37-diventiamo assassine

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Alice capì subito chi era e appena la donna avvicinò la mano agli occhiali da sole urlò -GIRATEVI! non la guardatela negli occhi!-. Giada e la Mattio non ne sapevano molto della mitologia greca ma riconobbero all'istante Medusa e obbedirono. Ali corse verso un bidone e impugnò il coperchio a mò di scudo lurido. Giada prese la Mattio per mano e Ali a braccetto. Medusa sibilò vicinissima a loro e le 3 tentarono di scappare. Erano in strada, i taxi sfrecciavano ignorando i limiti di velocità. Una ragazza con una maglia arancione parlava con una donna al comando di un taxi che sembrava fatto di nuvole nere. Giada cercò di fermare i taxi e la Mattioli tentò di implorare i tassisti affinchè le facessero salire senza pagare, ma nulla. Ali indicò il coperchio che teneva in mano e nel riflesso videro che Medusa si muoveva velocemente verso di loro. Ali chiese alla ragazza con la maglia arancione -Please, let we use this taxi with you- la ragazza storse il naso ma capì, nonostante lo scarso inglese di Alice, cosa stava chiedendo. La ragazza con i capelli neri e ricci guardó dietro di loro e sembrò allarmata alla vista di Medusa. Giada pensò che era strano dato che quelle poche persone che giaravano non la vedevano. -You are a... semidea?- chiese Giada, si rivolse ad Alice -Come si dice "semidea" in inglese?-. Ali alzò le spalle. La ragazza guardò la tassista -loro sono con me-. La Mattioli disse -Grazie mille-, ma la ragazza non capí. Ali e Giada all'inizio non se ne accorsero, ma poi capirono che la ragazza aveva parlato in greco antico... e l'avevano capita tutte tranne la Mattio, che aveva parlato in latino. Ali disse a Giada -Bè adesso possiamo parlare in una lingua che tutte capiamo-. Salirono sul taxi in tutta fretta mentre Medusa si scaraventava sulla portiera e la teneva aperta. Giada si era rotta di quella lavandaia quindi chiuse gli occhi, prese il coperchio che aveva Alice, prese la testa di Medusa, la portò in avanti e sbattè con violenza la porta finchè qualcosa non cadde per terra e il taxi partì. Le ragazze aprirono appena un'occhio e, appena videro la testa mozzata di Medusa, desiderarono non averlo mai fatto. Ali recuperò gli occhiali da sole che  le erano caduti e li rimise alla testa. -Ho letto che anche se muore i suoi occhi funzionano-. La Mattio guardò i serpentini sulla testa del mostro con espressione sognate e ne staccò uno che cercava di morderle il dito, ma era troppo piccolo. Solo quando quella che pensavano essere UNA tassista parlò, si accorsero che erano TRE donne che parlavano all'unisono.

Dani era veramente indignatha e chiuse la porta del bagno. Si guardò attorno e andò al lavandino per lavarsi la faccia. Guardò il suo outfit pensando che non di mimetizzava per niente con quello delle persone che erano nel locale: jeans, maglietta troppo larga e scarpe da ginnastica nere. Con la coda dell'occhio vide una ragazza che entrava nel bagno e si accorse che genere di posto era quello. La ragazza indossava un vestito viola glitterato troppo corto con una profonda scollatura con i lacci, una giacca di pelle nera con le borchie e degli stivali di pelle neri alti. Dani uscì dal bagno cercando di farsi piccola piccola. Nonostante il fracasso sentì la campannellina che avvisava quando la porta dell'ingresso veniva aperta. Cercò di ballare per farsi largo tra la folla completamente sbronza per vedere chi era entrato. Con orrore vide l'uomo-uovo di pasqua che lavorava per Karin. Cercò di ballare neturalmente fino al bagno. Si chiuse la porta alle spalle e cercò di aprire ogni porta, ma erano tutte occupate. Bussò energicamente alla porta della ragazza "suora" che urlò scocciata -OCCUPATO-. Dani pensò che almeno era italiana. Cercò con gli occhi qualcuno vestito in modo abbastanza sobrio, ma si accorse che la ragazza italiana era quella messa meglio. Prese la saponetta e la lanciò da sopra la porta del bagno della ragazza, prese un pezzo di carta per asciugarsi le mani e aprì la pprta del bagno senza ritegno. Spiaffò la carta sulla faccia della ragazza finchè non perse i sensi. Dieci minuti dopo Dani indossava un abito di qualche taglia più grande che le arrivava appena al ginocchio, con la giacca di pelle allacciata e le sue scarpe da ginnastica. Pensò che così era quasi perfetta, si sistemò i capelli con le mani, si buttò nella mischia e provò a ballare. Stava andando tutto bene e l'omone stava per uscire sconsolato quando gli altoparlanti annunciarono che era ora del re/regina della festa. I riflettori cominciarono a ruotare e Dani si provò a nascondere dietro alla gente. Dopo un rullo di tamburi che veniva palesemente dalle casse e non dal barista, le luci si unirono e si fermarono nell'unico posto dove non dovevano fermarsi, su Daniela.

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