Capitolo 21 ~ Allison

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Ero in crisi.
Leo era al Campo.
Con Calipso.
E i miei sentimenti per lui non erano cambiati di una virgola... cioè, lo credevo. Da quando Adrian era arrivato sentivo che non lo avrei dimenticato tanto facilmente. Quando lo avevamo portato in infermeria, dopo che era caduto dal pino di Talia, lo avevo curato io. Will mi aveva solo aiutato a dargli il nettare e l'ambrosia per farlo stare meglio. Un pochino mi ero affezionata a lui.
-Piper e Will hanno detto a Leo che non ti senti bene e che ti hanno consigliato di rimanere qui dentro tutto il giorno. -mi disse il ragazzo. -Che vuoi fare?
Ci pensai.
Non volevo vedere Leo... Ma prima o poi avrei dovuto salutarlo, come mi aveva fatto notare Audrey. Quindi mi alzai, mi legai i capelli (che in ordine non ci stavano neanche con chili e chili di gel) in una coda e misi le scarpe, che avevo tolto per incrociare le gambe sul letto.
-Andiamo. -dissi aprendo la porta. Adrian annuì e notai che era arrossito.
Uscimmo dalla Casa 7.
Leo era poco lontano e parlava con Jason e Percy, mentre Calipso aveva raggiunto le figlie di Demetra e commentava con loro qualche strana pianta.
Appena vidi Leo feci dietrofront per tornare nella Casa di Apollo. Avevo cambiato idea. Potevo salutarlo più tardi, giusto?
-Alt. Dove vai? -Adrian mi prese per il braccio.
-Ehm...
Vidi gli angoli della sua bocca piegarsi all'insù.
-Stai ridendo di me?
-No.
-Invece sì.
-No! -e poco dopo Adrian scoppiò a ridere.
-Beccato! -esclamai. -Stai ridendo di me!
-È che... È che hai messo il broncio! -disse tra una risata e l'altra.
A quel punto risi anch'io.
-Ma che carini che siete... -commentò la voce di Audrey. Mi voltai e la vidi in piedi poco lontano da noi con le braccia conserte.
Adrian diventò più rosso dei capelli di Rachel e balbettò qualcosa che non capii.
-Ehi, Allison! -era la voce di Leo.
Spostai lo sguardo su di lui, che mi salutava con la mano. Sorrisi e mi avvicinai.
-Ciao Leo. -dissi. Lui mi abbracciò e io lo ricambiai.
Inspirai il suo profumo di olio per motori e fumo. Era bello poterlo sentire di nuovo.
Sì, ok, era fidanzato e in quei giorni di pianto e notti insonni avevo accettato la cosa. Leo aveva il diritto di essere felice con la persona che amava. E poi io non gli avevo detto niente, non era stata colpa sua.
-Stai meglio? -chiese.
-Sì, è che stamattina ho avuto un calo di zuccheri e perciò...
Leo sorrise: -Per fortuna, altrimenti a chi avrei dovuto insegnare a costruire qualcosa? Calipso sa già come fare.
Risi.
-E dimmi, Allison. Tra voi due c'è qualcosa eh? -fece il ragazzo rivolto a me e Adrian.
Arrossimmo entrambi.
-Ho indovinato! -esclamò il figlio di Efesto.
-No! -urlammo io e Adrian in coro.
Leo ci squadrò, con un sorrisetto furbo: -Doppio no? Significa sì!
Adrian iniziò a mandare scintille... Nel vero senso della frase! Potevo vedere l'elettricità che lo circondava.
Jason lo allontanò da noi e gli chiese cosa non andasse. Vidi Adrian scuotere la testa e dire qualcosa. Poi prese il fratellastro e lo portò via da lì, nella Casa 1.
Rimasi con Leo per un po', anche se balbettavo qualche parola, finché non arrivarono Harley e Nyssa e Leo si allontanò con loro verso la fucina del Campo.
Audrey mi raggiunse.
-Come stai? -mi chiese.
Scrollai le spalle: -Bene. Credo.
La figlia di Fortuna sorrise, poi mi prese per il braccio.
-Vieni. Jason mi ha detto di portarti nella foresta. -disse.
Prima che potessi chiederle qualsiasi cosa, lei mi trascinò via.

