Adrian mi osservò con gli occhi spalancati, sorpreso dal mio gesto.
Probabilmente raggiunsi la stessa tonalità della mia maglietta. Di nuovo.
Ma perché, dei?
A me non piaceva Adrian. Proprio no.
State zitti. So già che state dicendo che non è vero. Che lui mi piaceva eccome.
-Ehm... c-ciao. -balbettò Adrian chiudendosi la porta alle spalle.
Rimasi lì per un tempo che mi sembrò infinito, con lo sguardo puntato sulla porta. Poi mi riscossi e mi diressi nella mia stanza.
Chiusi la porta alle mie spalle, poi ci appoggiai la schiena. Mi guardai le mani alla luce del lampadario. Quel pomeriggio ero stata benissimo con Adrian. Si era rivelato un ragazzo dolce e che cercava sempre di farmi ridere, anche se a volte se ne usciva con qualche battuta stupida che ti faceva venir voglia di sbattere la testa contro il tavolo. Era anche carino, lo dovevo ammettere, eppure c'era qualcosa che mi bloccava. Non riuscivo a capire niente del caos di sentimenti che avevo dentro di me.
E poi quel pomeriggio ci eravamo comportati esattamente come due innamorati. Come mi era saltato in mente di imboccarlo? Dei, che imbarazzo!
Dovevo assolutamente parlarne con qualcuno.Aprii la porta con un piccolo scricchiolio.
Il corridoio era buio.
Stringendo il pugno con cui tenevo le dracme, mi diressi verso il bagno in punta di piedi. Entrai e chiusi la porta.
In qualche modo riuscii a creare un arcobaleno, lanciai una dracma e dissi: -Oh, Iride, dea dell'arcobaleno, accetta la mia offerta. Mostrami Piper McLean al Campo Mezzosangue.
Poco dopo comparve l'immagine di due persone, Jason e Piper, e forse dire che avevano caldo era poco...
-Ragazzi? -domandai sospettosa. -Ho interrotto qualcosa?
-Ehm... ma no! Che ti salta in mente? -balbettò Piper. -Noi... noi...
-Oh, per quanto mi riguarda potete continuare. -sorrisi. Quanto potevano essere carini quei due?
Piper raggiunse la tonalità evidenziatore, come Jason.
La figlia di Afrodite si mise seduta davanti al messaggio-Iride, sistemandosi i vestiti.
-Allora... -si schiarì la voce. -Perché hai chiamato?
-Ehm... per un consiglio... -dissi tormentandomi le mani. -E-Ecco... oggi sono stata con Adrian... e-e beh... non so esattamente come descriverlo...
Piper mi sorrise, dolce: -Amica mia, sei cotta.
-Eh? No! È solo un amico...
Lei mi guardò con quell'espressione di chi la sa lunga: -Dicono tutti così.
Jason, dietro Piper, annuì: -Guarda Percy e Annabeth. Quei due si odiavano.
-Ma... ma Adrian è davvero un amico!
-Penso che mia madre non la pensi come te. -disse Piper.
Mi morsi il labbro.
-Dormici su. Domani ti sarà tutto più chiaro. -mi consigliò la figlia di Afrodite. Annuii.
-Forse hai ragione. Buonanotte.
-Buonanotte. -si baciò le dita della mano, poi ci soffiò sopra.
-Fate tanti Jasperini. -aggiunsi, furba.
Poi chiusi la conversazione, mentre Piper urlava qualcosa e Jason assumeva un rosso ancora più acceso.
Ridacchiai. Adoravo fare quella battuta.
Lanciai la seconda e ultima dracma che avevo in mano e chiesi a Iride di mostrarmi Audrey.
Come avevo previsto, era con Kendall. Dovevano essere usciti insieme, perché li vidi seduti su una panchina di Nuova Roma. Guardavano verso l'inquadratura, sorpresi.
-Ragazzi, mi dispiace interrompervi. -dissi. -Ma ho bisogno di un consiglio.
-Non dirmi che tu e quel figlio di Zeus avete avuto un rapporto non protetto, perché non ho idea di come aiutarti, tesoro. -fece Audrey. Mi sentii arrossire.
-No! Niente del genere! Ma per chi mi prendi? -dissi. -Ho bisogno di un parere da parte di entrambi.
Poi spiegai tutto ciò che avevo detto anche a Piper.
-Allora, se vuoi sapere la mia, tu vuoi stare con lui. -disse Kendall. -E non lo dico perché mia madre è la dea dell'amore.
-Io... -balbettai.
-Tu lo ami, Ally. -intervenne Audrey dolcemente. -Sei solo troppo testarda per ammetterlo.
Mi morsi il labbro.
-Forse è meglio se ci pensi domani. -aggiunse la mia amica capendo il mio stato d'animo. -Ora rilassati e cerca di dormire, ok?
Annuii e sorrisi. Poi augurai loro la buonanotte e chiusi la connessione.
Mi alzai dal bordo della vasca su cui mi ero seduta, poi tornai nella mia stanza in punta di piedi.
