La prima cosa che vidi fu il cielo stellato. Era uno spettacolo bellissimo e sarei stata anche volentieri ad osservarlo per cercare le costellazioni, come facevo con il nonno in California, ma mi costrinsi a tirarmi su con i gomiti. Qualcuno mi spinse di nuovo giù.
-Ferma. Non sforzarti. -era Annabeth. -Sei ancora debole.
-Dove siamo? -chiesi mettendo a fuoco la figlia di Atena.
-A metà strada tra il Nebraska e l'Illinois. -mi spiegò lei. -Tieni. Mangia un po' di ambrosia.
Presi il cibo degli dei e ne mangiai un quadratino. Sapeva di tiramisù, il mio dolce preferito.
-Ancora! -allungai le braccia come una bambina.
Annabeth mi guardò male, probabilmente chiedendosi da quale parte dell'universo fossi arrivata: -Cavolo. Sei peggio di Percy.
Sorrisi imbarazzata.
-E comunque no. Non posso dartene ancora. Rischi di finire in cenere. -si alzò e si diresse verso il suo zaino.
Mi misi seduta. Grazie all'ambrosia mi sentivo benissimo.
Gli altri semidei ronfavano beatamente.
-Come sta Crystal? -chiesi.
-Posso solo dirti che si è svegliata ed è subito tornata a dormire, dopo aver mangiato l'ambrosia. -Annabeth scosse la testa, esasperata. -Va meglio?
Annuii.
La figlia di Atena si sedette sul suo sacco a pelo: -Credo sia giusto dirti una cosa. Hai parlato nel sonno, ma, ecco... hai nominato Leo.
Arrossii.
-Ehm... cosa... cosa ho detto di preciso? -mi azzardai a chiedere.
-Nulla. Solo il suo nome. -Annabeth lanciò un'occhiata al figlio di Efesto, che dormiva a pancia in giù e con la bocca aperta, sbavando in perfetto stile Percy. -Chiamavi anche tuo padre.
-Credo sia perché l'ho visto. Mi ha parlato. -spiegai.
-Cosa ti ha detto?
-Ehm... Di muoverci a trovare Will e Nico. Ha detto che sono in una situazione "immobile". -mimai le virgolette con le dita.
Annabeth spalancò le iridi grigio tempesta: -Oh dei!
-Che c'è? -chiesi abbastanza sollevata per il fatto che non mi avesse chiesto altro.
-Spero di sbagliarmi... -tirò fuori dallo zaino la mappa di Chirone e lesse i nomi dei re. -Di immortales! Re Mida! L'ultimo re che manca è lui. La sai la sua storia?
Ci pensai un attimo: forse non sapevo bene il mito, però avevo visto qualche documentario in cui parlavano del re dalle mani magiche che trasformavano tutto in oro.
-Non è quello che appena tocca qualcosa la fa diventare oro? -chiesi ad Annabeth.
-Esatto. -la ragazza si mordicchiò il labbro. -Will e Nico sono stati trasformati in statue d'oro.-Ragazzi, benvenuti a Ohama, Nebraska! -annunciò Percy spegnendo il motore.
Leo sbuffò: -L'ultima volta che ci sono stato il mio drago si è distrutto. -disse incrociando le braccia al petto. -Maldetto Re Mida e le sue trappole.
-Dai, ragazzo della manutenzione, andiamo a dare una lezione a Re Mida allora. -disse Piper scompigliando i capelli all'amico con fare affettuoso.
Scendemmo dal furgoncino.
-Fateci strada. -disse Percy a Jason, Piper e Leo. Ci incamminammo dietro Jason e Piper, mentre Leo borbottava dei posti scomodi in cui Re Mida avrebbe potuto inserire una pepita d'oro.
Ad un certo punto sentii il mio stomaco brontolare.
-Hai fame? -mi chiese Leo trattenendo un sorriso. Arrossii.
-In effetti sì.
-Anche io. -disse Crystal, che sbadigliò.
Percy alzò la mano: -Propongo una sosta a quel ristorante. -e indicò un Old Wild West sul marciapiede di fronte.
Fummo tutti d'accordo, così entrammo nel locale. Subito un profumo di carne alla griglia ci avvolse... anche se Piper sembrò trattenere un conato di vomito. Dimenticavo sempre che lei era vegetariana.
Mentre mangiavamo mi tornò in mente quello che mi aveva detto Apollo: ci sarà un'altra persona per cui proverai dei sentimenti così forti.
Non potei fare a meno di lanciare un'occhiata a Leo e un dubbio m'investì: lui provava i miei stessi sentimenti nei miei confronti?
Magari mi considerava solo un'amica... E questo un po' mi fece deprimere. Non era la prima volta che mi prendevo una cotta per un ragazzo che non mi ricambiava, ma sentivo che, quella volta, il fatto che Leo non provasse i miei stessi sentimenti mi avrebbe distrutta.
-Che c'è? -mi chiese Leo.
-Eh?