Arrivammo ad una radura. Gli alberi erano disposti a cerchio attorno all'erba così che il cielo limpido si potesse vedere alla perfezione.
Jason ci aspettava al centro del prato con Adrian.
-Oh, no! Audrey, mi sono ricordato che Annabeth aveva detto che a Percy è stato detto da Frank che Hazel ti sta cercando per quella questione importante! -esclamò Jason dandosi una pacca in fronte.
Audrey lo fissò, stranita: -Che?
-Ma sì! Quella cosa! -prese Audrey per le spalle e la guidò lontano da me e Adrian, blaterando che Hazel aveva chiesto di... ok, diciamo che non capii esattamente ciò che disse il figlio di Giove, ma il punto era che c'era una qualche questione importante che riguardava Audrey.
-Mi sono persa qualcosa? -chiesi alzando un sopracciglio verso Adrian, che si era dato una pacca sul viso, esasperato.
-Eh? No, niente. Jason ha solo la testa tra le nuvole di papà. -disse abbassando la mano.
Risi.
-Comunque... ehm... Allison, io devo dirti una cosa. -Adrian divenne serio.
-Dimmi.
-Vedi... io... ecco... -sbiancò di colpo e iniziò a tormentarsi le mani, imbarazzato.
-Adrian, stai bene? -gli chiesi allarmata. -Sei tutto pallido.
-Sì, ehm...
Poi Adrian spalancò le iridi azzurre: -GIÙ!
Mi spinse per terra e lui cadde sopra di me, facendomi da scudo con il suo corpo. Lo sentii aderire perfettamente a me, come se fosse nato apposta per abbracciarmi.
-Adrian, cosa diamine...
Non feci in tempo a finire la frase, che sentii un ruggito.
Adrian si scostò e vidi un leone.
-Il leone Nemeo! -esclamò il figlio di Zeus mentre gli anelli che aveva ai pollici si trasformavano in due pugnali gemelli.
Ci rimettemmo in piedi e presi Helios, che mi era comparso sulle spalle.
-Allison, chiama aiuto. -mi ordinò Adrian parandosi davanti a me.
-Cosa? No! Non ti lascio da solo!
-Vai!
Poi si lanciò addosso al leone.
Rimasi lì, immobile.
Lasciarlo da solo? Pessima idea.
Non chiedere aiuto? Altra pessima idea.
Adrian mi lanciò uno sguardo severo e annuì. Poi mimò con le labbra: VAI.
Corsi nella foresta per tornare al Campo Mezzosangue più velocemente che potei.
E mi scontrai con Audrey.
-Ehi! Cosa succede? Stavamo venendo a cercarvi! -esclamò la figlia di Fortuna. Dietro di lei c'erano Kendall, Crystal, Percy e Annabeth.
Prima che potessi spiegare qualcosa, un fulmine cadde proprio dove c'era la radura.
-Venite! -dissi tornando sui miei passi.
Quando arrivammo dove lo avevo lasciato, Adrian non era nelle condizioni migliori: aveva lividi e graffi ovunque, la maglietta strappata e i jeans sporchi di terra. Quando si voltò, dandoci le spalle, trattenni il respiro: aveva tre graffi enormi che sporcavano di sangue la maglia del Campo Mezzosangue. Il leone doveva averlo colpito alle spalle. Era debole, ma continuava la battaglia come niente.
Tirai una freccia, ma rimbalzò su un fianco del leone.
-Ma... -balbettai.
-La pelliccia lo protegge. -mi spiegò Percy. -Miriamo alla bocca. L'ultima volta ha funzionato.
-L'ultima volta? -alzai un sopracciglio. Percy scosse la mano con noncuranza.
-Alla bocca hai detto? -domandò Audrey per poi fare un ghigno. -Mi piacciono le sfide impossibili!
La guardai attaccare il leone Nemeo, mentre Kendall, Crystal, Percy e Annabeth cercavano di colpirgli la bocca.
Vidi Adrian trascinarsi verso un albero, dove si sedette e rinfoderò i pugnali.
Corsi da lui ed esaminai le sue condizioni fisiche.
-Dobbiamo portarti in infermeria. Subito. -dissi mettendolo dritto.
-No... il leone... -balbettò a denti stretti.
-Adrian. Hai delle brutte ferite, hai perso molto sangue e hai evocato un fulmine. Non sei nelle condizioni per combattere.
Proprio in quel momento sentii un tonfo.
Mi voltai e vidi Audrey rinfoderare il suo pugnale con un sorriso soddisfatto.
Il leone Nemeo diventò polvere.

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