Mi infilai sotto le coperte e spensi la lampada che avevo sul comodino.
Poco dopo sentii la porta aprirsi. Serrai le palpebre e feci finta di dormire.
Qualcuno si sedette sul bordo del letto e si mise ad accarezzarmi il viso, sistemandomi i capelli dietro l'orecchio.
Poi si abbassò e mi diede un bacio sulla guancia, dolce, come se non avesse voluto farsi sentire.
-Grazie. -sussurrò Adrian.
Rimase lì per un po', poi si alzò, uscì dalla mia stanza e chiuse la porta.
Aprii gli occhi e mi sfiorai la guancia.
-Dovrei essere io a dirtelo. -dissi.-Buongiorno. -mugugnai entrando in cucina.
Subito un profumo di caffè e pancake appena fatti mi avvolse.
Appena vidi chi stava cucinando, sorrisi.
-Non sapevo che sapessi cucinare. -dissi ad Adrian.
Lui si voltò e mi sorrise: -Buongiorno anche a te! Sì, mia madre mi ha insegnato... Lei tiene molto alla colazione. Dice spesso che è il pasto più importante della giornata. Forse perché è la dea dell'alba... sai, di mattina fai colazione...
Alzai gli occhi al cielo per la pessima battuta.
Facemmo colazione, chiacchierando come se non avessimo avuto nient'altro da fare, poi ci sistemammo per partire. Anche se non sapevo esattamente se tornare al Campo fosse stato conveniente per me e i semidei, che sarebbero stati in pericolo per colpa delle Muse.
Mentre Adrian era in bagno, mi misi a riempire il mio zaino con ciò che sarebbe servito al Campo.
Ero in cucina quando il campanello suonò, così andai ad aprire.
-Audrey e Kendall? -domandai sorpresa. -Che ci fate qui?
-Abbiamo deciso di passare a prendervi. -rispose Audrey, poi fece un occhiolino. -Mi auguro che tu e il principino non abbiate fatto niente di...
-SMETTILA! -esclamai sentendo uno strano calore in viso. La figlia di Fortuna ridacchiò.
Feci entrare i miei amici e ci sedemmo in salotto proprio mentre Adrian sbucava dal piano superiore...
"Cavolo" pensai.
Perché? Beh, semplice: non indossava una maglietta e i suoi addominali erano in bella mostra. Doveva essere appena uscito dalla doccia, perché notai che aveva i capelli umidi e la pelle ancora un po' bagnata.
Dei. Quel ragazzo aveva degli addominali da dio.
Mi sentii la gola improvvisamente secca, mentre lo guardavo scendere le scale.
-Oh... ciao. -disse il ragazzo quando vide Audrey e Kendall.
-Ciao Adr... -iniziò Kendall, venendo subito interrotto da Audrey: -Guarda guarda. Allison se li sceglie bene...
-AUDREY! -esclamai sentendo ancora più caldo.
-E dai! Non si può neanche scherzare? -fece lei.
-NO! -esclamammo io e Adrian in coro, cosa che mi sorprese non poco.
Lo guardai in viso: era arrossito.
-Che carini! Parlate anche in coro! -disse Audrey con gli occhi a cuoricino.
Adrian capì che la figlia di Fortuna non avrebbe lasciato perdere così facilmente, così si infilò la maglietta che aveva in mano e si sedette sul divano con me.
-Passiamo alle cose serie. -disse Kendall per poi rivolgersi a me. -Dobbiamo farti tornare al Campo Mezzosangue e prepararci all'attacco.
-No. Non possiamo esporla a loro. Non sapete cosa sono capaci di fare. -disse Adrian. Lo guardai e gli sorrisi.
-Ma se rimanesse qui, rischierebbe molto di più. -ci fece notare Audrey. -Il Campo Mezzosangue è uno dei luoghi più sicuri per i semidei. Lì sarebbe al sicuro, giusto?
-Sì, ma le Muse sono dee. Loro possono entrare nella barriera magica indenni. -disse Adrian.
-Sentite. -intervenni. -Io non voglio che i semidei siano in pericolo a causa mia. Posso affrontarle io.
-No. -fece Adrian. Poi si accorse di essere stato troppo duro e si affrettò ad aggiungere: -Non puoi andare da sola. Loro sono qui per me, non per te.
Lo guardai, stupita.
Poi notai che Audrey aveva uno sguardo strano, con un sorrisetto furbo.
L'avrei strozzata più tardi.
-Io voglio andare al Campo. -dissi alzandomi dal divano. -Una volta lì decideremo cosa fare.*angolo meh*
Per chi non lo avesse capito: Jasperini = figli della Jasper. Anche se credo si capisca...
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Daughter of the Sun
Fanfiction|| DAUGHTER OF THE SUN: LIBRO I || "[...] Incrociai le gambe pensando a quanto fosse assurdo che quel ragazzo diciottenne in realtà avesse quattromila anni e più. E, soprattutto, che quello fosse mio padre. [...]" In meno di una settimana, Allison v...