Capitolo 22

684 82 14
                                    

" Todoroki? Sei lì dentro? "
Dopo il mio "colloquio", se così lo si può chiamare, col mio vecchio amico d'infanzia, avevo la mente scombussolata. I suoi modi di fare nei miei confronti erano cambiati totalmente, come d'altronde erano cambiati i miei. Era strano vederlo così diverso dal bambino che conoscevo, sebbene molte cose del suo carattere fossero rimaste invariate. Questa cosa mi creava un certo disagio, e preferivo non essere lasciato solo in balia dei miei pensieri. Decisi perciò di andare a vedere come se la stesse cavando il mio compagno di squadra, il quale mi rispose con un grugnito affermativo da dietro la porta.
Sapevo che nel suo linguaggio mi stava invitando ad entrare, perciò abbassai la maniglia ed entrai nella sua pseudo camera da letto, arredata all'incirca come la mia.
" Stai bene? "
La sua domanda mi colse di sorpresa. Shouto non mi aveva mai rivolto parole di interessamento così dirette, anche se sapevo che teneva a me. Cercai di sfoggiare il sorriso più incoraggiante che potessi fare.
" Certo, non preoccuparti per me. Tu come stai? "
Todoroki alzò improvvisamente lo sguardo, puntando le sue iridi glaciali sulle mie. Indugiò un attimo sulle sue stesse parole, per poi sussurrare sommessamente:
" Perchè non me l'hai detto? "
" Detto cosa? "
" Di te e All Might. "
Mi ricordai improvvisamente di quello che il mio mentore aveva detto nel sotterraneo riguardo al mio legame con lui e il One For All, anche in presenza di Shouto e di Erased Head. Era ovvio che si fosse fatto qualche domanda, pensai: avrei fatto lo stesso pure io.
" Cosa sei, il figlio segreto di All Might o qualcosa del genere? "
Divenni improvvisamente rosso, mentre mi coprivo la faccia con la mano.
" No, no! Ma cosa vai a pensare! All Might e io non... "
" Allora? " Disse lui con aria seria.
" E'... complicato. "
Lui stette in silenzio per alcuni istanti, prima di sedersi per terra con l'aria di uno che non ammetteva repliche.
" Abbiamo tutto il tempo, Midoriya. "
Riflettei per alcuni istanti. Mi fidavo di Shouto certo, ma così tanto da rivelargli un segreto così importante? D'altronde, All Might stesso mi aveva severamente proibito di rivelare la verità, perfino a mia madre. Il saperlo avrebbe comportato un pericolo anche per il mio compagno. Ciononostante il mio mentore aveva deciso di tirare fuori questa storia anche in sua presenza; All Might non era uno sciocco, e non avrebbe rivelato a chiunque il suo segreto. Il suo segno era quindi da interpretare come una specie di "via libera"? Oppure...
" Che cosa stai borbottando? "
Mi risvegliai improvvisamente dai miei pensieri, notando il mio compagno guardarmi perplesso.
" Nulla. "
Ormai era troppo tardi. Che fosse stato intenzionale o no, All Might aveva portato alla luce il segreto della forza davanti al mio amico, e trovavo sbagliato non metterlo al corrente della situazione.
Gli raccontai tutto, dal mio passato come senza quirk, alla mia ammirazione verso i soldati fino al mio incontro con All Might e del dono che lui aveva passato a me. Gli raccontai anche di Kacchan, anche se alcuni dettagli preferii tenermeli per me. Quando terminai il mio racconto mi squadrò con un' aria quasi incredula che non avrei mai immaginato di vedere sulla sua faccia.
" Stai dicendo che tu hai ereditato il potere di All Might, è così? "
" Precisamente. "
" Non mi stai mentendo, vero? "
" Non ne avrei motivo, credimi. "
Todoroki appoggiò la schiena al muro, come per lasciar riposare le membra dopo quello che gli avevo detto. Ritornò con lo sgardo a terra.
" Scusa, Todoroki. Avrei voluto dirtelo, ma era un segreto troppo grande. Prima dovevo avere l'approvazione di All Might, visto che la faccenda riguarda anche lui. Mi dispiace tanto. "
Lui fece un cenno affermativo, per poi chiedermi con il suo solito tono:
" Che ore sono? "
" Direi che ormai si è fatta l'una. E' ora di pranzo. "
Lui si alzò, per poi rivolgermi uno dei suoi rari sorrisi.
" Vogliamo andare a mangiare, allora? "
Sorrisi anche io, mentre ci incamminavamo verso la mensa.

