Io e Shouto siamo stati mollati in prima linea, nell'ultimo avamposto prima del campo di battaglia, la città di Silent Hill. Di silenzioso ormai non ha più nulla, però: ogni secondo si sentono i fragori degli aerei e delle bombe, accompagnati dagli spari che sembrano formare una melodia di morte.
L'avamposto è composto da quattro file di tende, più una tenda più grande che funge da ospedale da campo. Ad ogni angolo si palesano, come fantasmi inquieti, soldati feriti o zoppicanti che arrancano per il campo con ancora le uniformi coperte di sangue, mentre altri soldati in fin di vita arrivano dalla prima linea su delle barelle, emettendo gemiti strazianti.
Non ci emozioniamo. È quello che ci è stato ordinato.
Solo Shouto osa commentare con un:
"Qua le cose non vanno molto bene, vedo."
Annuisco leggermente mentre mi ostino a tenere lo sguardo basso.
I soldati ci portano fino all'armeria, dove ci equipaggiano con diverse armi con le relative munizioni. Un fucile d'assalto M16, una mitragliatrice leggera, un M14, cioè un fucile semiautomatico, un fucile di precisione e una pistola M9. Un armamento forse troppo ingombrante per solo due soldati, ma che ci permetterá di avere diversi tipi di armi che ci daranno diverse possibilitá di attaccare secondo le nostre necessità. Ci danno anche un pugnale a testa da usare nelle situazioni estreme e una mappa dell'intera città.
Mentre la stiamo analizzando ci si avvicina un soldato. Ha l'occhio destro coperto da una benda sporca di sangue e respira a fatica per una ferita all'addome. Guarda la mappa per alcuni secondi, per poi guardarci e indicarnr un punto, abbastanza vicino al nostro avamposto.
"Quei bastardi non hanno intenzione di mollare. Vogliono l'avamposto. Si sono spinti fino a questo punto, circa cinque giorni fa. Siamo riusciti a respingerli, ma diciamo che non si è trattata affatto di una vittoria. Non abbiamo idea di dove si nascondono o dove tengano le munizioni. Il nostro compito è quello di trovare le loro basi e distruggerle, il vostro quello di ammazzare tutti quelli sulla prima linea. Però dovete stare attenti," si interrompe da un potente attacco di tosse. Quando si riprende si avvicina di più a me e mi sussurra:
"I due ribelli in prima linea... Sono stati loro a ridurci così. Hanno dei quirk potenti. Dovete fare attenzione. Anche loro, come voi, sono poco piú che ragazzini."
Mi giro verso Shouto, che annuisce leggermente.
"Allora faremo in modo di farli fuori."Io e Midoriya siamo partiti da quasi tre giorni nella prima linea, e fin'ora abbiamo eliminato ben due piccole pattuglie di ricognizione da circa cinque uomini. Sono tutti giovani, alcuni anche più giovani di noi, ma non ci importa. Ormai sappiamo che è questo il nostro compito e che non possiamo sottrarcene così facilmente.
Non abbiamo ancora incontrato i due ribelli di cui ci ha parlato il soldato all'avamposto. Ormai sospetto che si trovino più a ovest, mentre io e Midoriya stiamo pattugliando la zona a est.
Ogni giorno, in mezzo a quel paesaggio di macerie, non posso fare a meno di pensare a mio padre e a come sia fottutamente orgoglioso di avere il suo figlio " perfetto " in prima linea sul campo di battaglia. L'odio che provo verso di lui è smisurato. Si è fatto odiare da sua madre e dai suoi figli, ma nonostante questo non ha ceduto. È troppo accecato dal suo orgoglio per capire che sta mandando il suo stesso figlio al macello.
È colpa sua se sono stato addestrato come una cavia. È colpa sua se sono diventato un manichino capace solo a uccidere.
Solo Midoriya riesce a capirmi in questi momenti, e gli sono infinitamente grato per questo.
Improvvisamente mi rendo conto che è arrivato il crepuscolo. La luce rosso intenso del sole morente colora in modo particolare gli edifici distrutti, donando a loro una strana e inquietante calma. Mi giro e dietro di me Midoriya mi fa un cenno affermativo. In lui vedo una grande fiducia.
"Meglio che troviamo un posto sicuro dove passare la notte. Stare all'esterno è pericoloso."
Annuisco e comincio a cercare: mi bastano due minuti scarsi per trovare quello che doveva essere stato un piccolo teatro. La porta non si trovava piú nei cardini, e il cubicolo di vetro della biglietteria era stato completamente sfasciato: ciononostante la struttura in sè era abbastanza robusta, e il tetto non sembrava pressochè pericolante. Camminammo lentamente, attenti a non fare rumore, sui logori tappeti di velluto e sui ritagli di moquette. Una macchina per i popcorn ci squadrava in un angolo, ancora con i colori sgargianti delle vernici ben visibili. Il portone d'ingresso alla sala, di un legno chiaro, era ormai fragile come un foglio di carta. fatto Midoriya stava già dormendo. Era raggomitolato come un coniglio e i suoi capelli spettinati gli fungevano da cuscino. Era così carino.Ehi, ma a cosa stavo pensando ?!?!
Decisi di concentrarmi su altro, ma il mio sguardo volgeva ogni volta su quella piccola figura addormentata. Sembrava un bambino.
Lo proteggerò, pensai. Lo proteggerò da tutto.
----ANGOLO DI UN'AUTRICE----
E il piccolo Shouto si è preso una cotta...
Probabilmente in questo momento mi sto facendo odiare ma tranquilli che il nostro accendino arriverà a momenti!
Ci vediamo al prossimo e spero che il capitolo vi sia piaciuto!
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War || Katsudeku ||
FanfictionIzuku Midoriya non si sarebbe mai aspettato di finire sul campo di battaglia. La sua infanzia a Salem insieme a sua madre, però, è ormai un ricordo lontano, impregnato da una dolorosa e straziante malinconia che lo accompagnerà in ogni momento, alme...