Capitolo 8 ~ Allison

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*attenzione: questo è quello che succede quando _SbuffodiNuvola_ e PiccolaAdeina collaborano😇*

Forse starete pensando ad una fuga epica, con combattimenti e spargimenti di sangue, gesta eroiche e cose così.
La verità? Corremmo a perdifiato per un sacco di strada, finché non ci fermammo per nasconderci e riprendere fiato.
Guardai Leo e arrossii: ero ancora scioccata per quello che era successo nella ferramenta, ma Leo sembrava perfettamente a suo agio. In più aveva detto che quella sua tattica aveva già funzionato in passato. Chissà cos'era successo quella volta.
Finalmente tornammo dagli altri, che fissarono me e Leo abbastanza male.
-Team Leo? -chiese Piper alzando un sopracciglio quando vide la scritta sulla maglietta di Leo.
-Abbiamo incontrato Narciso. -spiegò Leo, anche se non spiegava del tutto quello che era successo.
-Ho un déjà vu. -commentò Hazel con un'espressione confusa e il figlio di Efesto rise.
-Cavolo. -disse Jason. -Mi sono perso di nuovo tutto il divertimento.
-E questa volta non eri svenuto, amico. -aggiunse Leo e il figlio di Giove gli lanciò un'occhiataccia che lo fece ammutolire, così si mise a lavorare al motore del furgoncino, mentre io raccontavo in poche parole che cos'era successo esattamente alla ferramenta.

