Capitolo 25

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Mi infilo i vestiti che mi hanno lasciato sul letto. Rivedermi con quell' uniforme militare troppo grande mi provoca una strana sensazione, che mi lascia scombussolato. Decido di non pensarci troppo, almeno quella volta. Mi metto la mia sciarpa e esco, in direzione del tetto.
Devo vederti. Devo parlarti di quello che è successo, e soprattutto voglio capire se anche tu sei nella mia stessa confusione da quando ci siamo rincontrati. Sei anche tu così confuso? Fingi spudoratamente a me, o forse addirittura a te stesso?
Spalanco la porta di metallo, la quale si apre con un sinistro cigolìo. Sono abbastanza scettico, lo ammetto, sulla possibilità di trovarti là, ma a quanto pare il tuo amico ha indovinato. Sei steso sul cemento, e sembri addormentato. Anzi, lo sei di sicuro, se no ti saresti subito girato verso di me. Mi avvicino cercando di non fare rumore, giusto per riuscire a vedere il tuo viso durante il sonno.
Sembra che non ti sia ancora ripreso dopo la battaglia del giorno prima. Il tuo viso è ricoperto di graffi e ancora sporco di polvere. Il sudore fa luccicare la tua fronte e i tuoi capelli, disordinati come sempre. Le tue palpebre, pacificamente chiuse, sembrano quasi in contrasto con la tua natura, anche se in quel momento sei semplicemente perfetto. Il tuo respiro è lento e regolare, mentre il tuo petto si alza e si abbassa ritmicamente insieme al braccio che tieni poggiato sul torace, mentre l'altro lo usi come cuscino.
Mi avvicino ancora di più, tanto da sentire un assurdo bisogno di toccare la tua pelle. I miei occhi si focalizzano sulle tue labbra sottili un po' semiaperte, mentre il mio cuore batte forte.
Mi sento insolitamente calmo. Non mi chiedo che cosa stessi facendo, nè tantomento se sia giusto o sbagliato. Il mio cervello è assuefatto da quel desiderio impulsivo.
La mia ombra cala su di te, mentre le tue sopracciglia cominciano ad arcuarsi. Mi ritraggo improvvisamente, un istante prima che tu apra gli occhi. Nelle tue pupille è riflesso un raggio di sole, mentre mi guardi confuso.
Arrossisco subito. Non riesco proprio a trattenermi.
Tu sospiri, per poi dirmi con una voce che somiglia a un ringhio:
" E' stato capelli di merda a dirti che ero qui, vero MerDeku? "
" Intendi Kirishima? E' stato lui, sì... "
" Non ho voglia di vederti, quindi è meglio che te ne vai subito da qui. " Il tuo tono è ritornato quello di prima, rabbioso e grottesco. Ma ormai ti conosco bene, e non ho intenzione di andarmene fino a che non  affronteremo l'argomento.
" Beh, ti dovrai abituare alla mia presenza. "
Cerchi di controbattere, ma le parole ti muoiono in gola mentre la tua espressione diventa sempre più corrucciata. Ti alzi con movimenti rapidi e ti avvicini a me, tanto che posso sentire di nuovo il tuo respiro. Il mio battito aumenta considerevolmente, mentre le mie mani sono strette a pugno nelle tasche dei pantaloni. Alzo lo sguardo e ti fisso con lo sguardo più determinato che ho. Per una volta nella mia vita voglio davvero tenerti testa, Kacchan.
Nei tuoi occhi riconosco la fermezza che ho visto tante volte, quando sei arrabbiato e nel pieno di un difficile combattimento.
Ti ritrai, mentre muovi il collo intorpidito.
" Sei vuoi dirmi qualcosa, allora fai in fretta. "
Vengo preso per un istante dal panico. Non so da dove cominciare, ci sono troppe cose che vorrei dirti, e tutte mi sfuggono di mente quando cerco di formularle per ottenere un filo logico quantomeno accettabile. Ho paura che tu finisca con l'arrabbiarti con me, oppure che non voglia rispondermi. E' una probabilità tutt'altro che remota, in fondo.
Raccolgo tutto il mio coraggio e lascio che le parole fluiscano da sole, come un fiume in piena.
" Perchè, quando ci siamo rincontrati... "
" Non ti ho ucciso? " Completi la mia domanda, come se tu abbia capito all'istante cosa volevo chiederti. Ho anche l'impressione che non solo io muoia dalla voglia di sapere la risposta, ma anche tu abbia aspettato non so quando tempo questa mia domanda. " Vuoi sapere perchè non l'ho fatto? "
" Ne hai avuto la possibilità così tante volte, eppure non l'hai fatto. Perchè? "
Alzi lo sguardo, mentre un soffio di vento ti scarmiglia i capelli. Rifletti molto tempo su quello che stai per dirmi, come se abbia molto valore, soprattutto per te. Scrolli la testa per scacciare un cattivo pensiero, per poi enunciare con tono serio:
" Tu sei prezioso. Sei prezioso per la mia causa. Non potevo ucciderti. "
Sono così deluso che mi manca il respiro.
" Tu menti. "
" Perchè mai dovrei mentire? "
" TU MENTI! " In preda a una rabbia cieca  ti attacco con la mia unicità, ma tu fai perno con la tua gamba e mi rovesci a terra, mentre ansimo in preda al dolore.
" Vuoi sentirti dire che mi sei mancato, Deku? Vuoi sentirlo? Allora è vero, sei ancora un mollusco senza spina dorsale come in passato. Non mi inganni con quest'aria da terribile soldato. Io ti conosco più di chiunque altro, non dimenticarlo! "
" Anche io ti conosco, Kacchan! Sono al corrente della tua brutta abitudine di tenerti tutto dentro, e non ti sto supplicando. Ora sono una persona diversa, quindi smettila di trattarmi come un bambino e parliamo come due persone adulte! "
Contrattacco con un calcio, che pari con il braccio e ti fa scivolare alcuni metri lontano da me.
" Prima eri solo inutile, mentre ora sei cambiato. Non sono stupido, Deku! So riconoscere un'unicità quando la vedo, e non so come tu abbia fatto a procurartene una, ma sappi che non sarai mai al mio livello, quindi smettila di volermi affrontare! "
" Non lo capisci? E' perchè sei straordinario, per questo voglio batterti! "
Ci fermiamo di colpo. Le mie guance si dipingono di nuovo di rosso, mentre tu abbassi le braccia. Sembri improvvisamente esausto, come se portassi sulle spalle un peso sovrumano. Mi ignori, mentre ti stendi di nuovo per terra.
" Ho risposto alla tua domanda. Ora vattene, anche se so che non mi ascolterai comunque. "
" Ti devo chiedere un'ultima cosa, Kacchan. "
Giri lo sguardo verso di me. Dal tuo viso non traspare nessuna emozione, tanto che mi ricordi il me stesso dei miei primi mesi di addestramento.
" Che cosa vuoi. " Formuli la domanda senza punto interrogativo, quasi fosse un'imposizione.
Stringo di nuovo i pugni. Certo che parlare con te è proprio dura, molto più difficile che in passato. Dopotutto anche tu sei cambiato.
" Voglio che tu venga con me a salvare Shouto. "

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