo sguardo incontrando il familiare ponte a pochi metri da me.
Il Blackfriars Bridge.
Il posto era quello, ma l'epoca no.
Ero in piena età vittoriana.
E questo poteva significare solo una cosa.
Guardai verso il ponte in cerca di un appiglio, qualcosa che confermasse la mia strampalata ed improbabile teoria.
E li vidi.
Un ragazzo, i quali capelli argentei apparivano quasi bianchi al chiarore della luna.
E una ragazza dai capelli castani raccolti in un'elaborata acconciatura.
Non potevano essere chi pensavo, non sarebbe stato possibile.
Era un libro non la vita reale.
Ma dopotutto... tutte le storie sono vere.
Rosellina in questo contesto la frase è azzeccata in tutti i sensi.
Erano come me li ero sempre immaginati e quasi mi mancò il fiato.
E se erano li...
Feci mente locale.
Se quei due erano chi pensavo, era nel primo libro della trilogia e tra poco sarebbe successo il finimondo.
Vidi infatti un'altra coppia, ma l'uomo e la donna in questione non sembravano avere un'età.
Avevano entrambi occhi sporgenti come rospi.
Capii subito.
Autonomi.
Senza pensarci, estrassi la bacchetta dallo stivale e seguii la coppia.
I due si stavano dirigendo verso i ragazzi che avevo riconosciuto.
-Buonasera, possiamo fare qualcosa per voi?- chiese il ragazzo dai capelli d'argento.
Poteva essere una persona soltanto.
James Carstairs.
Gli automi rimasero in silenzio, mentre io mi avvicinavo di soppiatto.
-Scusate- continuò Jem spostando lievemente la mano verso la cintura delle armi che aveva alla vita -vi sarei grato se lasciaste passare me e la mia compagna...-
Prese per mano la ragazza dai capelli castani che riconobbi come Theresa Gray e fece per muoversi.
Poi l'automa con le sembianze di un uomo disse qualcosa, rispondendo ad una affermazione di Tessa, che non capii e vidi negli occhi di Jem balenare un lampo di panico.
Parlarono per qualche istante e poi la mano di Jem si strinse sul pomo del suo bastone.
Lui con un movimento fulmineo fece un affondo e con la lama spuntata dal bastone colpì l'automa.
-Lo sapevo...- mormorò sorridendo.
In quel momento mi resi conto che gli incantesimi non sarebbero serviti a nulla quindi mi voltai verso l'albero più vicino e gli puntai la bacchetta contro.
-Confringo!- dissi e un ramo si staccò.
Lo afferrai e corsi per colpire alle spalle l'automa donna.
Jem mi guardò confuso ed allarmato, mentre io scagliavo il ramo.
L'automa non sembrò aver incassato il colpo perché si voltò verso di me mettendomi una mano al collo.
Il fiato mi mancò.
La bacchetta era troppo lontana, non ci arrivavo.
Jem scartò l'automa con cui stava combattendo e tranciò con il bastone il braccio di quello che mi arpionava.
Presi un'enorme boccata d'aria e guardai con gli occhi fuori dalle orbite il ragazzo davanti a me.
Lo vidi prendere una decisione immediata guardando dietro di me.
Mi voltai, altri automi.
-Correte- disse e io vidi per un istante il mio riflesso nei suoi occhi argentati.
Mi agguantò il braccio e con la mano libera prese quella di Tessa e cominciò a correre.
Corremmo per alcune centinaia di metri fino a che non ci trovammo in Fleet Street.
Jem tossì e io mi voltai allarmata.
Stava per accadere.
Lui si mise una mano al fianco e crollò a terra, sputando sangue.
-Oddio- esclamò Tessa affrettandosi al suo fianco -stai bene? Sei ferito?-
Lui guardò disperato la porta dell'Istituto.
-Serve un Cacciatore per aprire la porta!- esclamai e lei mi guardò sorpresa.
Immaginai si stesse chiedendo come lo sapessi.
Tessa guardò allarmata il ragazzo.
-Jem! Jem, per favore, devi aprire la porta...- disse.
Lui cercò di mettersi in piedi, ma gli cedettero le ginocchia; crollò a terra, con il sangue che gli scorreva agli angoli della bocca.
Lei allora andò a sbattere le mani contro il portone chiedendo aiuto.
Mi avvicinai al ragazzo, inginocchiandomi accanto a lui.
-Lascia che ti aiuti- dissi.
Tentai di mettermi il suo braccio intorno alle spalle ma senza successo.
Il corpo del Cacciatore giaceva immobile.
Sentii un rumore metallico e degli automi venirmi incontro.
Mi alzai di scatto prendendo la bacchetta, unica mia fonte di salvezza, e puntandogliela contro.
Tessa recuperò il bastone di Jem e lo agitò.
-Stai lontano da lui!- urlò contro uno di essi.
Quello si avvicinò al corpo inerme di Jem e, dopo aver immerso uma mano artigliata nel suo sangue, sparì giù dai gradini.
Gli altri automi fecero per accerchiarci ma all'improvviso una luce divampò dietro di noi.
Io e Tessa ci guardammo con il sollievo dipinto in volto e poi uscirono dalla porta dell'Istituto tre Cacciatori.
Una donna minuta ma dalla presenza imponente aveva un affilato disco di metallo in mano.
Charlotte Branwell.
Un uomo dai capelli rossi con una lama angelica in mano squarciò il petto di un automa.
Henry Branwell.
E infine un ragazzo dai capelli neri arruffati e gli occhi di un azzurro intenso che aveva una falce in mano.
Il mio cuore perse un battito.
Sembrava la controparte di Scorpius.
William Herondale.
Lui mi guardò confuso per un istante e poi sentii le ginocchia cedere e venni avvolta dalle tenebre.
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Believe in Me
FanfictionSequel di "Hate or Love?" "Lui vedeva l'oscurità nella sua bellezza e lei vedeva la bellezza nella sua oscurità" Di nuovo ad Hogwarts, con il costante borbottio alle mie spalle e il settimo ed ultimo anno ad attendermi. Non avevo idea di cosa sarebb...