11|non ci sarò

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📍Montecarlo, Principato Di Monaco
Febbraio 2016

Cammino velocemente, a testa bassa e con il cappuccio della felpa alzato, ignorando la caviglia dolorante che ancora deve risanarsi del tutto.
Le stampelle non ricordo nemmeno più quand'è che le ho prese l'ultima volta.
Arrivo finalmente a casa e quando chiudo la porta mi accascio su di essa, portando le mani agli occhi mentre le lacrime iniziano a scendere.

Sono passati solo due mesi dall'incidente, ma pensavo di potercela fare, di poter recuperare in tempo.
E invece no.
Era l'occasione della vita e non ho avuto nemmeno la possibilità di sfruttarla.
Quando, ad ottobre, mi era stato proposto di correre a Barcellona durante i test precampionato con la Mercedes, quasi non ci credevo.
Mi sembrava un sogno.
Sapevo che era la mia opportunità per farmi notare, per far capire che avrei potuto far bene anche su una monoposto di F1 e non solo nelle categorie minori.
Poi il fatto che sia una donna porta sempre le persone ad essere scettiche nei miei confronti.
Molti ancora pensano che questo non sia uno sport per ragazze.
Io potevo smentirli, fargli cambiare idea.
Ma secondo i medici 'non sono ancora in condizioni adatte per tornare in pista'.

So di non essere al meglio, le cicatrici ancora bruciano, le ossa ancora fanno male e alcune di esse non si sono nemmeno risanate del tutto.
Ma sarei disposta a sopportare tutto questo.

Resto in quella posizione ancora per un po', fin quando non mi alzo ed entro in camera, gettandomi sul letto.
Le lacrime continuano a scendere imperturbabili, ma insieme alla tristezza e alla delusione sopraggiunge anche la rabbia.
Rabbia perché tutto ciò non è stato colpa mia, non è dipeso da me.
Rabbia perché la persona che mi ha provocato tutto ciò quei test li correrà, a differenza mia.
Quel ragazzo mi sta rovinando la vita.
Sto passando mesi d'inferno e la cosa è destinata ad andare avanti per molto.
Ormai non ce la faccio più.
Se non fosse stato per Max non so a quest'ora dove sarei.

Mi giro dall'altro lato del letto, asciugandomi le lacrime, e noto poggiato sul comodino, anche se nascosto dietro la lampada, un braccialetto d'argento.
Allungo il braccio e lo afferro, pentendomene subito dopo.
Quel ciondolo con quel numero...
Stoffel.
Non ricordavo di averlo ancora.
Le sue parole quando me lo regalò, tutto ciò che è successo dopo, tutti i bei momenti, quello che si stava creando fra di noi...
Ha preferito buttare tutto al vento.
Ha preferito la vittoria a me, a noi.
O almeno, a quello che poteva essere un noi, ma che un po', forse, lo era già.

Fisso quel bracciale per qualche secondo, per poi lanciarlo fuori dalla finestra.
Non voglio più niente che mi ricordi di lui.
Con Stoffel ho chiuso.
Definitivamente.

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📍Nizza, Francia
Maggio 2018

Mi sveglio di scatto, con il respiro affannato e le lacrime agli occhi a causa del sogno da cui mi sono appena risvegliata, che purtroppo non è semplicemente un sogno.
Trattengo le lacrime, anche perchè sono in aereo, e fisso il braccialetto d'argento che ho al polso.
L'avevo ricollegato solo a quel momento a Londra quattro anni fa, non avevo ripensato a questo...

Una voce metallica che ci avvisa che stiamo per atterrare interrompe i miei pensieri sul nascere, ricordandomi che mi aspetta un'accesa discussione con Max, che è tornato a casa due giorni fa.
Sarei dovuta tornare ieri, ma l'impegno che avevo in fabbrica si è rivelato più complicato del previsto e sono stata costretta a restare un giorno in più.
Almeno c'era anche Lewis.

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