Il vecchietto mi guarda torvo, per poi sbuffare rumorosamente ed entrare in casa. Nel farlo mi urta con la spalla, mentre mi sposto ancora intontito. Lui non sembra curarsene particolarmente e sfila con nonchalance in mezzo ai miei compagni, i quali guardano attoniti prima lui, poi me. Cosa potrei dire? È una situazione talmente assurda. Sto per aprire bocca, quando il mio ex maestro mi chiama dalla sala da pranzo con tono grave.
" Midoriya, vieni. Ti devo parlare. "
In un attimo mi precipito sulla sedia di fronte a lui, mentre gli altri mi seguono a ruota. Solo tu te ne stai un pó in disparte, sebbene la curiositá stia assalendo anche te.
Mi aspetto una spiegazione, o quantomeno una parola, ma tutto quello che ottengo è un poderoso schiaffo in piena faccia. Il suo viso, parzialmente coperto da una maschera nera, è un concentrato di rughe. Gli occhi piccoli mi squadrano con profondo disappunto.
" Innanzitutto, mio caro Midoriya, sei un idiota. "
" Ma, Gran Torino... "
" Zitto e porta rispetto. Come ti è venuto in mente di partire da solo dalla Yuuei? Ti ho forse addestrato come uno stupido? "
" Non sto zitto. Puó almeno dirmi cosa ci fa lei qui? Non dovrebbe lavorare per l'esercito? Come ha fatto a trovarci? Chi l'ha avvisata? "
" Dovresti imparare a tenere la bocca chiusa e lasciar parlare le persone, ragazzo. Non sono un pericolo per voi. Se lo fossi stato, probabilmente sareste giá tutti morti. "
A quell' affermazione non posso fare a meno di deglutire spaventato. Durante l'addestramento avevo assaggiato per bene la furia di quel vecchietto, ed ero sicuro che non stava inventando nulla.
" Sono una spia della scuola da prima che iniziasse la guerra. Giá allora il preside aveva grossi sospetti, e perció mi infiltró dentro il loro sistema. Riguardo al come ho fatto a trovarvi, è bastato un pó di intuito e un buon udito. Sul serio, quale razza di idiota ha messo musica rock a tutto volume in mezzo alla campagna deserta? "
Kirishima distoglie lo sguardo, imbarazzato. Gran Torino non sembra badarci, per poi continuare.
" Toshinori ha pensato che vi servisse una mano, tutto qua. E da quanto vedo, aveva ragione. Avete almeno un piano? "
" Stavamo discutendo i dettagli. Almeno prima che arrivasse lei. "
" Perfetto, " lui non sembra cogliere la mia frecciatina. " Dopo ne parleremo, ma prima voglio sapere una cosa da te. "
" Cosa vuole sapere? "
Aspetta un attimo prima di rispondere, tenendo tutti, compreso me, sulle spine. Finalmente decide di aprire bocca, dopo un silenzio teso.
" Da quanto tempo è che non vi allenate? "" Generale, mi duole dirglielo, ma siamo in una situazione di stallo. "
Dal caminetto aleggiava un forte calore, sebbene nella stanza buia l'aria fosse così viziata da far quasi svenire. Nella penombra, le pupille di Shigaraki Tomura riflettevano le lingue di fuoco di fronte a lui. La sua espressione irritata e stanca si intonava perfettamente con l'atmosfera della stanza.
" E per quanto a lungo si protrarrá questo periodo di stallo? "
" Da quello che abbiamo noi e quello che hanno loro, potrebbe durare giorni, anche settimane o addirittura mesi. Non abbiamo idea della loro prossima mossa. "
" Ma siamo noi a condurre il gioco, giusto? Abbiamo il moccioso, il figlio del maggiore. "
Kurogiri emise un sospiro silenzioso. Non può farsi sentire dal Generale, o rischia di innervosirlo ancora di piú di quanto non sia giá.
