{Allison}
Il diciotto agosto.
L'ultimo giorno che avrei passato con Adrian era arrivato troppo in fretta: avevamo passato due giorni a curare i feriti e a festeggiare per la vittoria contro le Muse, ma sapevo già che quel giorno sarebbe arrivato.
Non volevo dirgli addio così presto. Non avevo nemmeno avuto il tempo di capire cosa provavo esattamente per lui. Gli dei erano veramente ingiusti certe volte.
Quella mattina mi trovavo nel poligono di tiro con l'arco, ma non riuscivo a concentrarmi.
-Allison, va tutto bene? -mi chiese Kayla preoccupata. -Non è da te non fare centro.
-Sì, sono solo distratta. -mentii. Non stavo affatto bene, visto che Adrian sarebbe tornato sull'Olimpo per colpa mia e non mi sarei mai più ricordata di lui.
Tirai e mancai di nuovo il bersaglio.
-Allison, meglio se fai una pausa, va bene? -mi propose Will a quel punto.
Annuii e m'incamminai.
Arrivai alla Casa Grande, dove Adrian stava parlando con Chirone. Il figlio di Zeus mi vide e mi sorrise, poi disse qualcosa a Chirone e mi raggiunse.
-Ciao, Sbuffo di Nuvola. -mi salutò.
-Ciao... -ricambiai abbassando lo sguardo.
-Cosa... cosa c'è che non va? -chiese alzandomi il mento.
Scossi la testa.
Adrian strinse le labbra, poi mi sorrise: -Ti va di fare un giro insieme?
Lo guardai, poi annuii, felice.Poco dopo eravamo in spiaggia, seduti sulla sabbia a guardare le onde che s'infrangevano sul lungomare. Adrian si sosteneva con le braccia e aveva chiuso gli occhi per alzare la testa e sentire il calore del sole sulla pelle.
-Sai, quando ti ho vista la prima volta dall'Olimpo, tuo padre era con me. -disse dopo un po'. -Mi ha quasi ucciso! Per fortuna è intervenuta Artemide.
Risi solo immaginando la scena di mio padre che rincorreva Adrian per tutto l'Olimpo.
-Una notte sono venuto al Campo e mi sono seduto sul tuo letto, accanto a te. Dormivi. -disse. -Poi il giorno dopo ti ho sentita dire a Will che non avevi avuto incubi quella notte. Non puoi capire quanto fossi contento.
-È stato allora che hai capito che ti piacevo?
Adrian annuì.
-Che cosa farai una volta tornato sull'Olimpo? -gli chiesi dopo pochi secondi di silenzio.
-Non lo so.
Tirai su col naso. Ma quando avevo iniziato a piangere?
-Ehi, ehi. -Adrian mi prese il viso con le mani e mi asciugò le lacrime. -Tranquilla, Sbuffo di Nuvola. Non ti ricorderai di me. Non soffrirai.
-Io non voglio dimenticarti. -dissi singhiozzando.
-Neanch'io, ma è per il bene di entrambi. -poi mi sorrise. -Chissà. Magari se verrai sull'Olimpo ci incontreremo ancora.
Trovai la forza di sorridere anch'io.
Poi si sentì il corno che annunciava la cena. Il viso di Adrian si rabbuiò, ma tornò subito a sorridere e si alzò.
-Dai, andiamo a mangiare quel ben degli dei che ci ritroviamo come cibo.
Annuii e mi alzai a mia volta.Passai tutta la cena a guardare Adrian, seduto con Jason al tavolo di Zeus.
Anche Jason doveva essere dispiaciuto di non poter passare più tempo con il fratello, infatti li vidi parlare per tutto il tempo, come per cercare di recuperare il tempo perso.
Quando Adrian lanciò un'occhiata al tavolo di Apollo, spostai subito gli occhi sul mio piatto, sperando che non mi avesse beccata a fissarlo.
A fine cena Adrian parlò con Audrey e Kendall, per poi salutarli. Fece lo stesso con Jason e altri semidei.
Percy sembrava arrabbiato e, quando gli chiedemmo cos'avesse, lui disse: -Adrian era sull'Olimpo quando siamo saliti prima della Battaglia contro Crono. Era lui che è rientrato in casa appena ci ha visti!
Adrian trattenne un sorrisetto: -Scusa, amico. È che mio padre non mi aveva dato il permesso di aiutare nella battaglia ed ero arrabbiato con lui... Vedervi non ha aiutato molto a migliorare il mio umore.
Alla fine lui e Percy si salutarono come amici di vecchia data e così il figlio di Zeus poté avviarsi verso la Collina Mezzosangue, dove era arrivato quando era caduto dal cielo.
Io lo accompagnai.
Arrivati in cima, Adrian mi prese per mano: -Grazie, Sbuffo di Nuvola. In questi giorni mi sono divertito molto a stare con te. Anche se il tempo a nostra disposizione è finito troppo in fretta.
Non riuscii a trattenermi e lo abbracciai, cogliendolo di sorpresa.
-Scusami. È tutta colpa mia. -dissi singhiozzando.
