Mi stavo lavando le mani nel bagno della zona di sosta (la terza in cui ci fermavamo per essere precisi), quando Piper mi affiancò.
-Allora. -disse. -Cosa pensi della tua prima impresa?
Risi: -Per ora non posso dare un giudizio. -risposi buttando la salviettina di carta che avevo usato. -È vero che tu, Jason e Leo siete partiti dopo neanche un giorno al Campo?
Piper annuì: -Abbiamo viaggiato mezzo continente. Il tutto senza sapere esattamente le nostre capacità. Lato positivo: Jason ha riacquistato la memoria in poco tempo...
Al nominare Jason, il suo viso si rabbuiò.
-Tutto ok? -chiesi.
-Sì, ma è da un po' che non parlo con Jason. Lui è sempre al Campo Giove per la costruzione di templi nuovi per la promessa che aveva fatto a Cimopolea. Non lo vedo praticamente mai e beh... mi manca. -uscimmo dal bagno delle signore. -È sempre più distante. Ho paura che tra noi possa finire e...
Le misi una mano sulla spalla.
-Stai tranquilla. Sono sicura che anche Jason sente la tua mancanza. -le dissi. -Vuole solo mantenere la promessa che ha fatto.
Piper mi sorrise.
-È per questo che non mi hai detto del Campo Giove? -domandai.
La figlia di Afrodite annuì con aria colpevole: -Scusami. -poi prese un pacchetto di patatine e andò alla cassa per pagarlo. Jason la affiancò e lei sorrise.
Presi una decisione: li avrei aiutati.
-Ehm, stai fumando. -mi fece notare Crystal affiancandomi. -Metaforicamente parlando. Ma che ti prende?
-Piper e Jason non si parlano molto.
-E?
-Farò in modo che stiano insieme.
-Eh?
-Oh! Puoi scommetterci! -sfregai le mani stile scienziato malvagio.
-Ehm...
-E tu mi aiuterai! -mi voltai verso di lei con un'espressione furba negli occhi.
-EH? -esclamò Crystal. -Oh, no che non ti aiuterò.
-Sì, invece. -dissi mentre uscivamo dal negozio. -Non sottovalutarmi. Li farò tornare insieme, fosse l'ultima cosa che faccio.
-Ma non si sono mollati.
-Ehm... -mi sentii un po' come in quelle situazioni dei manga, quando compare un gocciolone sulla fronte dei personaggi. -Hai capito cosa voglio dire!
-Ragazze? Venite! -ci chiamò Reyna dal furgoncino.
-Sì! -esclamammo in coro.-Allison.
-Mmh...
-Allison, siamo arrivati.
Aprii gli occhi e vidi lo schienale del sedile davanti. Mi ero addormentata con la testa sulle gambe di Leo, che si tratteneva a stento dal ridere.
-Oh dei... -mugugnai mettendomi seduta come i comuni mortali.
-Comode le mie gambe eh? A momenti sbavavi in un modo da far invidia a Percy. -commentò Leo. Sperai che non si accorgesse del rosso sulle mie guance, perché faceva veramente troppo caldo per i miei gusti.
Scendemmo dal furgoncino e l'aria fresca della notte ci avvolse.
-Dove si trova esattamente Agamennone? -chiese Jason mentre porgeva una mano a Piper per aiutarla a scendere. La figlia di Afrodite lo ringraziò, poi sbadigliò. A quanto pare non ero l'unica ad aver usato qualcuno come cuscino.
Percy aprì la mappa di Chirone e l'appoggiò sul cofano del furgoncino. Doveva essere incantata, perché mostrava la città di Charleston, non più gli Stati Uniti.
-Al Campidoglio di Charleston. -rispose il figlio di Poseidone indicando il punto. -Ci andiamo a piedi? Non è molto lontano da qui.
Fummo d'accordo e così c'incamminammo con gli zaini in spalla. Annabeth e Percy davanti, Reyna e Crystal a chiudere il corteo. La figlia di Ade sembrava piuttosto contenta della cosa.
Per le strade non c'era anima viva.
No davvero. Ogni tanto degli spiriti violacei uscivano dalle vie.
-Che cosa sono? -chiesi.
-Lari. -rispose Reyna. -Spiriti romani protettori degli antenati defunti. Vegliano sulla propria famiglia.
Continuammo a camminare in silenzio, probabilmente eravamo tutti stanchi per il viaggio... oppure assonnati. Sicuramente la seconda opzione.
Ed eccolo lì: il Campidoglio di Charleston.
-Ed ora come ci entriamo? -chiese Hazel.
-Beh, non sarà facile... ci saranno delle telecamere di sicurezza e... -Annabeth iniziò a elencare, con un po' troppa drammaticità, cosa avremmo potuto trovare solo per entrare nel Campidoglio.
-Vi ci portiamo noi, signorina. -disse una voce rauca interrompendo il monologo della figlia di Atena.
