Capitolo 9 ~ Allison

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-Che cosa ci fate qui? -chiese Calipso guardando Leo, che però non osava alzare lo sguardo su di lei. Non ci voleva un genio per capire che l'aria si era fatta tesa.
-Siamo solo di passaggio. -spiegò Reyna.
-Calipso, senti... -intervenne Annabeth. -Abbiamo un'impresa da portare a termine e crediamo che sia una corsa contro il tempo. Nico e Will stanno rischiando grosso. Quindi, possiamo approfittare della tua ospitalità per dare una ripulita a Leo ed Allison?
La ninfa annuì e s'incamminò, facendoci segno di seguirla. Ci disse che non abitava poco lontano da lì, perciò eravamo liberi di lasciare il furgoncino nel punto in cui l'avevamo incontrata.
Camminai in silenzio, pensando a come rivolgermi a Calipso. Dovevo sembrare naturale, come se non avessi saputo niente di quello che era successo tra lei e Leo.
Il problema? Non sarebbe stato facile.
Arrivammo ad una villetta bianca con un grande giardino sul retro, dove Calipso aveva un piccolo orto. Sembrava una casa accogliente, ma non riuscivo a rilassarmi. Lo so, era da stupidi, ma era più forte di me.
Leo teneva gli occhi bassi, senza accennare ad una sola parola. Si tormentava le mani a disagio e aveva ancora quella strana espressione che gli avevo visto poco prima.
Io non sapevo esattamente che fare, così presi Piper in disparte.
-Calipso e Leo stavano insieme, giusto? -le chiesi sottovoce.
-E tu come lo sai? -domandò lei con un sopracciglio alzato.
Cavolo, perché non pensavo mai prima di parlare?
-Ehm... vedi... forse io potrei aver sentito cosa vi stavate dicendo tu e Jason l'altra notte... -ammisi mettendomi a giocare con una ciocca di capelli. -Forse... ipoteticamente parlando, potrei aver saputo che Calipso e Leo si sono mollati e...
Piper si diede una pacca in fronte, poi sospirò e domandò: -Cos'hai sentito esattamente?
-Solo che Leo ha passato un brutto periodo quando si sono lasciati. -risposi lanciando un'occhiata al figlio di Efesto che camminava mogio mogio lungo il vialetto della villa.
-Sì. -Piper seguì il mio sguardo. -Leo l'amava davvero. Dopo tutto quello che gli è successo da piccolo e durante la nostra impresa... Erano così contenti insieme ed è stato un po' uno shock per tutti. Lui l'ha liberata da Ogigia e...
-Quindi è davvero la ninfa che incontrò Ulisse? -domandai sorpresa.
La semidea annuì: -Lo ha lasciato lei. Eppure Leo non ci ha mai detto il perché.
Sospirai, poi entrammo nella villetta: era spaziosa e luminosa, con un profumo di fiori e dolci appena sfornati.
-Tanto per curiosità... -iniziò Calipso. -Come vi siete ridotti così?
Mi coprii palesemente la scritta "Mrs Valdez" sul braccio, ma sicuramente Calipso l'aveva notata.
-Storia strana. -tagliò corto Leo senza guardarla in faccia.
-Il nostro mondo è pieno di cose strane. -disse lei incrociando le braccia al petto.
Calò un silenzio carico di tensione.
-Ehm... quindi... -fece Percy. -Allison e Leo possono...?
-Sì. -rispose Calipso stancamente. Si rivolse a me e a Leo: -Chi va per primo?
Guardai Leo, che mi fece segno di andare: -Prima le signore.
Gli sorrisi, più per rassicurarlo che per ringraziarlo, poi seguii Calipso, che mi condusse nel bagno della casa.
-Quindi... Tu e Leo... -iniziò Calipso mentre mi porgeva degli asciugamani.
-Cosa? No... no. Siamo amici, andiamo d'accordo ma...
Lei sorrise: -Ho visto come lo guardi. Non serve essere Afrodite per capirlo.
Arrossii.
-Leo è fantastico. Ci hai visto giusto. -Calipso mi fece l'occhiolino. -Signora Valdez.
Poi uscì.
"Se mi dici questo" pensai guardando la porta come se Calipso avesse potuto sentirmi. "Perché tu lo hai mollato?".
Scossi la testa e cercai di svuotare la mente, mentre facevo la doccia e cercavo di lavare via le scritte per evitare l'imbarazzo. Alla fine riuscii solo a sbiadirle un po'. Sbuffai, ma mi rivestii e raggiunsi gli altri.

Rimanemmo a cena da Calipso.
Non so come, ma riuscimmo a parlare senza troppi silenzi imbarazzanti o litigi su chi avesse fatto cosa e scoprii che Percy aveva una piantina che gli aveva dato Calipso quando era andato via dalla sua isola sulle scale antincendio del suo palazzo di Manhattan. Un figlio di Poseidone con il pollice verde.
Leo fu l'unico a rimanere in silenzio: era strano, teneva le mani ferme sul tavolo (e Piper mi aveva detto che le mani di Leo non stavano mai ferme), non sorrideva e non scherzava come faceva di solito.
Volevo fare qualcosa per lui. Odiavo vederlo in quello stato.
-E quindi, un'impresa? -chiese Calipso.
-Sì, dobbiamo trovare Nico e Will... -iniziò a spiegare Jason.
-Scusate. -disse Leo alzandosi dal tavolo. -Esco un attimo.
-Va tutto bene? -chiese Piper preoccupata.
-Sì. Ho solo bisogno di una boccata d'aria. -rispose Leo abbozzando un sorriso. Intuii che si stesse sforzando per non far preoccupare l'amica, ma senza successo.
Lo guardammo uscire dalla stanza in silenzio. Quando sentimmo la porta chiudersi, riprendemmo a parlare.
-Allison. -mi chiamò Piper.
La guardai.
Lei mi sorrise e capii.
Mi alzai: -Torno subito. -dissi.
E uscii a mia volta in giardino.
Leo era in piedi vicino alla grande quercia che dominava il prato e mi dava la schiena.
Il sole stava tramontando, dipingendo il cielo di rosso. Le lanterne disposte nelle aiuole iniziavano ad accendersi.
Il figlio di Efesto si voltò, probabilmente aveva sentito i miei passi, mentre mi avvicinavo a lui.
-Allison... -mormorò. Aveva gli occhi lucidi. Non credevo che anche Leo potesse perdere il sorriso.
Tentò di dire qualcos'altro, ma senza successo.
-Non... -iniziai a dire, ma lui mi abbracciò. Lo strinsi a me, accarezzandogli i capelli ricci.
Non sapevo cosa dirgli, così feci la prima cosa che mi venne in mente.

Loving can hurt, loving can hurt sometimes
But it's the only thing that I know
When it gets hard, you know it can get hard sometimes
It's the only thing that makes us feel alive

Sentii Leo iniziare a singhiozzare.
Chiusi gli occhi, sentendoli pizzicare, ma dovevo cercare di aiutare Leo, non piangere quando dovevo mostrarmi forte per lui.

We keep this love in a photograph
We made these memories for ourselves
Where our eyes are never closing
Our hearts were never broken
And time's forever frozen, still

Leo mi strinse a sé e si lasciò andare in un pianto.
Perché anche i migliori crollano sotto il peso dell'armatura.
Leo aveva un passato orribile e, quando credeva di aver finalmente trovato qualcuno che lo amasse, ecco che le sue speranze andavano a vuoto. Aveva il cuore spezzato.
Presi un bel respiro e continuai:

So you can keep me
Inside the pocket of your ripped jeans
Holding me close until our eyes meet
You won't ever be alone, wait for me to come home

Accarezzai la schiena di Leo per consolarlo.
Lui si tranquillizzò e mi guardò negli occhi.

Loving can heal, loving can mend your soul
And it's the only thing that I know
I swear it will get easier, remember that with every piece of ya
And it's the only thing to take with us when we die
Hm, we keep this love in this photograph
We made these memories for ourselves
Where our eyes are never closing
Hearts were never broken
And time's forever frozen still

Gli sorrisi e lui fece lo stesso.

So you can keep me
Inside the pocket of your ripped jeans
Holding me close until our eyes meet
You won't ever be alone
And if you hurt me
That's okay baby, there'll be worse things
Inside these pages you just hold me
And I won't ever let you go 

Leo si asciugò le guance.
-Grazie. -sussurrò.
-Mi hai fatto piangere, stupido! -esclamai facendo finta di essere offesa.
Il figlio di Efesto mi prese il viso tra le mani e mi asciugò una lacrima che era sfuggita al mio controllo.
-Non ti vergognare. -disse.
-Perché? -chiesi confusa.
-Perché sei bellissima quando piangi. -rispose. -Anche se preferisco far ridere una ragazza piuttosto che farla piangere.
Arrossii e gli sorrisi di nuovo.
E no, non perché aveva citato Stiles da Teen Wolf.
-EHI, VOI DUE! -urlò qualcuno dalla casa.
Mi voltai: Crystal bussava al vetro della finestra del salotto.
-SE MI FATE COMMUOVERE ANCORA IO VI AMMAZZO!
-ZITTA! -intervenne Piper prendendola per le braccia.
Io e Leo scoppiammo a ridere, rossi come pomodori maturi.

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