Capitolo 29

534 53 0
                                    

Il buio avvolge l'intera struttura in un grande abbraccio invisibile, e gli spigoli delle grondaie e i riflessi dei vetri appannati dal tempo sono spariti, fondendosi nell'oscuritá di questa notte. Nell'aria pesante e piena di polvere non ancora depositatasi viaggiano i rumori degli spari non molto lontani. Giá, penso, i combattimenti non si fermano mai. La morte non si interrompe neanche col buio.
Kirishima ci fa un cenno da dietro il muro dove si è acquattato per andare in avanscoperta. Ci muoviamo in fila, e mi assicuro di nascondere per bene Deku, in modo che anche se fosse andato piú lento degli altri per via delle ferite non ci avrebbe fatti scoprire. Lui sembra infastidito dal mio gesto, e come offeso intensifica i movimenti, mentre con un sospiro si affretta a restare in fila.
Sei sempre rimasto permaloso, quantomeno.
Ci appostiamo dietro un muro, in attesa. Kirishima fa un cenno a Mirio, che sfruttando la sua unicitá attraversa il muro e si ritrova proprio nell'ufficio della guardiola. Restiamo in silenzio per interminabili istanti, fino a quando non sentiamo due colpi provenire dall'interno. E' il segnale.
Aggiriamo la piccola costruzione con tutti i sensi all'erta, i muscoli tesi e il cervello focalizzato sull'individuare anche solo un presagio di movimento all'orizzonte.
Troviamo ad aspettarci il ragazzo, che ha avito la saggia scelta di indossare la sua uniforme speciale fatta con la fibra dei suoi capelli, in modo da non rimanere nudo. A lato giacciono due guardie svenute.
" È meglio se ci sbrighiamo. Non sentendo nessuno gli altri saranno qui tra poco. "
Annuiamo contemporaneamente, pronti a calarci nel buio della cittá addormentata.

Ogni passo che facciamo, il paesaggio sempre uguale che ci si para davanti, i nervi costantemente tesi, pronti a scatare a ogni minimo segnale di pericolo, come conigli in fuga. Non dobbiamo farci scoprire o segnalare la nostra posizione a qualcuno. Dobbiamo immedesimarci in fantasmi, intrufolandoci nelle case e trattenendo il respiro, in modo da poter andare avanti ancora un altro giorno, ancora un altro passo.
Oramai abbiamo oltrepassato la cittá, e ci siamo inoltrati nelle periferie e nelle campagne abbandonate, i campi distrutti, le cascine vuote e fredde, come il ventre inospitale di una donna sterile. Gli alberi sono emaciati, di un colore cupo, e diventano cenere sotto i raggi del sole. Mi ricorda vagamente il nostro villaggio, quello dove vivevamo io e Deku, ma in una forma diversa, sbiadita, sbagliata.
I viveri cominciano a scarseggiare, e cominciamo a derubare le case che ci passano davanti. Sono ancora perfettamente intatte, come se i proprietari potessero entrare da un momento all'altro. Seduto su una sedia nel piccolo soggiorno mi sembra quasi di sentire il tramestìo dei passi sul pavimento di legno: il bambino che sale  le scale correndo, il padre che si toglie il cappello e lo poggia sull'attaccapanni, la madre che arriva in cucina, pronta a preparare la cena. È stanca, e i capelli biondi di un taglio corto sono imperlati di sudore. Ha un golfino lilla che conosco fin troppo bene. I suoi occhi rossi sono vivaci, pieni di irruenza e virtuosi come nessun'altri.
" Kacchan, aiutami a prendere questo."
Deku sta rovistando nella cassettiera di fianco a me. È un mobile imponente, e anche in punta di piedi non riesce ad arrivare all'ultimo scaffale. Mi ridesto dal mio strano torpore, per poi guardarlo scocciato. Per tutta risposta alza gli occhi al cielo e cerca di aggrapparsi al mobile, col risultato di finire col sedere per terra dopo aver perso l'equilibrio. Mi scappa una risata, e lui mi guarda sbuffando.
" Te lo prendo io. "
Mentre si alza mi avvicino allo scaffale, e non posso fare a meno di trattenere un sorriso quando riesco a scorgere quello che si trova all'interno.
" Devo ammettere che i proprietari si trattavano proprio bene. "
" Perchè? Cosa c'è lì dentro? "
Allungo entrambe le mani, e tiro giú dallo scaffale con una presa salda due grosse bottiglie di un vetro spesso, piene di un liquido scuro e denso. Avvicino la bottiglia ai miei occhi, riuscendo a vedere delle piccole bacche nere galleggiare sul fondo del contenitore, come ridestate da un lungo sonno.
" Credo sia di mirtilli. Deve essere veramente di buona qualitá, se è riuscito a conservarsi così bene in questi due anni. "
" Non vorrai mica... "
" Certo che lo voglio, stupido nerd. Ho bisogno di calmarmi, e questo fará piú che effetto. "
" Non pensarci nemmeno, Kacchan. Dobbiamo restare vigili anche nel sonno, e bere quella roba non ci aiuterá di certo. "
Mi fissa con uno sguardo risoluto, che tuttavia snobbo con nonchalance.
" Tu pensala come vuoi, ma io ho bisogno di un bicchiere. Ehi, capelli di merda! "
" Aspet- "
Non finisci nemmeno la prima parola che una sagoma dai capelli rossi si palesa all'entrata della stanza.
" Che c'è? "
" Guarda cos' ho trovato. "
Alzo le bottiglie in modo che le possa vedere meglio, e appena il mio compagno riesce a capirne il contenuto alcolico un sorrisetto gli si dipinge sulla faccia.
" Vado a chiamare gli altri, allora! "
" No, Kirishima, forse- "
" Rilassati, amico! Un sorso non fará poi così tanto male, no? " Risponde lui, mentre già si sta allontanando dal soggiorno in direzione degli altri.
"Ehi, ragazzi! Venite subito a vedere! "
Deku alza gli occhi al cielo, sospirando sconsolato. Mi guarda con profondo disappunto, al quale rispondo con un sorrisetto.
Si siede sulla sedia.
" Almeno non ubriacatevi troppo. "

Due ore dopo sono tutti completamente fuori di sè. Kirishima ha trovato dei dischi in vinile e la musica rock imperversa nella stanza, confondendosi con la penombra della sera inoltrata. Tutti sono spaparanzati sulle poltrone e sui divani, con la testa reclinata all'indietro, mentre fanno passare a turno le due bottiglie ormai quasi vuote. Le gote di tutti, Kacchan incluso, sono di un rosso evidente, le parole impastate.
Eppure avevo detto a tutti di non esagerare, penso. Per fortuna almeno io non ho toccato nulla.
Nejire si gira verso di me, barcollando. Un sorriso le si dipinge sulla faccia.
" Ma Izukuuuu... Perchè non ti unisci a noi? "
Reclino la testa gentilmente in un segno di rifiuto che lei dapprima non riesce a comprendere, per poi sbuffare insoddisfatta e ritornare sul divano con un tonfo.
" Certo che... Sei proprio noioso... "
Sarà una lunga notte.

War || Katsudeku ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora