49-non sappiamo mangiare

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A colazione, Dani e Ali parlarono della conversazione avuta con Chirone. Giada era seduta al tavolo di Ares, vicino al nuovo capo temporaneo della casa. Illia era una ragazza bassa e paffutella che non poteva avere più di 16 anni, con capelli azzurri a caschetto e occhi neri con una strana luce rossa. La Mattioli era confinata al tavolo di Atena, circondata da ragazzi che parlavano di architettura e da ragazze che tessevano. Lei li ignorava altamente e leggeva il dizionario di greco antico, come se fosse un normalissimo libro. Quando avevano parlato con Chirone, avevano raccontato anche i sogni avuti in ospedale, quel cavallo ispirava fiducia. Erano tutte abbastanza indignate dal fatto che solo la Mattioli aveva condiviso con loro il sogno. Ali omise il fuoco e Dani fu costretta a parlare della vista per spiegare il rapimento. Avrebbe fatto volentieri a meno, aveva paura che quella qualitá servisse al campo, e lei non voleva essere al centro dell'attenzione. La Mattioli aveva spiegato a Chirone che, in sogno, le era apparsa Minerva parlando il latino. Lui aveva annuito lentamente e aveva detto che preso l'avrebbero portata da Lupa, verso pranzo. Il centauro aveva anche promesso che dopo colazione avrebbe dato dei soldi per chiamare i genitori con la cabina telefonica sulla strada. -Come potevi essere sicura che le freccie avrebbero distratto il gigante?- chiese Alice. Dani guardò il piatto vuoto- Non lo sapevo, speravo di fargli male...-. Guardó il piatto più intensamente pensando "piatto piatto piatto piatto". -Dani, che stai facendo? Non puoi rompere il piatto col pensiero- Dani la guardò sconsolata- È vuoto-. Ali alzó un sopracciglio- il mio era pieno quando sono arrivata, ma odio sta roba- guardò con disprezzo il latte caldo, la fettina di fegato e i mini marsh mallow. - Qua prendono la colazione molto sul serio- disse Dani prendendo un mini marsh mallow. Ali e Dani guardarono i piatti con cattiveria. -Vabbè, a chi devo chiedere per dei pancake con la frutta e un te?- il piatto di Ali si svuotò dal cibo indesiderato e al suo posto apparvero 3 pancake con sciroppo d'acero, frutti di bosco, un'arancia e la tazza si svuotó del latte e si riempì di te nero fumante. -Woow. Provo io, allora, voglio due chili di orsetti gommosi... rossi- dal piatto apparvero un sacco di orsetti gommosi Dani ci si tuffó.

Giada odiava quella tipa: era quasi peggio di Hel. Le era stata antipatica dal primo istante in cui l'aveva vista. Sembrava solo capace di parlare di tutte le sue imprese eroiche e delle sue gite in Germania con il suo stupido padre adottivo milionario. -Comunque abituatevi a me! Chirone si accorgerá presto che quel Jack ha solo peggiorato la nostra nobile casa!- diceva Illia muovendo minacciosamente la lunga spada sul tavolo. Parlando con Markus, alla sua destra, e con North, davanti a lei, scoprì che Jack faceva volontariato per gli orfani. Si sentiva in colpa per aver trattato male gli orfani nella sua scuola e si era accorto di quanto quei bambini soffrissero solo quando aveva perso la madre. Quando aveva scoperto di essere figlio di Ares aveva pensato che fossero tutti diversi, ma l'unico diverso era lui. Anche Giada sen'era accorta: i figli di Ares suscitavano odio, la sola presenza bastava a farti ribollire di rabbia senza una ragione. Ma quando aveva fatto il giro delle lezioni e della casa dei figli di Ares aveva notato che lui faceva l'effetto contrario. Durante il giro si era trattenuta diverse volte dal dargli delle pacche sulla schiena e dirgli che andava tutto bene. Così, a caso. A volte si chiedeva se anche lei suscitasse odio. Se ispirava pugni in faccia, le sue amiche erano brave a non picchiarla.North la risvegliò dai suoi pensieri -comunque adesso rimane qua anche durante l'inverno, a casa non ha nessuno. Adesso che la sua ragazza è scomparsa è molto giù-. Giada si morse il labbro, ops. Comunque era veramente grata del fatto che lì parlassero tutti greco, al posto delle loro lingue incomprensibili. -Qualcuno sa dove potrebbe essere?- azzardó Giada. Pensava che, magari, facendo la finta tonta, nessuno avrebbe sospettato di lei. Markus, che ispirava calci nello stomaco anche se, in realtà, non faceva niente di male, rispose- No ma si pensa che sia stata la signora O'Leary a portarla da qualche parte, dato che è sparito alche il mastino infernale-simbolo del campo-. Giada non sapeva neanche che la signora O'Leary fosse la mascotte del campo. Tutti quelli al tavolo mangiavano tranquillamente, ma il suo piatto era vuoto. Aveva aspettato una cameriera o qualcosa di simile, ma non era passato nessuno. Diede una pacca a Markus- Senti, ma come si mangia?-. Lui rise, anche se era del tutto sincero e innoquo, Giada voleva comunque premderlo a sgabellate.- Devi dire cosa vuoi- Giada non aveva mai pensato di parlare col piatto, comunque provò- Brioche ai mirtilli e latte al cioccolato-. Il cibo apparve.