" Tecnicamente per loro è un nemico, un prigioniero che siamo riusciti a riprenderci. Potrebbero lasciarlo perdere e concentrare le loro forze nelle prime linee del campo di battaglia. A pensarci, sarebbe la strategia meno sconsiderata. "
Il Generale stava in silenzio per alcuni interminabili minuti, mentre il suo braccio destro attendeva pazientemente un responso. Il giovane sembrava ridestarsi da una riflessione profonda e complicata, per poi rivolgersi con tono secco a Kurogiri.
" Portami il ragazzo. "
" Sissignore. "
Shigaraki non sentì nemmeno la porta chiudersi, tanto il suo sottoposto è silenzioso e lui era immerso nei suoi pensieri. Se era in una posizione di vantaggio, avrebbe mantenuto quell'equilibrio. Adesso che c'era in gioco il recupero del suo maestro non c'era da perdere tempo.
Non poteva commettere avventatezze. E come mai gli era successo in vita sua, lui che era sempre così avventato nell' agire, si trovava a pianificare una strategia.
Era ancora nei meandri delle sue elucubrazioni, quando ritornò Kurogiri. Al suo fianco, Shouto Todoroki aveva due grandi manette ai polsi e uno sguardo che avrebbe tagliato in due una pietra da quanto era pieno d'odio. Shigaraki si alzò lentamente, soppesando ogni minimo movimento come se costasse un enorme sforzo ai suoi muscoli. Il ragazzo per tutta risposta indietreggiò, ma venne rispedito al mittente da Kurogiri.
" Mio caro ragazzo... "
" La smetta, Generale. "
"Oh, sembra che non ti stia simpatico, a quanto pare. " Sulle labbra del Generale si dipinse un largo sorriso.
" Ad ogni modo, vorrei discutere con te di una certa questione. "
" Se intendete interrogarmi, lasciate perdere. Non vi direi nulla nemmeno se mi torturaste, cosa che, come vedete, " Il ragazzo alzò le braccia, scoprendo un grosso numero di bendaggi su tutti gli avambracci.
" Avete già fatto. "
L'altro, con sorpresa di Todoroki, scoppiò in una grossa risata, la quale risuonò in tutta la stanza in un macabro eco.
" Non preoccuparti, ragazzo. Non intendo affatto interrogarti, anzi. Al momento le tue informazioni non mi sono utili, sebbene lo saranno sicuramente in futuro. Per il momento, peró, puoi ritenerti fortunato. E voglio che tu risponda sinceramente solo a una domanda. Una piccola e innocente domandina. Pensi di riuscirci? "
" Non provi a fare così, Generale. Non mi piegheró ai suoi giochetti. "
Shigaraki lo guardò stranamente perplesso, per poi scoppiare di nuovo a ridere animatamente.
" Certo, dimenticavo. Sei stato addestrato bene. "
Il Capo Supremo dell'esercito si avvicinò a Shouto, tanto che questo potè sentire il suo fiato quasi freddo soffiargli in faccia. I suoi occhi spiccavano come impazziti in mezzo al suo viso stravolto ed emaciato. La bocca grande, le labbra screpolate e una cicatrice che le attraversa faceva da contorno a un viso scheletrico. Tutto stonava con la divisa da militare che portava.
" Midoriya Izuku tiene a te? "
A quella domanda il cuore di Shouto ebbe un sobbalzo improvviso, come se fosse stato sballottato sulle montagne russe. Gli occhi gli si spalancarono per un secondo.
Nemmeno lui sapeva la risposta.
Il Generale si allontanò, con un'espressione soddisfatta sul volto.
" Avevo ragione, dopotutto. Abbiamo la situazione nelle nostre mani. " Si grattò rumorosamente, per poi voltarsi verso le fiamme.
" Dopotutto sono eroi, no? "
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War || Katsudeku ||
FanfictionIzuku Midoriya non si sarebbe mai aspettato di finire sul campo di battaglia. La sua infanzia a Salem insieme a sua madre, però, è ormai un ricordo lontano, impregnato da una dolorosa e straziante malinconia che lo accompagnerà in ogni momento, alme...