Un'ora dopo ci rimettemmo in viaggio, Percy guidava.
Gli altri lanciavano occhiate sospettose a me e Leo, ancora ricoperti di scritte, ma soprattutto al segno di rossetto che lui aveva sulla guancia e che aveva lo stesso colore di quello che avevo sulle labbra.
Che ingrati, non credevano alla mia versione. Grazie ragazzi!
Quando arrivammo ad Indianapolis, non resistetti più.
-D'accordo! Percy, fermiamoci al primo hotel che passa. -sbuffai.
Lui mi guardò dallo specchietto retrovisore: -E perché?
-Vorrei darmi una ripulita visto che qualcuno non fa altro che pensare male! -lanciai un'occhiataccia agli altri semidei.
Crystal incrociò le braccia, con un'aria da so tutto io: -Potevi sistemarti mentre Leo si occupava del motore!
Ringhiai come un animale messo all'angolo: -Non mi stai aiutando!
-In effetti vorrei darmi una ripulita anche io. -commentò Leo, sporco di nero sul viso e di olio per motori sui capelli. Lo ringraziai con lo sguardo.
-PERCY, ATTENTO! -urlò Annabeth indicando fuori dal parabrezza. Il figlio di Poseidone frenò di colpo ancora prima di capire che cosa stesse succedendo.
Ci sbilanciammo tutti in avanti.
Quando rialzai la testa notai che Hazel era sparita dal sedile dietro Percy e Annabeth... E mi resi conto che sul parabrezza c'era una persona di troppo.
-Hazel! La cintura! -esclamò Frank.
-SEI UN IDIOTA! -strillò Annabeth rivolta a Percy, che sembrava non sentirla per lo shock. -ORA FINIREMO NEI GUAI CON LA POLIZIA! TI RENDI CONTO CHE NICO E WILL POTREBBERO FINIRE MALE A CAUSA DI QUESTO RITARDO?
-È PASSATO COL ROSSO! -ribatté Percy voltandosi verso la ragazza.
E lì cominciammo a capire.
-Ehm, ragazzi? -mugugnò Hazel dal parabrezza.
-COSA?! -urlarono Percy ed Annabeth in coro.
-Perché la testa sta rotolando via?
E lì non capimmo più niente.
-Questa cosa non ha senso! -esclamai.
-Qui nulla ha senso. L'unica cosa che ha senso è che nulla ha senso. -disse Crystal in tono melodrammatico.
-Che? -chiese Jason confuso.
Lei lo guardò inorridita: -Non hai mai visto Thor Ragnarok?
Il figlio di Giove scosse la testa, stizzito: -Forse ero troppo impegnato a salvare il mondo?
-Beh, sai, potresti imparare qualcosa dai film dei tuoi colleghi. -ribatté la figlia di Ade incrociando le braccia.
-Ragazzi, vi sembra il caso? -intervenne Piper.
-Sì, mi sembra il caso! -sbottò Crystal. -Voi che avete a che fare con la mitologia non conoscete gli dei norreni?
Annabeth si girò per dire qualcosa, poi sembrò capire che era una battaglia persa, come Reyna, che aveva deciso di non commentare.
-Dovreste farvi una cultura! -continuò la figlia di Ade.
-D'accordo. Quando torneremo, se torneremo, forse ci faremo una cultura. -disse Leo.
-Esatto. -Intervenne Frank. -Ora vorrei tirare giù la mia ragazza dal parabrezza, se permettete.
In effetti, Hazel era ancora spiaccicata al parabrezza.
Percy scese dal furgoncino, seguito da Annabeth e Reyna, che borbottava in latino. Le uniche cose che capii: "Maledetti idioti. Perché dei? Perché ho deciso di seguirli?".
-Ma perché si sta rialzando? -chiese Hazel, che dalla sua postazione poteva fornirci una telecronaca dettagliata delle condizioni della nostra vittima.
A quel punto, Frank tirò giù Hazel dal vetro e la ragazza si rimise composta sul sedile, allacciandosi la cintura.
-TUTTI IN MACCHINA! -esclamò Annabeth.
-VIA! -urlò Reyna nello stesso istante. Poi lei, Percy e Annabeth risalirono sul furgoncino e il figlio di Poseidone riaccese il motore.
-Potete dirci cosa sta succedendo? -chiesi.
-Un blemma! -rispose Reyna.
-Un ble... che? -feci abbastanza confusa.
-Un blemma. -ripeté Annabeth. -Mostri con la testa sul torace, la pelle troppo dura per essere uccisi.
Quando Percy schiacciò l'acceleratore, fummo sbalzati indietro di colpo.
-Testa d'Alghe, non siamo sulle montagne russe! -fece Annabeth rivolta al suo ragazzo.
-Ah scusa se sto cercando di non farci schiantare contro uno di quei... ehm... cosi. -ribatté il figlio di Poseidone e poi sterzò.
Inutile dire che dovetti staccare Leo dal finestrino su cui rimase il segno di quel maledetto rossetto.
-No, Hazel. Lo sai che se vomiti, io vomito per empatia. -disse Reyna alla figlia di Plutone, che effettivamente era un po' verde in faccia.
-Guardi Teen Wolf?! -chiesi battendo le mani, contenta.
-Scusa? -mi chiese la figlia di Bellona girandosi verso di me.
-Hai appena citato...
-NON TI AZZARDARE! -urlò Jason dal sedile dietro al mio.
Mi girai verso di lui e notai che si teneva ai sedili con le unghie.
-Solo perché tu non vuoi farti una vita sociale, Jason, non vuol dire che io non debba averla! -esclamai anche se non aveva tanto senso, visto che della mia vita sociale non avevo neanche visto l'ombra in quindici anni di vita. Sicuramente per Jason non era stato così essendo un semidio figlio di Giove che aveva fatto parte di molte imprese.
Percy sterzò di nuovo.
Facendo uno strano slalom tra i blemmi, che per qualche strano motivo cercavano di convincerci a rallentare elencando i pericoli che correvamo andando così veloci, uscimmo da Indianapolis e ci fermammo nella periferia della città, quando fummo sicuri che nessun blemma fosse nei dintorni.
Nessuno parlava: eravamo troppo sconvolti dalla corsa.
E poi arrivò Percy, che, con una delle sue molteplici perle di saggezza, ci illuminò: -Cavolo, Hazel! C'è la tua bava sul parabrezza!
Hazel arrossì. Per fortuna non aveva vomitato, altrimenti sì che ci sarebbero stati problemi.
-Beh, guarda il lato positivo. -Disse Annabeth. -Almeno non sei l'unico che sbava, Testa d'Alghe.
Scoppiammo a ridere, mentre Hazel, se possibile, arrossiva ancora di più.
Ma le stranezze non finivano lì.
Quando guardai fuori dal finestrino, mi accorsi che sul marciapiede c'era una ragazza molto bella, con gli occhi a mandorla ed i capelli castano chiaro che ci osservava sorpresa.
-Leo? -esclamò.
Il figlio di Efesto abbassò il finestrino con la manopola cigolante (il che fu abbastanza imbarazzante): -Calipso?
Percy si arrampicò sullo schienale del sedile per riuscire a guardare la ragazza: -Calipso?
-Percy? -disse quella che ormai avevo capito essere Calipso.
-Oh, fantastico! -borbottò Piper sul sedile dietro al mio. -Ora mi rovinerà la ship!
-Pip... -sibilò Jason come per rimproverarla.
-Che c'è? È vero! -rispose la figlia di Afrodite.
Non sentii ciò che disse il ragazzo, perché osservavo Leo: guardava fuori dal finestrino con una strana espressione, ma non riuscivo a capire il suo stato d'animo.
-Leo, tutto bene? -chiesi sottovoce. Lui aprì la bocca, ma non riuscì a dire nulla. Mi preoccupai di più. Non avrei mai immaginato di vederlo in quello stato.
Furono Percy e Annabeth a scendere dal furgoncino per primi e noi li seguiamo, esitanti. Cosa dovevo aspettarmi da quell'incontro?

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