Capitolo 1 ~ Allison

2.5K 83 28
                                    

Prima ancora che la biga si schiantasse nel mio giardino, stavo avendo una pessima giornata.
Ero uscita per andare da mia madre nelle scuderie del ranch, quando sentii un rumore provenire dal campo di cereali di cui si occupava il nonno.
Tolsi gli auricolari per sentire meglio. Era uno strano fruscio, come se le piante fossero state mosse dal vento. Cosa strana, visto che non ce n'era nemmeno un filo.
Mi avvicinai con il cuore in gola e per poco uno strano esserino giallo non mi saltò addosso. Mi scostai in tempo, strillando.
-Ma... ma che... -balbettai guardando quel coso. Aveva delle ali secche sulla schiena, i capelli bianchi e gli occhi senza pupille. Indossava un perizoma di un giallo più scuro della sua pelle.
Era finito faccia a terra e in quel momento si stava rialzando, dicendo delle parole poco adatte a un neonato grassoccio come lui.
Feci qualche passo indietro, mentre dal campo del nonno fuoriuscivano altri piccoli esseri come quello, ma di colori diversi.
-Quel terreno non ha il nutrimento adatto all'orzo! -esclamò uno di loro.
-E neanche per il frumento!
-E nemmeno per il sorgo!
-Ehi! -esclamò un esserino marrone rivolgendo i suoi occhietti verdi verso di me. -Forse la semidea sa dove possiamo trovare un terreno adatto a noi!
Quando le creaturine si voltarono verso di me emisi un verso strozzato.
-I-Io... c-cosa siete? -balbettai. Ok, forse il caldo soffocante di inizio luglio mi aveva dato alla testa. Forse avevo le allucinazioni. Forse avevo letto troppo in quegli ultimi giorni e...
Mi diedi un pizzicotto, facendomi male. Per mia sfortuna era tutto vero.
-Noi siamo i karpoi, gli spiriti del grano. Figli e servitori della Madre Terra! -esclamarono tutti insieme, come se si fossero esercitati apposta.
Avanzarono di circa un metro e io indietreggiai ancora, arrivando a toccare la corteccia dell'immensa quercia che dominava il giardino.
-AHI! -esclamò una voce femminile facendomi sobbalzare. Mi voltai verso l'albero in tempo per vedere una ragazza uscire letteralmente dal tronco.
-Mi hai calpestato le radici! Fai più attenzione! -sbottò per poi tornare nell'albero.
Ero totalmente nel panico. Cosa diamine stava succedendo al mio giardino?
-Ehi! Sai dove trovare un luogo dove mangiare bene? -chiese un esserino bianco. -Posso darti un po' di riso in cambio.
Deglutii rumorosamente: -Beh, c'è un McDonald's qui vicino...
E poi vidi la biga volante.
Sentivo urlare qualcuno dal mezzo, con i cavalli alati che sbandavano. Probabilmente il conducente aveva perso il controllo e stavano precipitando.
La mia teoria venne confermata quando la biga si schiantò a pochi metri da me e dagli esserini, che si voltarono tutti a vedere cosa fosse successo.
-ALTRI SEMIDEI! -esclamò una vocina stridula.
-Forse loro sanno dove mangiare! -disse un'altra.
Da quella distanza riuscii a vedere una ragazza dai capelli color cioccolato che si metteva seduta, massaggiandosi la testa. Nella biga c'era una seconda persona, ma riuscivo a vedere solo il posteriore e le gambe, dato che la parte superiore del corpo era rimasta all'interno del mezzo.
-Che botta! -esclamò la ragazza.
-Ehm, Miss Mondo?! -esclamò il povero malcapitato nella biga mandando calci al vuoto. -Un aiutino?
La ragazza si alzò e si diede una pulita ai vestiti. Notai che indossava una maglietta arancione con il disegno di un pegaso sul davanti. C'era anche una scritta, ma da dov'era non riuscivo a leggere ciò che diceva.
-Ok, Leo, ora ti aiuto. -disse la ragazza. Poi prese l'amico per la vita e lo tirò fuori, perdendo l'equilibrio e finendo per cadere per terra di nuovo.
Il povero Leo (come avevo capito si chiamasse) aveva i riccioli neri e i lineamenti da folletto, indossava una cintura degli attrezzi e aveva il viso sporco di fuliggine.
-Non capisco perché siamo precipitati. -disse la ragazza mentre si rimetteva in piedi.
-Non ne ho idea. -A quel punto, Leo mi vide. -Ehi, Pip. Credo che ci siamo fatti notare.
-Oh fantastico. -fece l'amica dandosi una pacca sulla fronte. -Sapevo di dover portare più armi dal Campo!
-E dai, ci penso io. -disse Leo.
-Incendierai tutto! -Poi la ragazza lanciò un pugnale dritto nel petto di una creatura, che si dissolse in una nuvola di cereali. Subito tutti gli altri si lanciarono all'attacco, come per vendicare il loro amichetto morto.
-Allison, non ti muovere. -mi ordinò Leo con voce ferma. Non badai molto al fatto che sapeva il mio nome, ma pensai qualcosa tipo: "E chi si muove".
La ragazza riprese il pugnale, mentre l'amico tirava fuori qualsiasi tipo di attrezzo dalla cintura e si metteva a disintegrare gli esserini con le sue armi improvvisate.
Le creature non si davano per vinte: attaccavano i due ragazzi come se fossero stati più grandi e potenti di neonati con le ali.
Poi due di loro si avvicinarono a me, mostrandomi i dentini aguzzi.
-Se non c'è da mangiare per il frumento, possiamo sempre usare te. -disse uno.
Indietreggiai, ma inciampai nel terreno e caddi sulla schiena. Fantastico, il mal di schiena si aggiungeva a quell'assurdo sogno ad occhi aperti.
I due esserini fecero per saltarmi addosso, ma Leo li infilzò entrambi con un cacciavite e si dissolsero in una nuvola di cereali.
-Tutto bene? -mi chiese Leo inginocchiandosi al mio fianco.
-Io... sì. Ma cosa... -riuscii a dire.
-Karpoi. Non li vedevo da un anno, ma non credo che torneranno tanto presto. -disse la sua amica avvicinandosi. -Ehm... per caso c'è tua madre?
-È nelle scuderie. -risposi indicandole. -Ma per...
Prima che potessi finire la frase, lei si avviò verso le scuderie lasciando me e Leo da soli.
-Allora... -iniziò il ragazzo per rompere il silenzio.
-Potresti spiegarmi cosa diamine sta succedendo? -chiesi leggermente isterica.
-Ti spiegheremo tutto dopo averlo detto a tua madre. -mi rassicurò aiutandomi a mettermi seduta. -Posso solo dirti che andrà tutto bene.
Poco dopo la sua amica era di ritorno con mia madre.
-Allison, avrei dovuto dirtelo prima... -disse mia madre. -Devi andare al Campo.
-Cosa? -domandai scattando in piedi. -Quale Campo?
-Tuo padre voleva mandarti lì... avrei dovuto ascoltarlo. -continuò lei come se non avessi parlato. Rimasi sorpresa di sentirle nominare mio padre. Non lo avevo mai conosciuto in quindici anni di vita dato che era dovuto partire per lavoro quando ero molto piccola e non era più tornato.
-Signora Davis, stia tranquilla. Allison è in buone mani. -disse la ragazza. -È solo strano che suo padre non l'abbia ancora riconosciuta.
-Come? -chiese mia madre.
-Percy Jackson aveva fatto un patto con loro: avrebbero riconosciuto i figli prima che compissero tredici anni. Non più tardi. -spiegò Leo. -Il padre di Allison non le ha spiegato cosa sarebbe successo?
-Allora, ehm... -li interruppi. -Qualcuno può spiegarmi cosa succede?
Si voltarono tutti a guardarmi. Ehi, io esisto ok? Non è che sia invisibile!
-Meglio se entriamo. -disse mia madre.

Eravamo in cucina, seduti attorno al tavolo. Osservavo Leo e Piper (così si chiamava la ragazza), che erano di fronte a me e mia madre. Piper aveva una piuma colorata tra i capelli. Leo non stava fermo un attimo.
-Allora? -chiesi.
-So che non ci crederai. -disse Leo. -Tuo padre è un dio.
Sbattei più volte le palpebre: -Come scusa?
-Un dio greco. -rispose Piper.
-Un dio greco tipo... Poseidone, Apollo, Era, Giove...
La ragazza s'irrigidì: -Giove è romano.
-Ma non esistono! Gli dei, la mitologia... sono solo frutto della fantasia dell'uomo per spiegare dei fenomeni come la pioggia e il fuoco...
-Già, a questo proposito... -fece Leo. -Non sono solo delle invenzioni del cervello umano. Gli dei greci esistono davvero. E stanno sul Monte Olimpo.
-In Grecia?
-No, al seicentesimo piano dell'Empire State Building. -rispose mia madre. La guardai, stranita: com'è che mia madre era a conoscenza di quella realtà assurda e non me ne aveva mai parlato?
-Ma l'Empire State Building non ha seicento piani. Ne ha centodue. -dissi.
-Per i mortali. Ma per i semidei e per chi riesce a vedere attraverso la Foschia esiste il seicentesimo piano. -spiegò Piper.
-Semidei? -domandai.
-Sono frutto dell'unione tra mortali e dei. Tu sei una di noi. -rispose Leo. -Ce ne sono tantissimi al mondo e spesso rischiano la vita.
-È per questo che esiste il Campo Mezzosangue. -spiegò Piper. -È l'unico posto sicuro per noi.
Leo le lanciò un'occhiata.
-Piper... -disse cauto.
Non sentii cosa rispose la ragazza, perché mia madre disse: -Allison, vai con loro. Ti insegneranno tutto. Lì sarai più al sicuro di quanto lo sei qui a casa.
-Ma... -balbettai.
-Non preoccuparti. Ti divertirai al Campo. -mi rassicurò Leo.
-Quando arriveremo ti faremo fare un giro. -aggiunse Piper, poi guardò l'orologio. -Sarà meglio andare però. Credo che staranno iniziando a chiedersi dove siamo.

-Ci siamo quasi. -disse Leo, con le redini dei pegasi in mano.
-Di già? -chiesi sorpresa. -Ma non avete detto che il Campo si trova a Long Island?
-È complicato. -tagliò corto Leo: era vicino a me e mi sfiorava la spalla.
Cosa del tutto indifferente.
Ovvio... eheh...
Almeno credo.
Anche se mi sembrava di essere in uno dei miei libri, non mi sentivo per niente felice. Avevo salutato mia madre chiedendomi se l'avrei rivista di nuovo e poi ero salita sulla biga con lo zaino con i ricambi da portare al Campo Mezzosangue. Cosa mi aspettava? E chi lo sapeva.
A quel punto sentii un rumore strano.
-Ehm... cos'è stato? -domandai preoccupata.
-Andiamo! Andiamo! -mormorò Leo a denti stretti.
La biga scricchiolò.
-Cosa succede? -chiese Piper.
-Credo lo schianto di prima abbia danneggiato la biga. -spiegò Leo. Poi strinse di più le redini dei pegasi.
-TENETEVI! -ordinò. Mi aggrappai talmente forte al bordo della biga che le nocche sbiancarono.
SPLASH!
Atterrammo... ci schiantammo in mare. Per fortuna dove l'acqua era bassa, perché io non sapevo nuotare.
-Tutto ok? -mi chiese Leo porgendomi una mano per aiutarmi.
-Sì. Grazie. -risposi arrossendo.
Mentre cercavamo di capire come tirare fuori la biga dall'acqua, sentimmo una voce maschile:
-Ragazzi! -esclamò.
Ci voltammo: sulla spiaggia correva un ragazzo dai capelli neri e gli occhi verdi.
-Allison, quello è Percy Jackson. -mi spiegò Piper. -Figlio di Poseidone.
Percy ci raggiunse.
-Che diavolo è successo alla biga? -chiese.
-In California ci siamo schiantati e credo che si sia danneggiata. -spiegò Leo. -Lei è Allison.
Percy mi squadrò, poi mi sorrise: -Benvenuta al Campo, Allison. Il Coach Hedge ci ha parlato di te. -guardò la biga e sospirò: -Ok, voi andate da Chirone. Qui ci penso io.
Io, Leo e Piper ci avviammo lungo la spiaggia.
-Chi è Chirone? -chiesi spostando dietro le orecchie i capelli bagnati.
-È il nostro insegnante. -spiegò Leo strizzando la maglietta.
-Sono sicura che lo adorerai. -disse Piper. -Da quel che ho capito ti piacciono le storie antiche, vero?
Annuii.
-Chirone è la persona giusta se vuoi ascoltare un racconto. -fece Leo. -Soprattutto se ti piace la mitologia.
Non potevo negare che Leo avesse avuto ragione.

Daughter of the SunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora