" Shouto? "
" Mh? "
" Secondo te da quanto tempo siamo rinchiusi qui dentro? "
" Ti sembra il momento di fare certe domande? "
" Scusa... Volevo solo parlare un po'. Certo che sei permaloso. "
Shouto sospira, esausto.
" Credo circa un giorno, contando anche il tempo in cui siamo rimasti incoscienti. "
Nella nostra condizione attuale siamo troppo frustrati persino per parlare. Finiti i pochi argomenti disponibili, che comunque sono accolti con risposte monosillabiche da parte di Shouto, ci arrendiamo tutti e due e finiamo in uno stato di dormiveglia, vista la costante oscurità che si estende davanti ai nostri occhi. E' in uno dei miei sempre più rari momenti di lucidità che sento il rumore di una porta aprirsi. Do subito una spallata a Shouto, che si risveglia sobbalzando. Vediamo un filo di luce farsi sempre più ampio, fino a svelare intorno a noi uno spazio rettangolare di circa dieci metri quadrati, occupato in parte da casse contrassegnate da una scritta vermiglia: fragile. Alla nostra destra si trova una scala, che conduce nel posto dal quale proviene la luce.
Sentiamo varie voci piuttosto concitate, e nonostante cerchiamo di affinare l'udito il più possibile sembra che chiunque stia parlando non abbia la minima intenzione di farci capire neanche una sillaba. Dai toni però lasciano intendere di star litigando, anche piuttosto animatamente.
Finalmente dalla scala scendono due figure, che non riesco ad inquadrare appieno fino a che non si piazzano di fronte a noi.
Sono due ragazze, all'incirca sui sedici anni come me e Shouto. Una è alta e dalle curve ben definite, con una cascata di capelli corvini che tiene raccolti in una coda di cavallo; mentre l'altra è più bassa e con due enormi occhi neri, mani e piedi grandi , una buffa acconciatura e un'andatura ciondolante, come se stesse saltellando.
La prima ci guarda con fare seccato, per poi rivolgere gli occhi all'amica e domandarle:
" Hanno detto che dobbiamo portarli dai Professori? "
" A quanto pare sì. Ma non possiamo certo portarli con le mani e i piedi legati da quelle corde. Meglio delle manette, cra. "
" Hai ragione. Provvedo subito. "
Ne io ne Shouto possiamo non contenere un'espressione di sorpresa pura quando la ragazza comincia a sbottonarsi l'uniforme che indossa, fino a rimanere in reggiseno. Sembra concentrarsi per un attimo e in un istante dalla sua pancia fuoriescono due paia di robuste manette d'acciaio. Lei ci fulmina con un'occhiataccia per poi ribattere:
" Beh, che cosa avete da guardare? "
" N-Nulla " rispondo, cercando di contenere il mio evidente rossore.
La ragazza in reggiseno da le manette alla sua compagna, che provvede ad infilarcele ai polsi mentre l'altra si riabbottona l'uniforme. Shouto mi da una piccola spallata e con un cenno del capo mi indica i due fucili che le ragazze si sono portate dietro.
In poche parole, non devo pensare di scappare. Sarebbe inutile.
Annuisco con un'altro cenno. Ho capito.
Saliamo le scale, e un'ondata di luce ci avvolge. Ci vogliono alcuni secondi prima che la smettiamo di strabuzzare gli occhi e riusciamo ad inquadrare il paesaggio che ci si para davanti.
Le ragazze ci stanno conducendo attraverso quella che sembra una vecchia scuola abbandonata, probabilmente un liceo. Riesco ancora a scorgere quelle che una volta dovevano essere state le aule, con pile di banchi ammucchiati in ogni spazio libero e le lavagne coperte da uno spesso stato di polvere che nessuno aveva avuto tempo di staccare. Sono come monito di una generazione di studenti ormai dimenticati, i quali volti nessuno avrebbe ricordato più.
Devo riconoscere che i ribelli si sono organizzati davvero bene, però. Ogni stanza sembra adibita a una precisa funzione, e tutti sembrano sapere dove andare. In giro per i corridoi ci sono squadre di ragazzi che saettano da una parte all'altra come formichine laboriose. Spostano armi, catalogano inventari, pianificano strategie: sembra quasi di essere in un campo militare.
La cosa che più mi incuriosisce è che sembrano tutti liceali o delle scuole medie, al massimo del primo anni di università. Solo qualche adulto si eleva sporadico, uno ogni cinque minuti circa di camminata, impegnato ad amministrare quello sciame di ragazzini.
" Questo una volta era un liceo. Uno dei pochi autorizzato dal governo ad avere dei corsi speciali per diventare soldati dell'esercito. L'Accademia Militare U.A. "
La ragazza con la coda di cavallo sembra pronunciare quelle parole con un leggerissimo velo di malinconia, mentre con un sospiro la sua compagna continua.
" Era la migliore scuola che il paese avesse. Ormai da anni addestrava i migliori in campo, cra. "
" Noi eravamo tutti studenti " riprende la prima. " E ora siamo costretti a combattere. "
" Abbiamo salvato diversi ragazzi e ragazze. Quasi tutti delle medie, ma ogni tanto anche qualche bambino e universitario. Tutti vittime della guerra. I più piccoli li abbiamo accolti, mentre i più grandi volontariamente prestano servizio qui al Quartier Generale, e fanno quel che possono per facilitarci il lavoro, cra. Non potremmo mai farcela senza di loro."
La ragazza più bassa viene interrotta dal mio compagno, il quale si gira di scatto e la guardò dritto negli occhi, sbigottito e leggermente seccato.
" Un attimo... Perchè ci state dicendo tutto questo? Che vantaggio ne trarreste se riveslate la vostra posizione? Se noi scappassimo..."
" E' semplice. " Shouto viene interrotto dalla ragazza dai capelli corvini, che preme con più insistenza la bocca del fucile sulla mia schiena, come per ordinarmi ad aprire la porta che ci si è parata davanti. E' di legno, con una targa dorata arrugginita dal tempo. E' un po' sbiadita, ma si riesce comunque a leggere la scritta: Sala Riunioni.
" E' praticamente impossibile che voi usciate vivi da questo posto. "
Non è proprio consolante, ma non posso dire che non me lo aspettassi.
Apro dunque la porta, aspettandomi un pugno di uomini intorno a un tavolo circolare che avrebbero deciso le sorti di me e Shouto. Un vero comitato nello stile dei ribelli.
Mi aspettavo uomini poco raccomandabili, o ragazzini troppo ambiziosi. Tutti con un fucile in mano, a giocare con le nostre vite.
Ma quello che vedo mi lascia senza parole.
" Ben arrivato, giovane Midoriya. "
![](https://img.wattpad.com/cover/152784750-288-k559179.jpg)
STAI LEGGENDO
War || Katsudeku ||
FanfictionIzuku Midoriya non si sarebbe mai aspettato di finire sul campo di battaglia. La sua infanzia a Salem insieme a sua madre, però, è ormai un ricordo lontano, impregnato da una dolorosa e straziante malinconia che lo accompagnerà in ogni momento, alme...