Capitolo 11

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Quegli occhi che mi guardavano fisso.

Quei capelli spettinati.

Quel corpo gracile, quasi soffocato da un'uniforme mimetica.

Quel fucile che mi puntavi addosso.

E poi i tuoi colpi. Uno, due, tre, quattro.

Che cazzo ci fai qui, Deku?


Mi risveglio dal mio stato di trance quando mi rendo conto che l'ho preso in pieno con la mia esplosione. Improvvisamente la sua stretta sul mio corpo si allenta, prima di sentirlo crollare a terra vicino a me. Mi rialzo col respiro affannato e rivolgo lo sguardo al mio avversario, il quale giace riverso a contatto col suolo polveroso del campo di battaglia, gli occhi semichiusi, in evidente stato di incoscienza.

Non sei cambiato, Deku. La tua onnipresente calotta di capelli spettinati, il tuo fisico sottile, sebbene un po' irrobustito, ma sempre e comunque longilineo, il tuo viso innocente, come quello di un bambino.

Mi fa strano vederti con quella pistola nella fondina allacciata alla vita, e con quel fucile a pochi metri da te. Come cazzo hai fatto a diventare un soldato, TU?

Com'è che adesso hai un'unicità?

Che cos'altro è cambiato di te?

Poso lo sguardo sulle ferite che hai riportato durante il combattimento. hai un sopracciglio spaccato, e un rivolo di sangue attraversa il tuo profilo destro per poi schiantarsi a terra in una pozza che piano piano va ad allargarsi. Ti sei procurato molte botte, sicuramente più di me. Sei solo un debole. Sarai stato capace anche di atterrarmi, ma alla fine l'ho avuta vinta io, solo io.

Perchè io sono più forte di te, e lo sarò per sempre.

Mi accorgo solo in quel momento che Kirishima mi sta chiamando. Aveva atterrato il compagno di Deku con un colpo alla nuca. Indica prima lui e poi Deku, ed infine chiede:

" Che ce ne facciamo di questi due? Lo hai visto anche tu, non sono soldati come gli altri. Hanno il permesso di usare le loro unicità sul campo di battaglia, ed inoltre ne possiedono di molto forti. Questo qui, ad esempio. " Tocca con lo scarpone il tipo che aveva atterrato, " Si è dovuto distrarre perchè lo battessi. Ha un quirk di creazione del ghiaccio molto potente, mentre l'altro ha un quirk di tipo rinforzante, ma di sicuro non standard. Tu che ne dici, dovremmo portarli al Quartier Generale? "

Lo guardo scocciato. L'idea di portare Deku e quel merdoso del suo compagno nella nostra base non mi entusiasma affatto. D'altra parte lui è la persona che più odio al mondo. Ciononostante non posso non ammettere che le loro confessioni sarebbero utili ai fini della nostra missione. Per il dovere verso la mia causa, e solo per quello, decido quindi di mettere da parte l'odio che provo nei suoi confronti e di pensare in modo oggettivo.

" Ho appena avuto un'idea. Li porteremo al Quartier Generale come prigionieri e gli faremo sputare fuori tutto quello che sanno sui piani di guerra. Tutto quello che sanno e che potrebbe essere utile. Tu prendi questo qua, io penso all'altro. Non si discute. "

Kirishima mi guarda leggermente scocciato visto che gli ho praticamente rubato l'idea, ma dopotutto è abituato al mio carattere così scontroso, quindi un secondo dopo mi fa un sorriso a trentadue denti e prende il nostro primo ostaggio in spalla.

" Andiamo, allora! "

Faccio per andare a raccattare Deku, ma ad un tratto sento la mano di Kirishima poggiare sulla mia spalla. Mi giro ed incontro il suo sguardo più serio, che mi rivolge solo in determinati momenti.

" Tu lo conoscevi, vero? "

" Di chi stai parlando? "

" Secondo te? Del ragazzo contro cui hai combattuto. Lo hai chiamato per nome. "

Eppure lui lo sa che odio la gente che si impiccia in cose riservate.

Gli tolgo la mano dalla mia spalla in malo modo e continuo a camminare.

" E' successo tanto tempo fa, e comunque non farti i cazzi miei. "



Quando riprendo i sensi la prima cosa che vedo è l'immagine di Shouto che crolla a terra, e istintivamente urlo il suo nome, ottenendo da parte sua un gemito soffocato. Probabilmente neanche lui si è risvegliato molto prima di me.

Constato solo in quel momento che mi trovo con il busto appoggiato a una parete di calcestruzzo e che ho le mani e i piedi legati con una robusta corda. Vorrei almeno vedere qualcosa, ma per quanto mi sforzi di aprire gli occhi davanti ed intorno a me si estende il buio più totale. Niente luci, neanche una finestra. Il buio più profondo.

L'unica cosa che posso fare è provare a capire dove mi trovo utilizzando gli altri sensi. Dall' odore di chiuso e dalla parete umida intuisco rapidamente che io e il mio compagno siamo in un sotterraneo di qualche edificio.

Ed siamo prigionieri.

Quei bastardi ci hanno pure disarmati. Provo a cercare il mio coltello, ma sotto sotto sapevo già che me lo hanno sequestrato. Anche a Shouto hanno riservato lo stesso trattamento, e mi riferisce che gli hanno rubato anche la mappa della zona.

Intanto il tempo passa, e la mia mente non fa altro che volgere a te. Non sono riuscito ad eliminarti, ed ora probabilmente saresti arcicontento di restituirmi il favore, non dopo avermi fatto confessare i piani d'attacco dell'esercito.

Sono stato addestrato anche sulla capacità di resistere al dolore, però. Potresti fare male a me e a Shouto in qualsiasi modo possibile, ma non confesseremmo mai. Almeno ho questa soddisfazione.

Vederti sul campo di battaglia è stata proprio una bella batosta per me. Mi maledico mentalmente per non averti sparato subito. Almeno adesso non ci saremmo ritrovati in questa situazione.

E contemporaneamente ringrazio il Fato, il Caso o il Destino, come lo si voglia chiamare, di averti ferito solo leggermente.

Che strano effetto mi fai, Kacchan.

Non riesco proprio a spiegarmelo.







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