Appena sento gli squilli incessanti delle sirene e il messaggio trafelato del preside capisco subito che cosa abbia provocato quel trambusto, o meglio, chi. Possono essere solo loro due.
Lo capisce anche Shouto, e appena il preside ci da l'ubicazione del disastro mi metto a correre verso la porta seguito a ruota da Shouto, col quale scambio un cenno affermativo. Uraraka e Iida cercano di fermarmi, ma me la cavo saltando sopra i tavoli tra gli sguardi sorpresi della gente. Comincio a correre per i corridoi, dirigendomi verso una piccola armeria che ho visto pochi metri più in là. Arrivato lì prendo tutto qullo che posso usare, e lo stesso fa Shouto. Riusciamo a trovare un buon semiautomatico, alcune granate e bombe a mano, una bomba fumogena, una pistola automatica a testa e alcuni pugnali. Non è proprio il massimo rispetto alle nostre capacità, ma dobbiamo arrangiarci. Prendo le due pistole, lasciando il fucile in mano a Shouto, per poi dirigermi verso la fonte del disastro.
Voglio risposte, e non me ne andro di qui fino a quando non le avrò avute. Anche se comportasse la mia morte, oppure la distruzione dello U.A.
Non mi importa. Voglio solo sapere se, dopo tutti gli sforzi e tutte le conseguenze, in quei due anni la mia vita ha avuto un qualche senso.
Il Distretto 17 è un cumulo di macerie. Un grande polverone rende difficoltosa la visuale, mentre avanzo nella stanza mezza distrutta, dove ora si intravede uno squarcio di aria aperta.
In controluce, però, riesco a vedere due figure rivolte verso di me.
" Ma guarda un po' chi abbiamo qui. "
" Izuku - kun! " Una ragazza, che conosco come la sottotenente Toga Himiko, fa per saltarmi addosso in un impeto di gioia insensata. La ricordo bene: l'ho vista spesso durante il mio addestramento come cavia umana. Sovrintendeva ad alcune nostre attività, ed era sempre accompagnata dal sottotenente Dabi, che per il momento si avvicina lentamente tra le macerie, come per controllare di non sporcarsi l'uniforme militare.
Respingo la ragazza repentinamente, spostandomi dalla sua traiettoria, mentre estraggo un pugnale e con una mossa semplice glielo punto alla gola. Intanto Shouto punta il fucile in mezzo agli occhi del nostro superiore, che sorride beffardo.
" Andiamo, ragazzi. Non facciamo i melodrammatici. Siamo qui per salvarvi, no? "
Toga sorride, per poi prendere il coltello tra i denti e con un gesto quasi impercettibile buttarlo a terra, di fianco a lei.
" Perchè fai così, Izuku - kun? "
Prova ad atterrarmi, ma mi rimetto subito in piedi con la mia unicità e impugno una delle due pistole.
" Voglio sapere tutto, e subito. "
Dabi guarda me e Shouto con espressione interrogativa, per poi ribattere:
" Non so a cosa tu ti stia riferendo. "
" E invece lo sai. Dopotutto sei uno dell'esercito, e uno dei soldati fidati del Generale. "
" E quindi lo avete scoperto, eh? "
Per un secondo perdo la concentrazione.
E' tutto vero. Tutto quello che mi aveva detto Eraser.
E' uno dei cattivi, e come me anche Shouto.
" E inutile che tu finga di essere quello che non sei, Izuku. Hai dimenticato quello che ti ho detto riguardo tua madre? Vuoi ancora rivederla? "
Sono in uno stato di trance. Shouto deve guardarmi incredulo, mentre abbasso la pistola.
" Tu appartieni a noi. "
Shouto alza il fucile, pronto a sparare, quando una grossa esplosione non ci fa cadere a terra. Toga si rimette subito in piedi per poi posizionarsi di fianco a Dabi, che nel frattempo si è messo sulla difensiva.
Sento un rumore di passi, fino a quando non vedo una mano guantata farsi largo, levando la polvere con la mano. Ai suoi lati ci sono altre persone, tutte con una bandana rossa.
" Non provare a rubarmi la scena, Deku. "

War || Katsudeku ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora