Quando arrivammo a San Francisco, Audrey e Kendall si offrirono di restituire la macchina presa a noleggio, così io e Adrian decidemmo di aspettarli nel parcheggio con la macchina di Kendall.
Ci sedemmo su un muro alto circa una cinquantina di centimetri ad osservare ciò che succedeva attorno a noi, commentando di tanto in tanto con qualche battuta scema. Era bello stare con Adrian, dovevo ammetterlo.
Dopo un po', però, calò un silenzio strano e Adrian si alzò dal muro, scompigliandosi il ciuffo ribelle che aveva.
Lo osservai camminare avanti e indietro, nervoso.
-Allison. Non posso farcela. -disse ad un certo punto.
Lo guardai, interrogativa.
-Sono stato uno stupido a pensare di chiedere a mio padre di farmi diventare mortale. Ora... ora sei in pericolo per colpa mia. Se ti succedesse qualcosa... io... io non riuscirei mai a perdonarmelo. -aveva la voce tremante e, quando inginocchiò davanti a me, vidi che aveva le lacrime agli occhi. -Mi dispiace tanto.
Non lo avevo mai visto piangere. Era, in un certo senso, diverso da come si presentava alla gente.
Scossi la testa: -Sono una semidea. Questi sono... rischi del mestiere, se posso dirlo.
Ma Adrian non sembrava dell'umore giusto per scherzare sull'argomento.
-Adrian. -dissi con voce ferma. -Va tutto bene. Davvero.
Cercai il suo sguardo e, quando mi guardò negli occhi, gli sorrisi. Adoravo i suoi occhi. Erano bellissimi, di una particolare sfumatura di azzurro che non avevo mai visto.
Poi il figlio di Zeus si alzò in piedi e mi abbracciò forte.
Per prima cosa inspirai il suo profumo: avete presente il profumo che si sente quando piove? Adrian aveva esattamente quel profumo. Aggiunto ad un po' di vaniglia.
E poi il tempo si fermò. Tra le sue braccia mi sentivo... bene. Per un attimo desiderai che fosse tutto diverso. Che io e lui fossimo solo due ragazzi mortali in giro per San Francisco con gli amici.
Ma sapevo che non poteva essere così e che c'erano delle dee che volevano ammazzarmi.
Adrian si scostò per primo e mi sorrise.
-Che fine hanno fatto quei due? -chiese poi.
-Non lo so. -scesi dal muro. In effetti era strano che Audrey e Kendall non fossero ancora tornati.
-Sarà meglio cercarli. -disse lui. Annuii e c'incamminammo verso la strada dov'erano passati Kendall e Audrey poco prima.
-Pensi che siano stati... -iniziai.
-Macché. -Adrian scosse la mano. -C'era troppo silenzio. Avremmo sentito se...
Poi sentimmo uno strano rumore.
-Lo senti? -mi chiese il figlio di Zeus in un sussurro.
-Sì. -mormorai. -Viene da là.
Gli anelli di Adrian si trasformarono in pugnali.
-Stai dietro di me. -disse, mentre il mio arco mi compariva sulle spalle.
Ci avvicinammo piano piano al vicolo.
-Uno. Due... -contò Adrian a fior di labbra, poi urlò: -TRE!
Entrammo nel vicolo e...
-Ehi, voi due! -esclamò il ragazzo al mio fianco. -Vi pare il momento?
-Adrian! -lo rimproverai tirandogli uno schiaffo sul braccio.
-Cosa? Sono loro due che si sbaciucchiano mentre noi ci preoccupiamo!
Infatti Kendall e Audrey se ne stavano avvinghiati l'uno all'altra, baciandosi... ma niente di che.
Devo ammettere che mi sentii in imbarazzo. Tremendamente in imbarazzo.
-Potreste smetterla? -chiese allora Adrian più gentilmente.
Kendall, come se fosse stato colpito in testa da un mattone, si voltò verso di noi con un sorrisetto da ebete: -No. -disse, poi riprese a baciare Audrey.
-Che... che significa "no"? -fece Adrian, confuso.
-Significa NO. Vuoi che te lo ripeta in spagnolo? -domandai prendendolo per un braccio. -Andiamo via. Lasciamo i due piccioncini da soli. Ci raggiungeranno loro appena avranno finito di pomiciare.
Lo trascinai via.
-Beh, direi che hanno fatto pace. -fu il solo commento di Adrian quando raggiungemmo la macchina di Kendall.Io e Adrian ci ritrovammo sui sedili posteriori della macchina di Kendall, rossi come pomodori.
