" Quindi, ci stai chiedendo se saremmo disposti ad accompagnarvi in una missione pericolosa, in mezzo alle linee nemiche, col pericolo di venire catturati dall'esercito? "
Mirio è appoggiato con la schiena su un armadietto di metallo, in quello che sembra essere l'ex ripostiglio della palestra. Sugli scaffali non sono ancora stati tolti la maggior parte degli attrezzi di allenamento, in modo che i ragazzi possano usufruirne a loro piacimento. Il ragazzo ha preso un peso leggero e lo fa distrattamente passare da una mano all'altra.
Nè io nè te siamo rimasti stupiti quando, dopo la nostra proposta, i tre ragazzi hanno chiesto di poterne parlare in privato, senza il pericolo che qualcuno possa sentirli. Apro la bocca per dire qualcosa, ma la ragazza mi interrompe con un sorriso.
" Capiamo benissimo le tue ragioni, Izuku, ma non possiamo lasciare il Quartier Generale. Lo capisci, vero? "
Mi guarda con un'espressione sincera e dolce, come se fosse davvero mortificata. Nelle sue parole peró noto una nota di risolutezza che mi lascia leggermente interdetto.
" Consideratela almeno come una possibilità, vi prego. Se proprio non ci volete aiutare, vi chiedo di non farne parola con nessuno. Non vorrei ricorrere a misure estreme, ma Shouto è il mio piú caro amico, e non esiste nessuna ragione al mondo che mi impedirà di andarlo a salvare, voi compresi. "
Mirio mi guarda per un attimo, per poi mettersi a ridere di gusto. Posa la sua mano sulla mia spalla, per poi rispondere con un grande sorriso:
" Non preoccuparti, io ti aiuteró. "
Tutti, compresi io, te e Nejire, spalanchiamo gli occhi per la sorpresa. Il ragazzo bruno, che fino a quel momento è rimasto in silenzio con la testa contro il muro, si avvicina timidamente a Mirio, cercando di evitare il piú possibile qualsiasi contatto visivo con noi.
" Mirio... Sei sicuro? " Chiede con tono incerto.
" Sono sicuro. D'altronde, mi sono posto l'obbiettivo di salvare un milione di persone, no? Dovró per forza cominciare con qualcuno, oppure saró costretto a cambiare il mio nome da soldato!* "
Tamaki riflette per qualche minuto, completamente assorto nei suoi pensieri, per poi sussurrare a stento:
" Mirio, la scelta che hai fatto è assolutamente sconsiderata, sotto ogni punto di vista. Ciononostante... non posso lasciarti andare da solo, quindi verró anche io. "
La ragazza sospira sconsolata, per poi annuire.
" Anche io la penso come lui, Mirio, ma dopotutto volevamo essere degli eroi, giusto? "
Si avvicina a me, mentre sulle sue labbra spunta un limpido sorriso.
" È deciso, verremo con voi. "" Credevo fossero un osso piú duro, lo devo ammettere. "
" Li conoscevi giá, Kacchan? "
Mi guardi con aria interrogativa. La prospettiva favorevole che ti si è parata davanti dopo il colloquio con i Big Three deve avergti dato speranza. La tua aura è piú radiosa, i lineamenti meno tirati e stanchi, le movenze piú rilassate. Persino gli occhi mandano una luce leggermente diversa: piú calda, addolcita dalle parole dei tre studenti piú grandi.
E sì, ti sto osservando.
Non sembri accorgertene, ma ogni tanto ti sorprendo a lanciarmi un'occhiata preoccupata, come se temessi di costringermi ad accompagnarti in questa missione folle, e da un lato la tua supposizione è fondata. L'idea di salvare il tuo compagno, che non ti toglie gli occhi di dosso, mi da non poco fastidio, ma mi sono voluto imbarcare in quest'avventura tutto da solo, anche se spinto dalle tue pressioni. Te la farò pagare durante il viaggio, lamentandomi a tutto spiano.
" Solo di nome. Erano famosi qui allo Yuuei. "
Ti strattono piú forte, mentre svoltiamo bruscamente a sinistra, in direzione del complesso di case che fungono da dormitori. Tu sembri sul punto di ribattere, ma vieni zittito da una mia occhiata perentoria, che fa inchiodare il tuo sguardo a terra.
