Mentre camminavo con Leo e Piper, mi guardavo attorno, sempre più convinta di essere in un sogno. La baia di Long Island era ricoperta da un prato, sopra al quale sorgevano edifici che sembravano usciti da un libro di storia antica (un'arena circolare, un anfiteatro e un padiglione circondato da un colonnato di marmo bianco), campi da gioco e, poco lontane, delle casette colorate. C'erano anche un laghetto con delle barchette e dei campi di fragole.
Leo e Piper mi condussero ad una palazzina vittoriana a quattro piani dipinta di celeste. Aveva un portico molto grande che la circondava sui quattro lati. Sopra di esso c'erano un uomo in sedia a rotelle e una ragazza dai capelli biondi.
-Quelli sono Chirone e Annabeth. -spiegò Piper.
La ragazza ci corse incontro.
-Ehi! Cominciavamo a preoccuparci! -poi notò che eravamo bagnati da cima a fondo. -Ma che vi è successo?
-La biga ha avuto qualche problema e ora si è schiantata in mare. Percy se ne sta occupando. -disse Leo.
-Oh no! Will mi ammazzerà! -esclamò Annabeth. -Gli avevo promesso che non l'avremmo distrutta stavolta...
-Ma non è messa molto male. -intervenni e la ragazza mi guardò, sorpresa.
-Tu devi essere Allison. -disse e sorrise, per poi porgermi la mano. -Annabeth, figlia di Atena.
Le strinsi la mano, poi salimmo sul portico con l'uomo in sedia a rotelle. Aveva la barba incolta e i capelli castani un po' radi.
-Benvenuta al Campo, Allison. -mi disse. -Come penso che ti abbiano detto Leo e Piper, io sono Chirone, l'allenatore dei semidei.
Annuii.
-Ora, il mio nome ti dice niente?
Cercai nei miei ricordi.
Chirone...
-Il centauro che allenava gli eroi. -dissi. Poi lo squadrai.
-La sedia a rotelle è una copertura. -spiegò Chirone, poi si rivolse ai semidei. -Piper, Annabeth, andate ad aiutare Percy. Leo, perché non fai vedere il Campo alla nostra Allison?
-Con piacere! -esclamò il ragazzo sorridendomi. Gli sorrisi anch'io, un po' timida.Leo mi condusse su una collina dove c'erano un enorme pino con una strana coperta sui rami e un drago che gli faceva la guardia. Da lì, si vedeva quanto il Campo Mezzosangue fosse grande.
-Dunque, benvenuta al Campo Mezzosangue, luogo sicuro per i semidei greci. Questo è il tour guidato che facciamo fare ai nuovi arrivati. Le foto e le domande alla fine. -disse Leo e mi fece l'occhiolino. -A meno che tu non voglia fare foto al sottoscritto, in quel caso sei libera di fare.
Risi.
-Qualche domanda?
-Nope.
-Allora, cominciamo! -disse il ragazzo sfregandosi le mani. -Questa è la Collina Mezzosangue. Quello che vedi è il pino di Talia, protetto dal Vello d'Oro e da Peleo.
-Il Vello d'Oro? -chiesi. -Ma non è quello di Giasone?
-Esatto. Una cosina che hanno trovato Percy, Annabeth e altri tre qualche anno fa. -rispose con noncuranza. Indicò il complesso di casette: -Quelle che vedi laggiù sono le case dove alloggiamo. La mia è la 9, di Efesto. Da qualche anno hanno aggiunto molte altre case, in origine erano 12.
-Ma ci stanno i semidei? Sembrano piccole...
-Fino ad ora la dimensione non ha causato problemi. E poi abbiamo Annabeth. È un ottimo architetto. Ha progettato lei le case in più. -poi indicò il padiglione circondato dal colonnato. -Quello è il padiglione nella mensa, mentre lì ci sono l'arena e i vari campi per allenarci. Vieni.
Leo si avviò verso il Campo.
-Tuo padre è Efesto quindi? -chiesi seguendolo con le mani dietro la schiena.
-Già. -rispose Leo.
-E com'è?
-Beh, diciamo che non ama avere a che fare con "le forme di vita organica", ma è un tipo apposto.
Passammo accanto ai campi di pallavolo e basket dove dei ragazzi stavano giocando.
