{Adrian}
Quando riaprii gli occhi mi trovavo sdraiato in un prato.
Mi tirai su coi gomiti e mi guardai attorno. Ero sull'Olimpo... Allora era stato tutto un sogno? Io non ero diventato mortale? Non avevo conosciuto Allison e non ero stato attaccato dalle empuse nell'atrio dell'Empire State Building?
Quando vidi la macchia rossa che avevo sulla spalla cambiai idea e appoggiai la schiena a un albero.
-Ehi, buongiorno! -fece Kendall arrivando proprio in quel momento.
-Quanto ho dormito? -chiesi stropicciandomi un occhio.
-Un giorno.
-COSA? -esclamai. -Ho dormito tutto questo tempo?
Kendall annuì, cupo: -Intanto io e Leo abbiamo pensato a dove potrebbe essere Allison.
-E... e dov'è?
Kendall si inginocchiò accanto a me e abbassò la voce: -Crediamo sia nel tempio delle Muse.
-E perché non l'avete salvata? Potrebbe essere ferita!
-Eravamo tutti messi male. -spiegò lui. -Abbiamo dovuto aspettare.
Appoggiai la testa al tronco dell'albero e chiusi gli occhi.
-Ehi, Allison sta bene. -Kendall mi mise una mano sulla spalla. -La troveremo.
Sospirai e gli sorrisi, riconoscente. Poi mangiai un pezzo di ambrosia e mi alzai in piedi.
-Dov'è Leo? -chiesi.
Kendall indicò dietro di sé: -Cerca di capire se ci sono dei mostri al tempio delle Muse. Vieni.
Mentre raggiungevamo Leo vidi una dea seduta poco lontano. Era mia madre.
-Ehm, Kendall, torno subito. -dissi.
Senza aspettare una sua risposta, mi avviai verso Eos.
Quando la raggiunsi, lei alzò lo sguardo su di me.
-Ciao mamma. -dissi sorridendo.
-Adrian! -esclamò abbracciandomi. -Cosa ci fai qui? Non hai una scadenza da rispettare?
-Ehm... io... sono qui per la semidea.
-Cos'è successo? -mia madre doveva aver notato la mia brutta cera.
Le spiegai delle Muse e lei mi sorrise: -Vi aiuterò io. Farò uscire le Muse con una scusa.
-Grazie mamma. -sorrisi di nuovo.
-Datemi venti minuti. -mi diede un bacio sulla fronte, poi si avviò verso il tempio delle Muse.
Poco dopo eravamo davanti all'edificio in questione. Le dee erano appena uscite e noi dovevamo trovare un modo per entrare.
Avevamo Leo. Ci pensò lui... con una forcina rubata a Piper.
Quando ci richiudemmo la porta alle spalle, rimanemmo al buio. Leo accese una piccola fiamma nel palmo della mano.
-E adesso come la troviamo? -chiese Kendall.
-Dividiamoci. -dissi. -Sarà più facile. Chi la trova dovrà solo chiamare gli altri, ok?
Mi fecero segno di aver capito e ci dividemmo.{Allison}
Quando sentii la porta aprirsi mi trattenni dal singhiozzare e le lezioni di Annabeth su come comportarmi in una situazione di pericolo svanirono dalla mia mente annebbiata dal dolore. La ferita che avevo sul fianco sanguinava e mi faceva male. La veste che mi avevano fatto indossare era rovinata e sporca di sangue.
Non vedevo chi fosse entrato, dato che ero sdraiata sul pavimento e non riuscivo a muovermi.
-B-Basta... vi prego... -mormorai con un filo di voce.
-Allison. Sono io. -era la voce di un ragazzo.
-Adrian? -chiesi cercando di girarmi.
-No. Sono Kendall. Adrian è nel tempio. Ti sta cercando. -disse lui inginocchiandosi accanto a me. -Sei ferita?
-Il... il fianco...
Kendall esaminò la ferita sul mio fianco sinistro e prese qualcosa dallo zaino, mentre chiamava Adrian e Leo.
Aspetta. LEO?
-Allison, ti farà male... ma poi starai meglio, va bene?
Annuii debolmente, mentre Kendall mi metteva qualcosa sul fianco.
Strinsi i denti.
-Ho... ho quasi finito. Poi ti porteremo al Campo. -disse il ragazzo.
Avevo la vista annebbiata.
-Tieni, prendi un po' di nettare. -il ragazzo mi avvicinò una borraccia alle labbra e bevvi un sorso. Poi mi bendò la ferita sul fianco.
-Ho fatto il possibile, ma Will è meglio di me.
Cercai di sorridere: -Grazie.
-Ora ti giro sulla schiena, ok? Riesci a resistere?
Dopo un tempo che mi sembrò infinito, mi ritrovai a guardare il viso di Kendall.
-Kendall? Dove sei? -chiese la voce di Adrian.
-Nella stanza di Calliope!
Poco dopo dalla porta spuntò Adrian... o almeno, pensai che fosse Adrian dalla macchia bionda che riuscivo a vedere per colpa della vista annebbiata.
-Allison! -esclamò avvicinandosi.
Si inginocchiò accanto a me a sua volta.
-Dobbiamo portarla al Campo. -disse. -Il più presto possibile.
Kendall rimise l'ambrosia e il nettare nello zaino, poi disse che andava a cercare Leo e uscì.
-Allison, ora... concentrati sulla mia voce, ok? Non devi addormentarti. -Adrian mi mise una mano attorno alle spalle per sostenermi e mi scostò i capelli dalla fronte. -Ti prendo in braccio. Se ti faccio male dimmelo, va bene?
Annuii, così mi mise un braccio sotto le ginocchia e l'altro attorno alla vita. Poi mi sollevò delicatamente da terra, come una principessa.
Appoggiai la testa alla sua spalla ed espirai, felice. Adrian mi aveva trovata. Non mi avrebbero più fatto del male.
-Tuo padre mi farebbe a pezzi se ti vedesse così. È geloso, lo sai? -mi disse Adrian mentre scendeva le scale.
Sorrisi.
Leo e Kendall ci aspettavano all'entrata.
-Sta bene? -chiese Leo.
-Con una ferita del genere al fianco non so quanto possa stare bene. -commentò Adrian.
Poi uscimmo dal tempio e scendemmo dall'Olimpo. Salimmo su un furgoncino e arrivammo al Campo Mezzosangue in pochissimo tempo.
L'ultima cosa che ricordo: la voce di Will e Piper che correvano verso di noi. Poi il buio.Quando ripresi i sensi ero in infermeria.
La prima cosa che vidi fu il sorriso di Adrian, seduto accanto al mio letto che mi teneva per mano.
-Ehi. -disse semplicemente.
-Ehi. -ricambiai sorridendo.
-Come ti senti? -mi chiese accarezzando il dorso della mia mano con il pollice.
-Meglio. -risposi. -Da quanto sono qui?
-Ieri mattina.
-Buongiorno, sorellina! -mi salutò Will tutto contento mentre arrivava con Nico.
-Avete fatto pace voi due? -chiesi.
Will alzò la mano, intrecciata con quella di Nico, che arrossì di colpo.
-EHI, WILL! VIENI UN SECONDO! -chiamò Austin dall'altra stanza.
-Torno subito. -fece mio fratello trascinandosi dietro il figlio di Ade.
-Quello che ti è successo li ha riavvicinati del tutto. -disse Adrian. -Avresti dovuto vederli ieri pomeriggio, mentre Will ti curava.
Se Adrian poteva dire di averli visti mentre mio fratello mi curava, probabilmente era perché mi era rimasto accanto fino a quel momento.
Mi aiutò a mettermi seduta.
-Allison... se... se tra due giorni non sarai più in infermeria... -iniziò diventando tutto rosso. -Ti... ti andrebbe di andare a vedere i fuochi d'artificio insieme?
Annuii, contenta. Adrian era dolcissimo.
