Sono stato uno stupido.
Eppure lui mi aveva detto di fare attenzione, di non usare il mio potere sconsideratamente. Quello che mi aveva dato non era un semplice potere, bensì il simbolo della forza che All Might rappresentava come guida del paese.
Sono stato impulsivo, ed estremamente incauto. Mi sono lasciato prendere dalle emozioni e dal bisogno di salvare quel bambino, e ho messo in pericolo il segreto del più grande eroe dell'esercito di sua maestà, nonché del mio maestro.
Il segreto della sua imbattibilità, il One For All.
Dopo quel giorno non l'ho piú sentito. Potrebbe essere anche morto, a questo punto. Spero con tutto il cuore che riesca a tornare: è sempre stato una specie di idolo per me.
Non puó morire così, lasciandomi, solo e inesperto, indietro.
Fortunatamente l'esercito non ha capito che quello che possiedo è il potere di All Might, almeno così credo dalla breve conversazione, se così si puó chiamare, che ho avuto col sottotenente Dabi. Per adesso il segreto della forza non è ancora stato scoperto.
Dabi mi guarda con un'espressione leggermente perlpessa, con un sopracciglio inarcato.
"Che cos'hai da borbottare?"
Oh, cavolo. La mia brutta abitudine.
Il tono del sottotenente si fa improvvisamente minaccioso, come se fosse un cane rabbioso.
"Se per caso ci stai nascondendo qualcosa, recluta, faresti meglio a dircelo prima che te lo facciamo confessare con la forza." Prende il fucile con una mano, maneggiandolo con gesti esperti. "Sai cosa intendo."
Con lo sguardo puntato sull' arma di metallo che ora si trova saldamente tra le mani del ragazzo, deglutisco rumorosamente.
"N-Non ho nulla da dire."
Il soldato mi scruta per un pò di tempo, per poi sbuffare e puntare lo sguardo fuori dalla finestra, intenzionato a rimanere in quella posizione fino alla fine del viaggio. Sollevato da quella repentina perdita d'interesse nei miei confronti lo assecondo, puntando lo sguardo a terra mentre i minuti diventano ore.
Improvvisamente il furgone si ferma per alcuni secondi, per poi ripartire lasciandosi indietro il rumore metallico di un cancello. Percorre alcuni metri, per poi arrestarsi nuovamente.
"Siamo arrivati."
Sento il rumore di un cancello e il vociare di alcuni soldati, prima che il rimorchio venga aperto e Dabi mi faccia uscire, accompagnato dai due energumeni che mi tengono costantemente d'occhio. La luce del sole mi investe e sono costretto a strizzare gli occhi alcune volte prima di riuscire a vedere qualcosa.
A quanto vedo, il furgone si è fermato in un grande spiazzo di terra battuta al centro di quella che sembra una gigantesca base militare, circondata da una recinzione di più di tre metri di altezza con alla sommità del filo spinato. Dappertutto ci sono soldati e ufficiali, vestiti con le uniformi da combattimento e con un' espressione indecifrabile, che trasportano armi e bombe o che sorvegliano magazzini o altri edifici.
Dabi mi conduce all' interno di uno di questi fabbricati, un parallelepipedo di cemento di una stazza imponente che si erge come un re al trono proprio in mezzo alla mia visuale. Attraversate le porte a vetro scorrevole, svoltiamo finendo in un reticolo interminabile di corridoi, fino a quando arriviamo davanti a una porta blindata. Il sottotenente tira fuori con nonchalance una tessera magnetica e la infila in una fessura: l'uscio si apre silenziosamente. Rimango fermo forte un istante di troppo, perchè lui mi dá una veloce spinta per esortarmi a proseguire.
Il ragazzo mi spiega, soppesando bene le parole, quello che dovrò fare d'ora in poi.
"Ora ci troviamo nel Quartier Generale della base operativa Hawkins. Qua dormirai, mangerai e ti laverai fino a quando non avrai completato il tuo addestramento. Ti accompagno al tuo dormitorio."
Dopo pochu minuti ci ritroviamo in un corridoio lunghissimo, illuminato da lampade a led che mandano bagliori altamemte fastidiosi. Sui muri sono affissi numerosi cartelli bianchi, con su scritto in piccoli caratteri neri i luoghi che, suppongo, saró costretto a frequentare.
So benissimo che ingaggiare una fuga in questa situazione sarebbe inutile. Dopo aver visto come hanno trattato mia madre e quello che hanno fatto a Joichi, non podso fare a meno di essere terrorizzato, ma allo stesso tempo cosciente di essermi rassegnato completamemte al mio destino.
Non è così che si comporta un eroe.
Ma io non lo sono. Non lo sono mai stato.Svoltiamo a sinistra e ci troviamo in un altro corridoio, con porte anch'esse blindate. Dono una per lato, e sembrano coatringermi a entrare al loro interno, tanto la loro presenza opprime l'atmosfera attorno a me.
"Come ti ho giá detto, tu e un altro ragazzo siete il primo tentativo. Se supererete l'addestramento e sarete efficaci sul campo di battaglia potrete tornare dalle vostre famiglie, altrimenti tu e i tuoi cari dovrete soccombere."
Davvero l'esercito vuole usare dei ragazzini come armi? È davvero arrivato a questo punto?
È arrivato persino a ricattarci?
Istintivamente mi viene da pensare alla mamma. A quello che potrebbe succederle: e se finisse come Joichi? No, non potrei mai perdonarmelo. Sono l'unica cosa che le rimane, e il sapere di essere proprio io la causa della sua morte mi tormenterebbe per tutta la vita.
Non potevo perdere anche lei.
"Prima di andare nella tua stanza voglio presentarti il tuo compagno di addestramento. Vieni con me."
Spinge la porta di sinistra e mi fece entrare nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle con un forte rumore metallico.
L' ambiente è estremamente spoglio: c'è solo una branda militare, un piccolo lavandino con uno spazzolino, un dentifricio e pochi altri attrezzi da toilette, una tazza molto rustica ma allo stesso tempo immacolata, uno specchio e un armadio d'acciaio.
Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo all'incirca della mia età. Ha i capelli metà bianchi e metà rossi, e gli occhi rispettivamente uno grigio e l'altro azzurro. Sulla metà del lato rosso si vede una grande ustione. Indossa un' anonima uniforme militare.
Non sorride. Alza lo sguardo e con gesti meccanici fa il saluto. I suoi occhi sono come inespressivi.
Dabi mi mette una mano sulla spalla.
"Ti presento la recluta Todoroki Shouto."----ANGOLO DI UN'AUTRICE----
TAN TAN TAAAAAN!!!!!!
Ok ok la smetto...
Comunque spero che vi stia piacendo questa storia!
( Se non vi piace girate da un'altra parte )
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War || Katsudeku ||
FanficIzuku Midoriya non si sarebbe mai aspettato di finire sul campo di battaglia. La sua infanzia a Salem insieme a sua madre, però, è ormai un ricordo lontano, impregnato da una dolorosa e straziante malinconia che lo accompagnerà in ogni momento, alme...