-Ehi, cosa intendi? -mi guardò in viso, allontanandomi un pochino.
-Ti dimenticherai di me... tornerai un dio solo perché non provo i tuoi stessi sentimenti. Mi dispiace tanto...
-No. Non è colpa tua, Allison. -disse Adrian, ma vedendo che continuavo a singhiozzare, mi prese il viso e mi asciugò le lacrime con i pollici. -Conoscerti è stata la cosa più bella che mi sia capitata, Sbuffo di Nuvola. Dico davvero.
Poi iniziò a scomparire.
-No... rimani ancora, ti prego. -dissi. -Io... io...
E poi Adrian mi baciò. Stavolta non lo respinsi e ricambiai subito il bacio, mentre lui mi prendeva in vita e faceva aderire i nostri corpi che sembravano complementari.
Il mio primo, vero bacio. Avevo letto così tante storie che mi chiedevo come sarebbe stato darlo per davvero. Una sensazione indescrivibile.
-Non volevo dimenticarti senza prima averlo fatto. -mormorò il figlio di Zeus appoggiando la fronte alla mia.
E scomparve.
-No... no... -singhiozzai. -Io...
Allungai la mano dove un attimo prima c'era Adrian: -Io ti amo... -mormorai.
Sentivo ancora le sue labbra sulle mie, che sembravano formicolare.
Ero stata una stupida. Avrei dovuto dirglielo prima.
Ma ormai non avrei mai più visto quegli occhi blu come il cielo limpido e intensi come la tempesta. Non avrei mai più sentito quel suo profumo di vaniglia e pioggia. Non avrei mai più ascoltato la sua voce mentre cantava. Nessuno mi avrebbe più chiamato "Sbuffo di Nuvola" con la stessa dolcezza di Adrian.
Lo avrei dimenticato.
-No. -dissi, decisa. Corsi verso il Campo Mezzosangue, mentre in testa mi ripetevo il suo nome.
"Me lo ricordo. Adrian. Adrian. Adrian." Mi dissi, mentre entravo nella Casa 7 e cercavo una penna.
"Ti chiami Adrian. Lo so... lo so..." finalmente trovai ciò che cercavo. Tolsi il tappo e avvicinai la punta al palmo della mano.
-Ma cosa sto facendo? -pensai ad alta voce. Perché avevo una penna in mano? Che cosa stavo per fare?{Adrian}
Casa (non così) dolce casa.
Appena misi piede sull'Olimpo, le Muse mi si fiondarono addosso.
-Ti ha lasciato scappare? Povera piccola. -disse Melpomene con finto dispiacere.
-Non parlare in quel modo di Allison. -sbottai, poi mi incamminai verso la mia stanza.
Non volevo vedere nessuno che non fosse Allison.
Mi chiusi in camera e presi la foto dalla tasca. Allison seduta sul suo letto con aria annoiata.
La stavo guardando quando ero stato a casa sua e poi me l'ero ritrovata in tasca. Dietro c'era un nome scritto con una grafia corsiva: Allison. Probabilmente me l'aveva messa nella tasca della felpa mentre io ero sotto la doccia.
La guardai e sorrisi.
Chissà cosa stava facendo Allison in quel momento. L'avevo baciata e subito dopo ero scomparso. Non avevo visto come aveva reagito. L'ultima immagine che avrei avuto di lei sarebbero stati i suoi occhi colmi di lacrime e il suo viso triste. Non m'importava. Era più che bellissima anche così.
-Sbuffo di Nuvola. -sussurrai per l'ultima volta.
-Adrian? Sei qui? -era la voce di mia madre.
-Sì, sono qui! -urlai di rimando.
Mia madre aprì la porta e mi sorrise.
-C'è una persona che vuole vederti. -disse.
Misi la foto in tasca e uscii dalla mia stanza, anche se non avevo voglia di vedere nessuno.
Quando arrivai nella sala del trono e vidi Calliope, alzai gli occhi al cielo.
-Perché dei? Perché? -borbottai.
Calliope mi vide e mi corse incontro. Mi baciò sulle labbra, ma mi ritrassi subito.
-Adrian! -esclamò contenta. -Ti va di stare un po' insieme?
-Ehm... io...
Nella mia testa si ripeteva una cantilena:
Non devo dimenticarmi di Allison.
Non devo dimenticarmi di Allison.
Non devo...
Cosa non dovevo fare?
-Ehm... ok. -dissi a Calliope, che mi prese a braccetto e mi trascinò via da lì.
Non potevo immaginare che, da lì ad un paio di anni, due occhi color nocciola sarebbero stati il mio unico pensiero. E che quei due occhi sarebbero stati terribilmente familiari, ma non sarei riuscito a capire perché.
E, due anni dopo, mi svegliai in un letto pensando a un nome: Allison.Fine
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Daughter of the Sun
Fanfiction|| DAUGHTER OF THE SUN: LIBRO I || "[...] Incrociai le gambe pensando a quanto fosse assurdo che quel ragazzo diciottenne in realtà avesse quattromila anni e più. E, soprattutto, che quello fosse mio padre. [...]" In meno di una settimana, Allison v...