-Allora, ci vediamo dopo. Verrò a trovarti tra un allenamento e l'altro. -disse con un sorriso, poi uscì dalla stanza.La sera dei fuochi ero ancora confinata in infermeria. Adrian era venuto tutti e due i giorni a tenermi compagnia e a farmi ridere un po'. Mi aveva detto che sapeva suonare la chitarra, che adorava i biscotti alla vaniglia come io adoravo il tiramisù e che era un combina guai. Per questo aveva sempre paura di non agire nel modo corretto.
Will mi aveva imposto di restare in infermeria anche per quella notte, anche se stavo benissimo. Così, quando rimasi sola nella mia stanza facendo finta di dormire, mi alzai dal letto e misi la felpa.
Mi avvicinai alla finestra e l'aprii. Sarei andata a vedere i fuochi con Adrian, viva o morta.
Ma, quando aprii la finestra, mi trovai davanti due splendidi occhi azzurri.
-Adrian?
-Allison? Ma... ma che stai facendo?
-Ti raggiungo per vedere i fuochi d'artificio dei figli di Efesto insieme. -solo in quel momento notai che aveva la sua chitarra in mano. -Perché hai portato la chitarra?
Adrian arrossì: -Stavo... ehm... volevo...
La appoggiò al muro dell'infermeria e si avvicinò alla finestra.
-Ti aiuto ad uscire. -disse alzando le braccia.
Mi prese per i fianchi e mi alzò delicatamente.
Quando fui accanto a lui, sorrisi.
-Grazie. -dissi.
-D-Di nulla. -rispose Adrian sorridendo, imbarazzato.
Ci sedemmo sul muretto lì vicino.
-Will non deve sapere che sono qui. -sussurrai.
-Wow... la brava ragazza che infrange le regole! Aprite lo champagne!
-Ma smettila! -risi dandogli un colpetto sul braccio.
Rise anche lui.
-A che ora iniziano i fuochi? -chiesi.
-Tra poco. -disse Adrian.
Calò un silenzio imbarazzato, poi il figlio di Zeus sembrò ricordarsi della chitarra, perché la prese e se la sistemò sulle gambe.
-Ti va di cantare qualcosa? -mi chiese.
Annuii, più che contenta: -Che cosa?
Adrian sorrise: -La riconoscerai subito. -poi iniziò a suonare e sorrisi anche io, iniziando a cantare.All I knew this morning when I woke
Is I know something now, know something now I didn't before
And all I've seen since eighteen hours ago is green eyes and freckles
And your smile in the back of my mind making me feel like
I just want to know you better, know you better, know you better now
I just want to know you better, know you better, know you better now
I just want to know you better, know you better, know you better now
I just want to know you, know you, know you
'Cause all I know is we said hello
And your eyes look like coming home
All I know is a simple name, everything has changed
All I know is you held the door
You'll be mine and I'll be yours
All I know since yesterday is everything has changedGuardavo Adrian mentre suonava: i capelli gli finivano sugli occhi quando abbassava la testa e le sue dita si muovevano sulle corde come se fosse nato solo per suonare.
And all my walls stood tall painted blue
But I'll take 'em down, take 'em down and open up the door for youCavoli. Aveva una voce bellissima...
Mi guardò e gli sorrisi, contagiandolo.
Finimmo la canzone proprio quando i fuochi iniziavano.
-Suoni benissimo. -gli dissi mentre appoggiava la chitarra.
-Grazie. Ho imparato da tuo padre. -Adrian rise, un pochino imbarazzato.
Guardammo i fuochi d'artificio, parlando e ridendo fino alla fine dello spettacolo.
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Daughter of the Sun
Fanfiction|| DAUGHTER OF THE SUN: LIBRO I || "[...] Incrociai le gambe pensando a quanto fosse assurdo che quel ragazzo diciottenne in realtà avesse quattromila anni e più. E, soprattutto, che quello fosse mio padre. [...]" In meno di una settimana, Allison v...