-Mi stavi fissando con una strana espressione. Ho qualcosa che non va? -si toccò il viso.
Scossi la testa: -Niente, stavo pensando ad una cosa.
Il figlio di Efesto fece spallucce: -Ok.
Abbassai lo sguardo non appena lui tornò a concentrarsi sulla bistecca che aveva davanti.Quando arrivammo ad una villa bianca, protetta da una recinzione di mattoni, capii che avevamo trovato Re Mida.
-Bene. Pronti? -chiese Hazel mentre guardavamo da dietro i cancelli.
-Attenzione alle sue mani. -disse Piper. -L'ultima volta non è stato piacevole.
Fu in quel momento che sentimmo troppo caldo persino per una giornata d'estate.
-Leo, smettila. -disse Frank.
-Non sono io! -Leo alzò le mani per far vedere che non stava combinando niente.
-Ma allora cosa... -fece Annabeth alzando lo sguardo. -Oh... miei... dei...
Seguimmo il suo esempio e una nuova vampata di calore ci investì.
-Quello... quello che sto vedendo è proprio un drago? -esclamai con una vocina stridula per la paura.
Il bestione nero atterrò sul prato davanti a noi. Era questione di tempo prima che ci incenerisse.
-Allontanatevi piano. -mormorò Jason iniziando a indietreggiare. -Più stiamo fermi, meno ci noterà.
Indietreggiai cercando di fare più piano possibile.
Ma non funzionò: il drago ci vide e ruggì.
Percy si voltò verso Jason: -Jason? -lo chiamò.
-Sì?
-Penso che tu voglia saperlo.
-Che cosa?
-Le tue idee fanno schifo.
-GIÙ! -esclamò Reyna.
Ci buttammo nell'erba mentre il drago sputava una colonna di fuoco sopra le nostre teste.
L'unico a non seguire il nostro esempio fu...
-Cavolo! -esclamò Leo, rimasto in boxer con disegnati vari ingranaggi. -Va bene che è estate, ma è imbarazzante!
-Se ti fossi abbassato, forse questa scena ce la saremmo risparmiata! -Piper lo tirò giù.
-Ok. Ci penso io. -disse Frank. Mi voltai e, dove un attimo prima si trovava il ragazzo, c'era un drago rosso sangue delle stesse dimensioni del primo.
-STUPEFICIUM! -esclamarono delle voci in coro.
Il drago nero cadde a terra, messo k.o.
Frank tornò umano, visibilmente sorpreso.
-Chi siete?! -chiese una voce maschile. Alzammo lo sguardo: l'uomo indossava un mantello nero, era vestito con una specie di smoking del medesimo colore, aveva una bombetta in testa e i baffi e i capelli stirati di grigio.
-Ehm... -balbettò Percy mentre ci rimettevamo in piedi.
-Santo Godric... Ally, sei tu? -esclamò una voce femminile.
Solo una persona mi chiamava così.
Ma non era possibile.
Eppure, dietro a quell'uomo, c'era mia cugina, Riley Scott.Era da almeno un anno che non vedevo Riley.
Era mia cugina da parte di madre (ovviamente), aveva cinque anni in più di me e si era trasferita a Londra quando aveva undici anni per frequentare una scuola di cui non ricordavo il nome.
Riley aveva i capelli castano chiaro tendente al biondo, gli occhi azzurri incorniciati da un paio di occhiali neri e indossava uno strano abito blu e nero con un mantello identico a quello dell'uomo di prima.
La fissai con tanto d'occhi. Da quando in qua si incontrano i membri della tua famiglia in giro per il Paese durante una missione omicida?
-Oh dei! Rily! -esclamai.
Le corsi incontro e lei mi abbracciò.
-Ma che ci fai qui? -chiesi quando mi scostai.
-Che ci fai tu, piuttosto. -disse Riley. -Come sta zia Alex? E i nonni?
-Benissimo. E gli zii?
-Bene. A Natale vogliamo venire qui.
-E Jackye? È da un sacco che non la vedo! -parentesi: Jackye era la vicina di casa di Riley, a Londra. L'avevo conosciuta quando avevo sette anni, durante l'estate a casa degli zii.
-Non la vedo spesso, tra lavoro e tutto il resto.
Crystal si schiarì la voce: -Allison, ti dispiacerebbe...
-Giusto! -esclamai. -Ragazzi, questa è mia cugina, Riley Scott. Rily, questi sono i miei amici.
Dopo le presentazioni, vidi il drago muoversi.
-Evanesco. -disse l'uomo di prima. Il drago scomparve.
-Come ha... -balbettò Leo.
Riley sospirò: -Beh. Credo sia ora che ti dica cosa ho imparato a scuola...
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Daughter of the Sun
Fiksi Penggemar|| DAUGHTER OF THE SUN: LIBRO I || "[...] Incrociai le gambe pensando a quanto fosse assurdo che quel ragazzo diciottenne in realtà avesse quattromila anni e più. E, soprattutto, che quello fosse mio padre. [...]" In meno di una settimana, Allison v...