" Kacchan, forse è meglio che vai tu da solo da Kirishima... "
" Sei in imbarazzato? "
Mi scappa un sorrisetto malizioso, che fa infervorare le tue guance. Alzi lo sguardo.
"Per niente! "
Senza darmi il tempo di elaborare mi prendi la mano e avanzi risolutamente in direzione dei dormitori. Mi irrigidisco al contatto improvviso della tua piccola mano nella mia, mentre con un cenno ti indico dove bisogna svoltare. Mi riscuoto solo dopo un minuto o due, quando sbuffando rumorosamente mi rimetto davanti al nostro piccolo corteo.
" Qui sono io che conduco, Deku. "
Non lascio la presa sulla tua mano, peró. Anzi, la stringo ancora piú forte, facendoti sobbalzare.
Arriviamo davanti all' edificio che un tempo era usato come dormitorio per gli studenti. Una targa di ottone risplende sulla porta, con incisa in lettere maiuscole la sigla della mia ex classe.
Salgo le scale e mi dirigo verso la stanza di Kirishima. So che a quell'ora fa sempre la manutenzione dei suoi due machete, e non fidandosi degli attrezzi dell'istituto preferisce farlo in completa calma, nella sua stanza. Tratta quelle armi come se fossero due bambini, a volte. Lo disturberei di sicuro, ma non mi importa piú di tanto. Apro la porta senza nemmeno bussare, sorprendendo il mio amico nell'intento di ispezionare uno dei suoi preziosi strumenti. Mi guarda con aria decisamente seccata, per poi diventare di colpo sorpreso e interessato quando ti vede all'entrata della sua camera, mentre cerchi inutilmente di sembrare rilassato.
Il rosso rivolge a lui un sorriso, che l'altro imita in modo impacciato. Dopo che si è focalizzato su di me, mi chiede con tono scocciato:
" Lo sai che non voglio essere disturbato, Bakugou. Cosa vuoi? "
" C'è una cosa importante di cui ti vorrei parlare, in privato. "
" Da quando in qua sei diventato cosí cortese? In altre situazioni non avresti esitato a portarmi fuori urlando come solo tu saresti capace di fare: certe volte non ti capisco proprio sa- "
" Si tratta del mio amico, Todoroki Shouto. "
Hai tirato fuori il tuo lato determinato ancora una volta. Fissi sprezzante Kirishima, che ora ha tutta la tua attenzione. Ti avvicini a lui per poi sederti sul letto, come se fossi esausto. Ti fissi le mani, che sono chiuse a pugno, le nocche rosse per lo sforzo.
" Vorrei che tu ci aiutassi a salvarlo. Ho visto le tue capacitá, sei un combattente molto abile. Kacchan, io e i Big Three lo recupereremo, ma vorrei che ci fossi anche tu. "
Kirishima mi guarda ancora abbastanza stupito, per poi ribattere:
" Ma non ha alcun senso! Non abbiamo avuto l'autorizzazione da Aizawa o da All Might, e poi- "
" Dimmi solo se ci stai o no. " Lo interruppi sbuffando.
Lui sposta per un attimo lo sguardo su di te, il quale gli dice sommessamente:
" Non faresti lo stesso, per il tuo piú caro amico? "
C'è una tensione crescente, che si infiltra in noi e intorno a noi, pronta a sopraffarci. Sei col fiato sospeso, in attesa di una risposta. Dopo un interminabile lasso di tempo, Kirishima ti mette una mano sulla spalla. Ti alza il pollice e sfoggia un sorriso coi suoi denti appuntiti.
" Ti aiuteró, Midoriya. "
Si alza e si avvicina a me, per poi sussurrarmi all'orecchio:
" Dovró pure tenerti a bada, no? "
Mi scappó un sorrisetto.
" Vedremo se ce la farai, capelli di merda. L'appuntamento è stanotte, alle undici, sul tetto. Non dirlo ad anima viva."
" Puoi contarci. "* Il nome da eroe, in questo caso da soldato, di Mirio è "Lemillion" perchè si è prefissato l'obiettivo di salvare un milione di persone. Ho fatto questa precisazione nel caso qualcuno non avesse letto il manga.
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War || Katsudeku ||
FanfictionIzuku Midoriya non si sarebbe mai aspettato di finire sul campo di battaglia. La sua infanzia a Salem insieme a sua madre, però, è ormai un ricordo lontano, impregnato da una dolorosa e straziante malinconia che lo accompagnerà in ogni momento, alme...