2|impatto

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📍San Paolo, Brasile
Novembre 2015

"Buona fortuna Alex." esclama uno dei meccanici di fianco a me in griglia, mentre infilo il casco.
Me ne servirà molta di fortuna oggi.
Piove a dirotto qui al circuito di Interlagos, si vede poco e niente e di certo non speravo di giocarmi il titolo di GP2 in queste condizioni.
Nonostante io sia avvantaggiata rispetto agli altri, poichè sul bagnato sono la più veloce e quella che ha meno difficoltà, piove così tanto che è complicato anche per me gareggiare.

Ho la fortuna di partire dalla pole, e se riuscirò ad uscire in testa dalla bagarre iniziale non dovrei avere troppi contrattempi.
L'unico ostacolo a questo mio obiettivo parte di fianco a me in griglia e porta il nome di Stoffel Vandoorne.
Gli servirebbe solo un mio ritiro ed una sua vittoria per poter vincere il mondiale, e non penso si farà tanti scrupoli a buttarmi fuori.
Forse mi converrebbe lasciarlo passare, alla fine se arrivo prima o seconda non mi cambia nulla.
Ma tanto so già che non riuscirei mai a farlo, sono un pilota, regalare posizioni agli altri non fa per me.

Scaccio tutti i pensieri dalla testa nel momento in cui i semafori si accendono, stringo forte il volante e appena si spengono premo di scatto sull'acceleratore.
Per fortuna riesco nel mio intento: chiudere il primo giro davanti a tutti.
D'ora in poi è tutto in discesa.
Mi basta guadagnare in venti giri i 22 secondi necessari ad uscire davanti a Stoffel dopo il pitstop, e non è di certo una missione impossibile.

Infatti, quando rientro ai box, i miei secondi di vantaggio sul pilota belga sono esattamente 22.
Ma qualcosa durante il pitstop va storto, e quando rientro in pista, Stoffel è praticamente di fianco a me.
Cazzo, questa non ci voleva proprio.

Cerco di allontanarmi il più possibile ma non ci riesco, è sempre dietro di me e sta solamente aspettando il momento migliore per sorpassarmi.
E quel momento arriva un giro dopo, in curva 2.
Dopo aver recuperato terreno nel rettilineo, mi si avvicina pericolosamente in curva 1, e pochi metri dopo, nella curva successiva, riesce ad affiancarmi.
E a quel punto fa la cosa che mi auguravo vivamente che non facesse.
Tocca la mia anteriore sinistra di colpo, palesemente in modo volontario, facendomi perdere il controllo.
L'ultima cosa che sento è il fortissimo impatto della mia monoposto contro le barriere.

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📍Melbourne, Australia
Marzo 2018

Mi sveglio di colpo agitata, con il respiro affannato e le lacrime agli occhi.
Sento le cicatrici sul mio corpo bruciare come se si fossero riaperte, e corro in bagno a sciacquarmi la faccia per cercare di riprendermi.
Rivivere quel momento mi fa sempre quest'effetto, anche attraverso un semplice sogno.
Peccato che non sia solamente un sogno.
Purtroppo tutto questo è accaduto veramente.
Ed è questo il motivo per cui non riesco a guardare Stoffel negli occhi, perché ogni volta che il suo sguardo incontra il mio mi ritorna in mente questa scena e tutto quello che è successo dopo.
Sono sopravvissuta per miracolo a quell'impatto, mi sono svegliata cinque giorni dopo in un letto d'ospedale ricoperta di cicatrici e di segni lasciati dallo scontro, con più ossa rotte che intere ed una fasciatura che mi ricopriva quasi tutta la testa.
Da quell'istante è iniziato l'anno più brutto della mi vita.
Un anno ferma, senza poter correre, passando dalla sedia a rotelle alla riabilitazione, guardando Stoffel correre in F1 al posto mio.
Sì, alla fine quel mondiale di GP2 lo vinse lui, mentre mi trasportavano d'urgenza in ospedale per colpa sua.
Nonostante mi abbia chiesto scusa più volte, abbia tentato di farsi perdonare e si sia reso conto dei suoi sbagli, non posso dimenticare quello che è successo e quello che ho dovuto passare per colpa sua.
Anche perché il mio cervello me lo ricorda ogni volta, nonostante siano passati ormai tre anni.

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