Ci voltammo: delle figure incappucciate si avvicinavano a noi molto lentamente. Erano un po' inquietanti in effetti.
Presi il mio arco, che mi era comparso sulle spalle, e i miei amici sguainarono le proprie armi.
Le figure ci circondarono.
-Chi siete? -chiese Piper con un pizzico di voce ammaliatrice. -Cosa volete da noi?
-Non usare la voce ammaliatrice su di noi, figlia di Afrodite. -disse Figura Incappucciata 1.
-Non funziona. -continuò Figura Incappucciata 2.
Il cerchio si strinse.
-Indietro! -ordinò Percy disegnando un arco con la sua spada.
Fu l'ultima cosa che vidi.
Poi buio.Aprii gli occhi quando una puzza orribile mi arrivò al naso.
Ero in una cella di pietra insieme alle ragazze, che sembravano svenute. Mi sedetti e mi pulii dalle foglie secche che si trovavano sul pavimento di pietra, poi vidi Annabeth aprire gli occhi e mettersi seduta a sua volta, mentre si guardava attorno.
-Dove siamo? -chiese quando notò che anche io ero sveglia.
Scossi la testa: -Non... non lo so.
-I ragazzi? -domandò ancora. -Li vedi?
Guardai dietro le sbarre che fungevano da porta. Altre celle come la nostra si trovavano lungo la parete di fronte.
-Dobbiamo trovare un modo per uscire da qui. -dissi alzandomi in piedi e guardandomi attorno.
In poco tempo tutte camminavamo avanti e indietro per cercare una possibile via d'uscita o un modo per aprire il lucchetto delle sbarre.
-Non potete usare una forcina? -chiesi.
-È impossibile che funzioni. -disse Crystal.
-Nei film funziona sempre. -mi giustificai. -E poi ho letto un libro dove un personaggio insegnava ad una ragazza come...
-Arriva qualcuno. -mi interruppe Reyna, che controllava il corridoio.
Quel qualcuno si rivelò essere Frank.
-Ma come... -fece Crystal stupita.
-Così. -e in un attimo Frank era diventato uno sciame di api.
-Dite ciao a Frank. -disse Piper ridendo.
Poco dopo salivamo le scale per raggiungere Percy, Jason e Leo, che stavano affrontando Agamennone.
-Ci sono due sentinelle davanti a questa porta. -disse Annabeth quando arrivammo in cima ad una rampa di scale.
-Dobbiamo distrarle. Qualcuno ha un'idea? -chiese Hazel.
Ci guardammo.
-Allison, prova a cantare. -mi disse Reyna. -Sei figlia di Apollo, no?
-E quindi? -chiesi.
-Apollo è il dio della musica. Quando canta riesce a trasmettere emozioni. Magari se canti qualcosa di triste, le sentinelle si distrarranno. -spiegò Annabeth.
-E se così non fosse? Non ho mai provato a usare questo potere. -dissi. Sapete, non avrei voluto ritrovarmi una spada nel petto.
-Funzionerà. -disse Piper e probabilmente usò un pizzico di voce ammaliatrice, perché presi un bel respiro e aprii la porta.
Le guardie si voltarono, puntandomi la spada addosso.
E iniziai a cantare la prima canzone che mi venne in mente...When your soul finds the soul it was waiting for
When someone walks into your heart through an open door
When your hand finds the hand it was meant to hold
Don't let goEra una canzone di Demi Lovato, ma non ricordavo dove l'avessi sentita.
Con mia grande sorpresa, le sentinelle iniziarono a singhiozzare, così continuai a cantare, sforzandomi di far scendere qualche lacrima. E ci riuscii.
La canzone non era esattamente triste, però mi veniva semplice far capire il mio stato d'animo attraverso la musica...Someone comes into your world
Suddenly your world has changed foreverLe due guardie scoppiarono a piangere, abbracciandosi per consolarsi a vicenda.
Feci segno a Frank e alle ragazze di uscire, mentre continuavo a cantare.No there's no one else's eyes
That could see into me
No one else's arms can lift
Lift me up so high
Your love lifts me out of time
And you know my heart by heart, whoa, whoaIndietreggiai continuando la canzone, poi, quando fui a una ventina di metri di distanza e vidi che le guardie non smettevano di piangere, mi voltai e iniziai a correre.
Arrivammo in una sala molto grande, dove i ragazzi parlavano con un uomo con barba e capelli grigi seduto su un trono.
Mi trovavo davanti ad Agamennone.
STAI LEGGENDO
Daughter of the Sun
Fanfiction|| DAUGHTER OF THE SUN: LIBRO I || "[...] Incrociai le gambe pensando a quanto fosse assurdo che quel ragazzo diciottenne in realtà avesse quattromila anni e più. E, soprattutto, che quello fosse mio padre. [...]" In meno di una settimana, Allison v...