Kendall guidava, mentre Audrey se ne stava seduta sul sedile del passeggero, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
Stavo guardando fuori dal finestrino, immersa nei miei pensieri, quando sentii qualcuno prendermi la mano che tenevo appoggiata sul sedile in mezzo.
Guardai la mia mano.
Adrian la teneva stretta nella propria, ma anche lui aveva gli occhi fissi fuori dal finestrino.
Sorrisi. Probabilmente me l'aveva presa d'istinto... visto che... beh, sì, lui mi amava.
Quel contatto con lui mi piaceva, così non dissi nulla e tornai a osservare il paesaggio che sfrecciava sotto ai miei occhi, con il cuore che batteva all'impazzata. Decisi che mi piaceva quando era Adrian a provocarlo.Quando arrivammo al Campo Giove, capimmo subito che qualcosa non andava.
Era... vuoto.
I semidei erano spariti nel nulla e con loro le armature e le armi. Regnava un silenzio inquietante che mi fece venire la pelle d'oca.
-Ma dove sono tutti? -chiese Kendall dando voce alla mia domanda. Sembrava quasi che anche lui avesse avuto paura di parlare.
-Non lo so. -disse Adrian. -Ma ho paura che non sia nulla di buono.
Come a farlo apposta, un messaggio-Iride ci comparve davanti: Crystal era nell'inquadratura, con qualche graffio qua e là e un occhio nero. Dietro di lei, i semidei correvano da una parte all'altra con bende, cerotti e chili di ambrosia tra le mani.
-Crystal cosa sta succedendo? Stai bene? -chiesi.
-Io sì, solo qualche graffio. Ma c'è chi è messo peggio. -disse la figlia di Ade preoccupata. -Il Campo Mezzosangue è stato attaccato.
-COSA?! -esclamammo tutti e quattro in coro.
-È impossibile. -disse Audrey. -C'è la barriera.
Crystal scosse la testa: -La barriera è distrutta. Siamo riusciti per miracolo a farli andare via.
-Chi? -chiese Adrian.
-Un esercito di mostri. -rispose la ragazza. -Mostri di ogni specie.
Ci scambiammo un'occhiata preoccupata.
-I semidei del Campo Giove sono lì? -domandò Kendall. Crystal annuì e ci spiegò di come Nico fosse riuscito a mettersi in contatto con Hazel, che a sua volta aveva detto tutto a Reyna e Frank. Subito erano partiti per il Campo Mezzosangue e in qualche modo erano arrivati in fretta. Non spiegò come, probabilmente non avrebbe avuto senso.
-Come stanno gli altri? -chiesi.
-Annabeth è svenuta e ha una brutta ferita alla testa. Jason e Percy stanno bene, sono solo un po' deboli. Reyna ha un occhio nero e un labbro rotto. Nel complesso gli altri sono tutti interi. -spiegò Crystal velocemente. -Dovete venire qui. Subito. Lo vedrete con i vostri occhi.
Da come lo disse, mi sembrò uno spettacolo da evitare.
-Nico vi aspetta a Nuova Roma: vi porterà qui con un viaggio ombra. -disse la figlia di Ade, poi chiuse la connessione.
Ci guardammo.
-Andiamo. -disse Audrey mettendosi a correre verso il confine tra Nuova Roma e il Campo Giove.Quando arrivammo sulla Collina Mezzosangue trattenni il respiro: il Campo era a ferro e fuoco, praticamente distrutto.
Will e i miei fratelli, aiutati da chi poteva, correvano tra i feriti, anche se neanche loro erano in condizioni perfette.
Riconobbi Annabeth, sdraiata su una barella appoggiata sull'erba. Percy le teneva la mano.
Harley stava seduto sulla sua barella con un braccio ingessato. Leo era accanto a lui e cercava di tenerlo tranquillo.
Chirone e Reyna discutevano, agitando le mani ogni tanto.
Piper stava finendo di medicare una ferita sul braccio di Jason.
Poi vidi i teli bianchi. Non ci voleva un genio per capire cosa ci fosse là sotto.
-Ehi! -ci chiamò Crystal agitando la mano. -Qui!
Audrey e Kendall corsero subito da lei.
L'avrei fatto anch'io se non avessi sentito Adrian parlare:
-È colpa mia. -mormorò, con voce tremante. -È stata tutta colpa mia.*angolo meh*
Un piccolo riferimento alla 1x07 di Teen Wolf ci stava...
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Daughter of the Sun
Hayran Kurgu|| DAUGHTER OF THE SUN: LIBRO I || "[...] Incrociai le gambe pensando a quanto fosse assurdo che quel ragazzo diciottenne in realtà avesse quattromila anni e più. E, soprattutto, che quello fosse mio padre. [...]" In meno di una settimana, Allison v...