30-c'è gente che non capisce la gravità della situazione

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Giada fù travolta da un misto di gioia, terrore e senso di colpa. Per qualche ragione, sapeva che se non avesse parlato male della ragazza di Demetra davanti alla signora O'Leary tutto quello non sarebbe successo. Anche le altre lo pensavano perchè guardarono Giada spaventate.Aveva due codini rossi ed era pallidissima. La Mattioli si avvicinò alla ragazza. L'aveva vista mentre era al poligono di tiro mentre raccoglieva delle fragole. Si avvicinò il polso della ragazza all'orecchio. -È viva- bisbigliò. Giada commentò fredda -Mancava solo che moriva-. Alice decise di ignorarla anche se avrebbe voluto dirle che era colpa sua. Non lo fece soprattutto perchè se quella ragazza fosse stata la Di Bianco lei si sarebbe messa a ridere. Che sadica. Giada le aggiornò -Si chiama Klar Vraler, è tedesca ed è pallida di natura. Occhi azzurri,17 anni, 168cm, 52kg, adora il lancio del giavellotto anche se fa schifo e alle 4:50 di mattina va da qualche parte. Nessuno sa dove.-. La Mattioli la guardò ammirevolmente -Sai che ora ti sto amando? Non sapevo fossi così stalker!-. Giada la guardò cupa. Alice grattò la signora O'Leary dietro l'orecchio. La Mattioli disse, spezzando il silenzio, -Bene, penso che sia svenuta alla vista della signora O'Leary. Lasciamola portare dove vuole da questo cagnone, noi abbiamo di meglio da fare-. Alice era stata leccata in faccia e aveva i capelli dritti. -Bleach- disse pulendosi la faccia con la parte bassa della maglia. La Mattioli ne approfittò per squisharle la pancia. Ali si affrettò a tirare giù la maglia. -Hai ragione Mattio- tagliò corto Giada. Partì in quarta verso la spiaggia. Ali e la Mattio si guardarono strane e la rincorsero. Durante il tragitto nessuno parlò. Arrivate, le luci delle case erano tutte spente. -Ormai è troppo tardi per rientrare, bisogna farlo ora- disse Alice cercando di motivare la Mattioli che non sembrava molto entusiasta. Giada scostò le tende. La caverna era tappezzata di poster contro l'inquinamento e l'estinzione dei panda, a Daniela sarebbe piaciuto. Per terra c'era un materasso ad acqua dall'aspetto morbido con un piumone a mandala. Anche quello sarebbe piaciuto molto a Daniela. In realtá il letto le attraeva tutte, era fluo. Appese al soffitto c'erano delle clessidre, altre erano per terra, a pezzi. Da un lato c'era una scrivania piena di disegni bellissimi. Alice si fermò ad ammirare i ritratti. Anche sulle pareti era pieno di tele schizzate e avunque guardavi potevi vedere matite, pennarelli, gomme e pennelli. Andarono tutte verso al cassetto dove avevano visto rovistare Chase.

Daniela si svegliò con la testa, le spalle e il fondoschiena doloranti. Evidentemente era troppo pesante per il rapitore. Si ricordò tutto di colpo. Le scese una lacrima. Perchè Max l'aveva rapita? Pensava che fossero amici. Chi era quella ragazza coi capelli rossi? Perchè aveva gli occhiali da sole? Troppe domande per un cervellino come quello di Dani. La luce investì la scatola di metallo dove era stata messa. Provò a muoversi, non ci riusciva. Era legata ad una sedia. Almeno non era umido. Appena la porta si aprì si accorse di essere in una sala come quelle dei film polizieschi. Tavolo d'acciaio, pareti tristi e vetro strano che da fuori vedi ma da dentro no. Entrò un'uomo alto e muscoloso sulla trentina. Era pelato e aveva gli occhi rossi, completamente rossi. Non rossi del tipo "errore genetico" o "ho pianto", rossi tipo "mi sono spremuto tutti i limoni del mondo negli occhi". Non le faceva paura. Dopo l'uomo entrò un bambino che non poteva avere più di 7anni. A Daniela mancò il fiato. Lo riconobbe subito. Come avevano fatto a rintracciarlo? Cosa volevano farci? Non avrebbero dovuto tirare dentro questo affare anche quel povero bambino. Il bimbo disse -Ciao Dani-. Dani sorrise cercando di fargli credere che andava tutto bene e tispose -Ciao Ale-.

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