-Ehi, Leo! -salutò una ragazza dai capelli rossi. Leo salutò con la mano.
-Chi sono? -domandai.
-Figli di Hermes, il dio dei ladri e dei viandanti e messaggero degli dei. -poi sussurrò: -Meglio se fai attenzione al portafogli.
Arrivammo ad un edificio con la scritta "Infermeria".
-Qui troverai sempre qualcuno. Di solito i figli di Apollo fanno i turni. -mi spiegò Leo. -Ora hanno lezione di musica. Anche se Will è un caso disperato.
-Lo stesso della biga?
-Esatto!
-Perché mi presenti così? -chiese una voce. Ci voltammo e trovammo un ragazzo dai capelli biondi e spettinati, la pelle abbronzata, un sorriso rilassato e gli occhi azzurri.
-Allison, lui è Will Solace. -lo presentò Leo. -Il capogruppo della Casa 7.
Tesi la mano: -Allison Davis.
-Benvenuta al Campo. -disse Will stringendola. Si rivolse a Leo: -Avete visto Nico?
-Sta arrivando. -rispose Leo indicando dietro Will.
Un ragazzo dai capelli neri e dagli occhi color pece era a pochi passi da noi.
E poi successe una cosa stranissima.
Nico si ritrovò per terra, una ragazza saltata fuori dal nulla gli era caduta addosso.
Leo, Will ed io li aiutammo ad alzarsi.
-E tu da dove spunti? -chiese Nico mentre si alzava.
-La vera domanda è: chi sei tu? -rispose la ragazza con un forte accento italiano. Aveva i capelli corti e scuri e gli occhi del medesimo colore.
-Sei spuntata dal nulla! -esclamò Will.
-Non ho idea di come abbia fatto. -rispose lei. -Ero appoggiata al muro di casa, all'ombra, e mi sono ritrovata per terra, sopra di lui.
-Qual è il tuo nome? -chiese Nico.
-Crystal. Crystal Rocca. -rispose.
-Hai detto che eri all'ombra? -domandò Will sospettoso. Crystal annuì.
-Detta così, sembra che hai fatto un viaggio ombra. -disse Nico. -Vorrebbe dire che sei figlia di Ade.
-Come?
-NICO DI ANGELO! -tuonò una voce facendoci trasalire tutti tranne Nico, che alzò gli occhi al cielo e si voltò. Dietro di lui c'era un uomo dai capelli neri e con uno smoking addosso.
-Ciao papà. -disse.
-Papà? -chiesi.
-Ade, il dio degli Inferi. -si presentò il dio, poi si rivolse a Nico. -RESTITUISCI IL MIO ELMO DELL'INVISIBILITÀ!
-Come?
-Lo so che lo hai preso!
-No!
-Invece è così!
-Ok, fermi! -Will si mise in mezzo ai due. -Prima di ammazzare Nico e persone innocenti, direi che il divino Ade dovrebbe spiegarci di cosa sta parlando. Non crede?
-Già, certo. -fece Ade irritato. -Tu devi essere Will Solace.
Will fece sì con la testa.
Nico si schiarì la voce: -Cosa dicevi del tuo elmo?
-Ah sì. -Ade si ricompose. -È scomparso. Di nuovo.
-E non hai idea di dove possa essere? -fece Nico.
-Quindi mi stai dicendo che non lo hai preso tu?
-No.
-Sicuro?
-Ok, time-out! -intervenne Crystal più confusa di prima. -Lei... Questo signore è davvero il dio dei morti?
-Sì. -rispose Leo.
-Ed è il padre di Nico.
-A quanto pare... -disse Nico con un sospiro.
-A proposito dei miei figli -intervenne Ade. -Come sta tua madre?
-M-Mia madre? -ripeté Crystal. -E lei come la conosce?
-L'ho conosciuta... quanti anni hai?
-Sedici. -la ragazza sembrava sempre più sospettosa.
-Allora sedici anni fa.
Nico si voltò verso la ragazza: -Allora sei davvero mia sorella.
Will si diede una pacca sulla fronte: -Oh, fantastico. Un'altra da tenere a bada coi viaggi ombra!
-I viaggi che? -chiesi io, ma gli altri mi ignorarono.