La Mattioli non capiva molto della mitologia greca, ma era sicura che Atena fosse la dea della strategia militare e dell'intelligenza, non del cucito. Probablimente si sbagliava, ma restava il fatto che la tizia con i capelli neri a spina di pesce e gli occhi azzurri, era fastidiosa, e non poco. Forse aveva dei problemi e non doveva pensarlo, ma era il terzo guanto di lana che le faceva, con 4 dita! -Senti, che problema hai?- la ragazza la guardò con occhi vacui. Si sistemò il vestito bianco con sopra la maglia del campo e torno a sferruzzare. La Mattioli l'avrebbe picchiata volentieri. Da qualche parte aveva letto che agli autistici odiavano le domande. -Ti chiami Giovannola- tentò. La ragazza la guardó- No, mi chiamo Winny-. -Stai facendo quei guanti con quattro dita senza una ragione-. La ragazza tornò a cucire e la Mattioli decise di lasciar perdere. -Sono per il mio cane, lui aveva 4 dita e 4 zampe- la Mattioli si dispiaque per lei, aveva sentito bene l'"aveva". -Hai 15 anni- ci stava prendendo la mano con le domande indirette. -Si- ok, ora voleva una medaglia al valore. Rimase a guardare Winny sferruzzare per un po'. La ragazza si stufò, mise via i fili e i ferri, guardò il piatto e il cibo apparve magicamente. La Mattioli non ci aveva fatto caso ma tutti stavano mangiando e non c'erano cameriere. Si concentrò sul piatto pensando che ci fosse un piatto predefinito, ma non accadde nulla. Qualcuno rise -Non si fa così!- la Mattioli si girò per vedere chi le turbava l'animo. Una ragazza con i capelli marroni raccolti in uno chignon e gli occhi grigi le stava sorridendo. Dal fatto che i ragazzi vicino a lei ridevano e la guardavano, capì che quella tizia non era simpatica come dava a vedere con quel sorrisetto. -Sono nuova, come si fa?- la ragazza trattenne a stento la risata. Guardò il piatto e disse- Fagioli e pane-. Nel piatto apparvero fagioli e pane. La Mattioli era sbalordita, più che dal fatto che quei piatti potevano produrre tutto quello che volevi, dal fatto che quella tizia mangiasse fagioli e pane a colazione. Cercò di sorridere e ritirò fuori il dizionario di greco- Come ti cammi?-. La ragazza rise- Si dice CHIAMI, e comunque io sono Rosalba-. La Mattioli si accorse di aver sbagliato pronuncia e guardò male Rosalba e il suo gruppo di amici che erano tornati a ridere. -Gocciole e latte con un sacco di cioccolato ciccione-

Le Best e gli Dei dell'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora