1-traumatizziamo un capotreno

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Era una calda giornata di agosto. No non è vero, faceva un freddo cane ed era aprile. Quattro sventurate poveracce si avviavano verso la fermata del treno. Non avevano mai fatto una gita da sole e quella sarebbe stata la prima. Si conoscevano solo dalla prima media ma era come se si conoscessero da sempre. Avevano 17 anni e non avrebbero mai viaggiato senza la Mattio che era l'unica maggiorenne, gli anni li aveva compiuti a inizio anno. Giada, una delle due, camminava in testa al gruppo sventolando i biglietti mentre ripeteva per la millesima volta cosa dovevano fare una volta arrivate in Francia. Daniela, la sola Daniela, le camminava dietro tirando una valigia che pesava il doppio di lei -rilassati Giada! Stiamo andando in vacanza a New York per la prima e ultima volta nella mia vita! Voglio godermela-. Alice e l'altra Giada urlarono un forte e entusiasmante -IL TRENO PARTE FRA 2 MINUTI SVEGLIATEVI!-. Il capotreno soffiava con tutta l'aria che aveva nei polmoni, a patto che ce ne fossero in quel piccolo corpo magro, in un fischietto.Le 4 si sbracciarono e urlarono di aspettare ma il capotreno finse di non vedere. Fece per chiudere le porte quando Alice scattò in testa e lo tenne fermo mentre le altre entravano. -dovevamo solo entrare mica era una rapina- detto questo andò a prender posto accanto all'altra Giada che, per comoditá, chiameremo Mattioli. Stava leggendo la divina commedia, purgatorio, Ali provò a leggere qualcosa ma le lettere impazzivano, riusciva a leggere cosa c'era scritto ma non ne capiva il senso. Se avesse dovuto parafrasarlo ne sarebbero venuti fuori riti satanici, cosa che alla Mattio probabilmente avrebbe fatto piacere. Giada era seduta vicino al finestrino e giocava a Geometry Dash mentre Daniela le metteva ansia sobbalzando ad ogni minimo tocco sullo schermo. Alla fine Giada sbottò -LA SMETTIAMO?- si guardò in giro e, vedendo che la guardavano tutti, cercò di farsi piccola, cosa che risultó abbastanza difficile dato che era altissima. Per la precisione la più alta di loro e della classe. Era bellissima ma non era disposta ad ammetterlo. Dani le sussurrò delle scuse e le fregò il telefono. Mentre loro litigavano per la supremazia del telefono il treno partiva, diretto verso un posto che avrebbe cercato di dividerle ma che sarebbe solo riuscito ad avvicinarle ancora di più.

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