Capitolo 10

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Mi ritrovo Shouto al mio fianco. Probabilmente è arrivato quando aveva capito che non me ne sarei andato da lì molto facilmente. ha una metà del viso ricoperta da un sottile strato di ghiaccio, segno che si sta raffreddando per aver usato troppo il quirk del lato destro.

"Che ci fai qui?" Gli chiedo,ma lui non mi risponde. Sta osservando Kacchan e haa un'espressione scura in viso, che non riesco a decifrare completamente.

" Allora, vi muovete? Guardate che mi sto stancando. "

 Shouto mi mette una mano sulla spalla e a quel contatto sussulto violentemente.

" Lo conosci, Midoriya? "

Sposto lo sguardo verso il suo. Il suo tono è fermo e in mano ha la pistola M9, che tiene puntata verso il ragazzo dai capelli biondo grano. Si sta comportando da soldato, come del resto dovrei fare anche io.

" E' un tuo amico? "

Sposto lo sguardo su Kacchan, che osserva divertito la scena. Sembrava quasi che gli piaccia vedermi in difficoltà.

" Non più. " Rispondo secco, tenendo lo sguardo fisso sul mio bersaglio.

La presa di Shouto sull'arma si fa più salda, e il suo tono più freddo e pacato. Posso perfino sentire un piccolo sospiro di sollievo, che interrompe ribattendo:

" Allora non ti dispiacerà se lo faccio fuori subito. "

Sta per premere il grilletto quando la mia mano si muove da sola, spostando l'arma e cambiando la traiettoria del proiettile, che si schianta a terra con alcune scintille.

Shouto mi guarda sbalordito, ma prima che possa dire qualcosa mormoro:

" Lo devo fare io. "

La sua espressione non cambia neanche quando mi lancio all'attacco sfruttando la mia unicità, probabilmente ha capito che devo risolvere qualche conto in sospeso. Col suo quirk potrebbe bloccarmi in qualsiasi momento, ma sono sicuro che non lo farebbe. Dopo l'ennesima volta in cui sono stato respinto dalle esplosioni del mio avversario, mi accingo ad attaccare di nuovo.

Ormai però ho capito la sua strategia d'attacco. Attacca con un gancio destro come suo solito, ma viene atterrato da me. Con un'agile mossa riesco a bloccarlo buttandolo a terra e mettendomi a cavalcioni sopra di lui, bloccandogli le mani a terra.

" Questa volta ho vinto io. "

Prendo il coltello che mi hanno dato i soldati dell'avamposto. Non l'ho mai usato, visto che con le nostre capacità di combattimento non ci siamo mai ritrovati in situazioni di emergenza. Me lo ero rigirato tra le mani diverse volte durante i miei turni di veglia, immaginando di chi sarebbe stato il sangue della persona che per prima avrebbe assaggiato quella lama. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato il mio vecchio amico d'infanzia.

Kacchan, l'eroe numero 1.

Avvicino il coltello all'orecchio del mio avversario, che replica con uno "tsk".

" Allora, come ci si sente? Come ci si sente a non essere più il più forte di tutti? Come ci si sente ad aver perso? Come ci si sente? "

Non ottengo risposta. Non che me la aspetti comunque da lui.

Gli metto il coltello sotto il mento e lo costringo ad alzare la testa.

" Io la conosco bene questa sensazione. Me l'hai fatta provare per dieci fottutissimi anni. "



Mano a mano che gli anni passavano, il rapporto tra me e Kacchan si faceva sempre più violento. 

Tutto era iniziato quando gli si era manifestato il quirk.

" Wow, che quirk potente! "

" Sei fortissimo, Katsuki! "

Diciamo che non eri mai stato molto modesto, ma col passare del tempo le lodi e gli elogi che gli adulti e i coetanei ti dicevano alimentavano ancora di più il tuo complesso di superiorità, che divenne così forte da non riuscire a farti accettare le persone diverse da te, più deboli di te.

Come me, Kacchan. Ti ricordi?

Il tuo Deku.

Quello che hai bullizzato per ben dieci anni.

Tutte le botte e gli insulti che mi infliggevi, tutto il dolore fisico e mentale che mi provocavi, tutto veniva soffocato dalla mia enorme ammirazione per te. Ogni giorno era un nuovo giorno, dove potevi cominciare di nuovo a ferirmi senza timore che potessi mai staccarmi da te. Ero come una specie di sacco da box dove potevi scaricare tutto l'odio che provavi.

Un giorno dicesti alla classe che ti saresti trasferito al Sud. Dicevi che saresti andato in città e che ti saresti iscritto all'Accademia Militare U.A per diventare il soldato più forte di tutti.



E nonostante tutto ero felice.

Ero felice per te, Kacchan.



Ad un tratto il rumore di uno sparo mi fa alzare la testa. Faccio appena in tempo a vedere Shouto che cade a terra svenuto prima che Kacchan approfitti della situazione e faccia provocare un'esplosione proprio davanti alla mia faccia, tramortendomi.

L'ultima cosa che vedo prima di svenire sono un paio di meravigliosi occhi rubino.





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