Grazie mille, vi voglio bene anche io ragazzi!
-Beh, ora che sei qui ti serve un'arma. -disse Ade rivolto alla figlia, poi schioccò le dita e comparvero due pugnali gemelli di colore nero, che consegnò a Crystal.
-Ferro dello Stige, come la mia spada. -mormorò Nico osservando le armi.
-E in quanto a te, Nico Di Angelo... -riprese il dio. -Ti incarico di trovare il mio elmo.
E il dio scomparve con un pop.
Nico sospirò: -Devo sempre fare tutto io.
-Beh, benvenuta al Campo Mezzosangue. Crystal Rocca, figlia di Ade, dio degli Inferi. -disse Will.
-Ma io... gli dei non esistono! -esclamò Crystal.
-Vieni, andiamo da Chirone. Poi ti spiegherò tutto. -disse Nico e con Crystal si avviò verso la Casa Grande.
-Beh, credo sia meglio finire il giro. -propose Leo. -Prima di cena voglio mostrarti le case, l'anfiteatro e l'armeria.
Salutammo Will, che disse di dover dare il cambio ad Austin (perché io ovviamente sapevo chi fosse) ed entrò in infermeria. Io e Leo ci avviammo verso le case.
-Armeria? -chiesi ricordando le parole di Leo.
-Certo. Come dice il nome, si tratta del luogo dove teniamo le armi. -rispose semplicemente il figlio di Efesto. -Ti consiglio di farci un salto. Tutti i semidei hanno la propria arma.
Arrivammo alle case.
-Dunque: le capanne dispari sono dedicate agli dei, quelle pari alle dee. Ad eccezione della dodici, quella era di Estia, ma dopo che ha ceduto il posto sull'Olimpo al signor D, la casa è diventata sua. -mi spiegò Leo indicando con le braccia.
-Il signor D?
-Dioniso. Zeus lo ha condannato ad essere direttore del Campo Mezzosangue per un po' di secoli e questo proprio non gli piace. È un argomento delicato in sua presenza. Fai attenzione. -riassunse. -E poi, fai il giro largo quando passi vicino alla cabina di Ares: ogni tanto vedo Clarisse che sistema mine antiuomo nei dintorni.
Poi mi disse a quali dei fossero dedicate le Case.
-Ma se non sbaglio Era e Artemide non possono aver figli. -dissi.
-Infatti le loro Case sono solo commemorative. Anche se ogni tanto le Cacciatrici di Artemide - sai chi sono vero? - vengono a trovarci e stanno nella Casa 8. -Leo si fermò accanto alla Casa 11. -Dato che sei ancora indeterminata starai nella Casa di Hermes. È abbastanza piena di semidei, visto che oltre ai figli di Hermes ci stanno anche coloro che non sono stati riconosciuti, ma un posto per te c'è di sicuro.
Annuii e mi guardai attorno. Dalle capanne provenivano varie voci, alcune di esse cantavano.
-Ehi, hanno sbagliato! Il testo di Shape of you non è questo. -dissi. Infatti c'erano troppi riferimenti sconci per i miei gusti. Odiavo quando le persone modificavano le canzoni in quel modo.
Leo rise e ridacchiai.
-Leo, hai detto che dobbiamo essere riconosciuti dai nostri genitori divini. Quando verrò riconosciuta da mio padre? -domandai.
-Non lo so. Avresti dovuto essere riconosciuta un paio d'anni fa. Comunque non preoccuparti, tuo padre può riconoscerti in qualsiasi momento... -Poi Leo guardò sopra di me e notai che una luce gialla gli illuminava il viso. -Ecco, appunto.
Alzai gli occhi e vidi una lira d'oro.
-Benvenuta al Campo Mezzosangue. -disse Leo. -Allison Davis, figlia di Apollo, dio del Sole.*angolo meh*,
Come Allison e altri personaggi che compariranno nei prossimi capitoli, Crystal è ispirata ad una persona reale.
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Daughter of the Sun
Fanfiction|| DAUGHTER OF THE SUN: LIBRO I || "[...] Incrociai le gambe pensando a quanto fosse assurdo che quel ragazzo diciottenne in realtà avesse quattromila anni e più. E, soprattutto, che quello fosse mio padre. [...]" In meno di una settimana, Allison v...