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Dopo aver gettato i vestiti nell'asciugatrice che incuteva meno fiducia di un dinosauro in un negozio di porcellana, si chiusero in bagno per non far vedere la loro "personalità". Quando i vestiti furono asciutti, e dopo aver pagato, Giada li lanciò ad Ali e alla Mattio da sopra alla porta del bagno e loro li indossarono. Uscirono dal bagno velocemente e Ali disse sollevata -Veloce e indolore!-. Le Giade erano d'accordo e annuirono. Fecero per uscire ma la donna pallida col turbante che era dietro al bancone le fermò -Can I help you?- le ragazze non si fidavano della donna ma, essendo la loro unica possibilità, Giada rispose -Si, sa quanto manca a New York?-. La signora storse il naso e Alice le rifece la domanda traducendola in inglese. La signora sorrise gentile e disse -I can take you to New York!- le ragazze si guardarono come per cercare la conferma che non solo a loro era capitato un miracolo. Alice si affrettò a rispondere prima che la donna cambiasse idea -Really? Thank you!-. La signora fece cenno di seguirla con la mano e si avviò verso una porta sul fondo della stanza. Loro la seguirono e, oltrepassata la porta si trovarono in un garage umidi e fiocamente illuminato vuoto apparte per un pandino verde sporco in mezzo. La donna entrò e mise in moto, dopo fece cenno a Giada di salire davanti e alle altre dietro. Dieci minuti dopo attraversavano a velocità paurosa uno strettissimo ponticello. Alice e la Mattioli comunicavano con gli occhi. Ali si coprì gli occhi e mosse le labbra a dire "Come fa a guidare di notte con gli occhiali da sole?". La Mattioli alzò le spalle e Guardò la Galli che era visibilmente in imbarazzo. La donna parlò -Fra qualche minuto saremo a New York.- Ali chiese stupita -Lei conosce l'Italiano?-. La donna sorrise -Conosco molte lingue. Cosa dovete fare a New York?- la Mattioli non si fidava affatto della donna, era strano che si fosse subito offerta per portarle a New York, lasciando il negozio incustodito quindo raccontò una bugia. -Eravamo andate ad una festa in un paese vicino ma abbiamo perso la cognizione del tempo e i bus non passano a quest'ora...- la Galli la guardò come per dire "GENIO" e Alice le diede una gomitata di incoraggiamento. -Comunque ormai siamo arrivati- si fermò in un vicolo buio tra due palazzi alti e poco illumimati. Alice ringraziò la donna calorosamente, prese le Giade a braccetto e fecero per andarsene. La donna le trattenne -Non cosssì in fretta-.le ragazze si girarono e videro una donna con gli occi da serpente e i capelli fatti di milioni di piccoli serpenti.

Dani non si sarebbe mai aspettata che una botola che i suoi rapitori usavano per entrate e uscire da quella stanza la facesse cadere in un vocolo largo e trafficato. A destra c'era un'altissimo palazzo di mattoni che seguiva 3 metri di marciapiede e a sinistra un palazzo pieno di finestre che continuava per tutta la stradona trafficata, davanti a lei c'era una splendida spiaggia, ma non aveva tempo per ammirarla. Corse lungo il marciapiede stranamente pulito e andò a sbattere contro un ragazzo con i capelli neri sparati, una maglietta bianca troppo larga, dei jeans logori e non indossava le scarpe, Dani alzò lo sguardo e vide che il ragazzo aveva gli occhi vacui e teneva il telefono con due dita. Dani si scusò e corse oltre. Arrivò alla strada e attraversò senza aspettare il verde, corse in un pub molto affollato e cercò di mimetizzarsi con la folla. Arrancò verso il bagno e intravide un paio di spogliarelliste sul bancone. Aveva deciso di entrare in quel posto, nonostante odiasse i posti così, perchè sperava che i suoi rapitori non osassero entrare in un posto pieno di gente e gridare "ABBIAMO RAPITO UNA PERSONA MA È SCAPPATA. L'AVETE VISTA?". Dani si chiuse un una toilette sperando che tutto finisse. Sentì bussare e rispose che era occupato ma la porta si aprì ugualmente e entrò un ragazzo ubriaco fradicio. Dani si allontanò e disse -Em... questo è il bagno delle femmine...-. Il ragazzo la ignorò e si avvicinò come uno zombie a Dani. Se lei fosse stata Sam non avrebbe fatto un fiato, ma lei era Madre Teresa di Calcutta e tutto ciò che c'è di puro nel mondo, quindi le diede abbastanza fastidio quando il tizio le toccò una tetta. Pensava che, anche da ubriaco, avesse il buon senso di non farlo, ma si sbagliava. Gli prese la mano e la storse, il ragazzo emesse un mugolio di dolore. Lei pensò che così poteva bastare ma, mentre usciva, si sentì toccare dove non doveva sentirsi toccare. Lì tutti i principi sociali e morali in cui credeva andarono al diavolo. Gli tirò un calcio neglio stinchi e lo fece cadere per terra, facendogli sbattere la testa al water. -Così impari- gli prese la bottiglia di vino che stringeva, la buttò, e uscì dal bagno.

Le Best e gli Dei dell'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora