Partimmo per Springfield (capitale dello Stato dell'Illinois) alle dieci di mattina, dopo aver sistemato tutti gli zaini nel baule del furgoncino.
Jason guidava, con Piper seduta sul sedile accanto a lui. Noialtri eravamo su quelli posteriori e qualcuno dormiva ancora, per recuperare il sonno perso durante i turni di guardia.
Crystal era seduta tra me e Leo e in parte la cosa era positiva: dopo che avevo capito cosa provavo realmente per lui, non facevo altro che andare in panico ogni volta che era a due centimetri di distanza da me.
Non sapevo esattamente come comportarmi con lui o con Piper e Jason, dato che avevo origliato la loro conversazione e non ero la persona che solitamente faceva queste cose, perciò...
"Non l'ho più visto così da... beh, da Calipso."
Calipso. Era la ex fidanzata di Leo e, da quel che avevano detto Jason e Piper, lui aveva passato un brutto periodo quando si erano lasciati.
Guardai fuori dal finestrino, ma mi sentivo gli occhi di Leo addosso.
Pochi minuti dopo ci fermammo in una zona di sosta.
Sembravo una persona con un qualche problema mentale: scappavo da Leo per evitare che vedesse il rossore sulle mie guance. Oh dei, avevo anche sperato in un bacio... lo conoscevo da neanche una settimana e mi facevo già i filmini mentali su di lui.
Entrai nel bar della zona di sosta e mi rifugiai direttamente nel bagno delle donne.
Presi un bel respiro.
-Sei una stupida. -mi dissi e parecchie signore si voltarono a guardarmi, come se mi stessi riferendo ad una di loro. Ridacchiai nervosa e balbettai uno "scusate", poi mi chiusi dentro un bagno.
"Scema" mi dissi mentalmente. "Secondo te Leo non se n'è accorto?"
Mi morsi la lingua. Era impossibile non accorgersi di come mi stavo comportando.Quando uscii nel parcheggio, qualcuno mi prese per il braccio.
Lanciai un urlo strozzato, pensando fosse Leo.
-Calma, sono io! -quando vidi gli occhi verdi di Percy presi un bel respiro profondo.
-Scusa. -dissi.
-Si può sapere cosa ti prende? -mi chiese abbassando la voce. -Ho notato che qualcosa ti infastidisce.
Feci un sorrisetto tirato.
-No, tranquillo. È solo agitazione. Sai com'è, è la mia prima impresa e... -riuscii a dire.
-Ma fino a ieri eri tranquillissima.
-Ehm... era per fare scena.
Percy alzò un sopracciglio.
-Scena?
-Sì...
-Davvero?
Annuii, nervosa.
Calò un silenzio imbarazzante.
Dei, se anche Percy aveva capito che c'era qualcosa...
Da quel che mi aveva detto Annabeth, il figlio di Poseidone non si era reso conto che lei aveva una cotta per lui fino a che non si erano baciati nel padiglione della mensa alla fine della guerra contro Crono e, stando alla sua versione, tutto il Campo Mezzosangue se n'era accorto.
Percy mi diede una pacca leggera sulla spalla e sorrise: -Dai, torniamo al nostro bolide.Ci fermammo a Cincinnati.
E non perché volevamo ammirare ciò che la città aveva da offrirci.
Il furgoncino si fermò e non ne volle sapere di ripartire, così Leo scese e aprì il cofano, da cui uscì del fumo nero.
Il figlio di Efesto si allontanò tossendo.
-Credo che servano dei pezzi di ricambio. -disse.
-Li hai nella cintura? -chiese Hazel.
Leo scosse la testa: -Dovrei andare alla ferramenta più vicina e comprarli.
-Ti accompagno. -disse Percy.
-Vengo con voi. -si aggiunse Annabeth.
-Va bene. -Il figlio di Efesto si voltò verso di noi. Poi si voltò verso di me: -Ti va di accompagnarci? Sai, mi sento a disagio con due fidanzatini.
Jason e Piper distolsero lo sguardo, fischiettando imbarazzati. Durante la loro impresa in effetti Leo era stato il terzo incomodo ed in quel momento si ritrovava nella stessa situazione.
-C-Certo. Ok... -balbettai arrossendo.
Perciò alla fine ci ritrovammo in quattro: Leo, Percy, Annabeth ed io. Avevo implorato Crystal di venire con noi, ma lei aveva rifiutato di starsene in mezzo a due coppiette. Seh, secondo me non mi aveva neppure sentita. Era stata troppo impegnata a fissare Reyna.
Quando arrivammo ad una ferramenta dopo una decina di minuti di auto, capimmo subito che qualcosa non tornava.
-Teniamo gli occhi aperti. -disse Percy. -Non si sa mai.
Entrammo nel negozio.
-Ehi, quanta gente! -esclamai vedendo la calca davanti alle casse.
Leo allungò il collo per capire cosa stesse succedendo.
-Oh no... -disse. -Ci sono Narciso e il suo fan club.
-Narciso? -chiesi. Ci nascondemmo dentro una corsia. Da lì riuscii a vedere un ragazzo sui vent'anni, aveva i capelli scuri e una corporatura perfetta. Sembrava il classico ragazzo che si mette in mostra.
Si stava specchiando nel vetro del bancone della cassa, circondato da un gruppo di ragazze.
-È stato punito dagli dei ed ora è innamorato del suo riflesso. -spiegò Leo velocemente.
-Come facciamo a pagare le cose che ti servono se Narciso se ne sta davanti alla cassa? Le cassiere sono completamente andate. -disse Percy.
-Non paghiamo. -Leo fece spallucce.
Ci voltammo verso di lui con un sopracciglio alzato.
-Scherzavo! -esclamò il figlio di Efesto. Poi s'illuminò (no, non prese fuoco). Recuperò un foglio di carta e un pennarello dalla cintura. Scrisse le cose che servivano e lo consegnò ad Annabeth.
-Voi prendete questi. Io cerco di distrarlo. -disse. -Allison, dovrai aiutarmi.
-P-Perché?
Leo ignorò la mia domanda.
Poi Percy e Annabeth sparirono del negozio.
-Ora. -disse Leo tirando indietro le maniche. -Dovrai mischiarti a quelle ragazze e assecondare tutto quello che dirò.
-Scusa?
-L'ultima volta ha funzionato. -mi porse il pennarello. -Puoi scrivermi delle cose sul braccio?
Gli scrissi sulla pelle "Carico sexy", "Bad boy" e "Team Leo", anche se quest'ultima sulla maglia del Campo Mezzosangue che indossava.
Poi Leo si tirò indietro i capelli con dell'olio per motori e mise gli occhiali da saldatore sulla testa.
-Mi potresti spiegare cosa hai intenzione di fare esattamente? -chiesi.
-Tu sarai pazza di me.
Arrossii di botto: -C-Che?!
-Come se fossi il tuo idolo. -si spiegò lui.
Lo fissai.
-E dai! Avrai degli idoli, no? Che so... un attore, un cantante... qualcuno!
Annuii imbarazzata.
-Bene. Immagina che io sia uno di loro.
-Ah... ehm... ok.
-Oppure puoi impersonare una di quelle modelle che escono con i rapper. Se vuoi. In quel caso ti presenterei come la mia ragazza.
Se possibile, divenni ancora più rossa.
Deglutii: -D'accordo. Allora mi dò una sistemata.
Sciolsi la coda che avevo, così che i capelli mi ricadessero morbidi sulle spalle, misi gli occhiali da sole che avevo nello zaino e feci un nodo alla maglietta del Campo Mezzosangue, lasciando l'ombelico scoperto. Leo mi porse un rossetto: -L'ho trovato nella cintura. Non chiedermi il motivo perché non lo so. -disse ridendo. Poi prese il pennarello e mi scrisse sul braccio "Mrs Valdez" e "Girl on fire". Mi sorrise e intrecciò le dita con le mie. Sentii il cuore accelerare per l'ennesima volta in poche ore.
-Pronta?
-Sì. -gli sorrisi.
Leo si schiarì la voce, poi ci avvicinammo al fan club di Narciso. Erano tutte ragazze con striscioni, cellulari e scritte sulle braccia e sulla fronte che dicevano "Signora Narciso" o "ILY Narciso". E capii perché Leo mi aveva scritto "Mrs Valdez" sul braccio.
-Te lo avevo detto, no? -mi chiese Leo alzando la voce. -Sbavano tutte dietro a quello sfigato di Narciso.
Le ragazze si voltarono.
-Non sanno cosa si perdono! -esclamai con finto dispiacere.
-Leo è meglio, vero? -domandò facendo flettere il braccio con la scritta "Carico sexy". Ridacchiai come quelle oche che non fanno altro che sbavare dietro ai ragazzi, fare shopping e riempirsi di chili di trucco. Ossia quelle che odiavo nel profondo.
Leo strinse la mia mano, come per incoraggiarmi a continuare.
-Ancora tu? -chiese la voce di un ragazzo.
La folla di ragazze si divise in due, così che riuscissimo a vedere Narciso in faccia.
-Esatto, amico. -rispose Leo. -E, a differenza tua, io mi sono trovato una ragazza.
Mi avvicinai a lui. Dovevo sembrarlo no?
E no, non era una scusa per stargli più vicino.
-E da quanto tempo l'avresti trovata? Due minuti? -chiese una ragazza. -Narciso ha tutte le ragazze che vuole!
-Anche Leo! -ribattei, anche se in effetti ero la sua "ragazza" da poco meno di due minuti. -Solo che al contrario di Narciso non se le porta dietro ovunque va per fare scena. Dico bene, Leo?
Leo mi prese in vita, avvicinandomi a sé. Io gli misi il braccio sulla spalla e sperai che non sentisse il mio cuore, che batteva come la gran cassa di una batteria.
-Benissimo. -mi rispose sfiorando la mia guancia con la punta del naso.
Tanto per enfatizzare, gli diedi un bacio sulla guancia, lasciandogli il segno del rossetto.
-Oh, dei! Che sciocca! -esclamai cercando di pulirlo. -Il tuo fascino è rovinato!
Leo rise: -Baby, il mio fascino non si rovina mai.
Vidi Percy e Annabeth poco lontani da Narciso con le cose che dovevamo portare via in mano. Ci guardavano senza sapere esattamente come comportarsi, ma quando lanciarono un'occhiata a Leo, che mascherò un pollice alzato in una sistemata ai suoi riccioli, capirono al volo di avere campo libero e si avvicinarono alla cassa alle spalle di Narciso (la commessa aveva finalmente distolto l'attenzione dal ragazzo) per pagare.
-In effetti è carino. -mormorò una ragazza ad un'altra, che annuì.
-Carino? -ripetei. -Tesoro, non credo che sia l'aggettivo adatto a Leo.
-Giusto. -confermò Leo. -Io non sono solo carino, io sono stupendo.
Vidi Percy e Annabeth alzare le borse con tutti gli acquisti. Ci sorrisero.
-Oh dei, ci sono altri fan di Leo! -esclamò il figlio di Efesto.
I nostri amici ci fissarono male, ma gli lanciai un'occhiata molto significativa e capirono all'istante.
Annabeth lanciò un urletto che fece saltare in aria Percy (cosa che non avrebbe mai fatto), il figlio di Poseidone fece il classico ragazzo venuto per accompagnare e alzò gli occhi al cielo. Si avvicinarono, mentre io e Leo iniziavamo ad indietreggiare verso la porta.
-Credo che Narciso non riuscirà mai a trovare una ragazza. -dissi.
-È così brutto che al suo posto io mi affogherei. -continuò Leo.
-Peccato che lui lo abbia già fatto! -conclusi.
E corremmo fuori prima che Narciso potesse capire quello che avevamo detto.*angolo meh*
Mi sono divertita un sacco a scrivere questo capitolo🤣🤣🤣
TEAM LEO A VITA! *sventola una bandierina con la faccia di Leo*
STAI LEGGENDO
Daughter of the Sun
Fanfiction|| DAUGHTER OF THE SUN: LIBRO I || "[...] Incrociai le gambe pensando a quanto fosse assurdo che quel ragazzo diciottenne in realtà avesse quattromila anni e più. E, soprattutto, che quello fosse mio padre. [...]" In meno di una settimana, Allison v...