14.

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È ovunque.

Non è possibile.

Sono appena arrivata in palestra, e l'unica persona che vedo è Corbyn, questo dev'essere uno scherzo di cattivo gusto, è stato gentile ad aiutarmi con il libro, ma questo non significa che mi stia simpatico.

《Guarda chi si rivede.》afferma.

《Cosa ci fai qui?》chiedo.

《Sono in punizione e mi hanno detto di pulire la palestra senò avrebbero chiamato i miei. Tu che ci fai qui?》

《Sono in punizione.》

《Bene, sai dov'è lo stanzino? Dobbiamo prendere le cose per pulire.》affermò.

Mi guardai intorno e vidi una porta all'angolo della palestra, vicino alle porte degli spogliatoi. 

Mi incamminai  ed entrai. Presi le cose per pulire e tornai da Corbyn, che era seduto al posto dell'insegnante con le gambe sulla cattedra e le braccia dietro la testa.

《Alza il culo e inizia a pulire a terra.》dissi lanciandogli una scopa.

La prese al volo e si alzò, iniziando poi a pulire, iniziai anche io, e dopo aver finito la mia parte di lavoro mi giro per vedere se Corbyn stia ancora pulendo, ma non c'è.

Prendo le mie cose dalla cattedra, quando una palla mi colpì il braccio e me le fece cadere a terra, facendomi imprecare. 

Quando vidi Corbyn con un ghigno alquando divertito sul volto, ripresi la palla e gliela rilanciai con tutta la forza che possedevo, ma lui la schivò facendolo ridere ancora di più.

《Cosa ne dici?》disse riprendendo la palla da terra.

《Cosa?》

《Che ne dici di fare una partita?》disse indicando il canestro con un cenno della testa.

《Non posso, devo tornare a casa.》

Per quanto desiderassi giocare a basket, provandogli di essere più brava di lui in un campo vero, dovevo prendere il telefono in classe e chiamare Daniel.

《Cos'è? Hai paura?》

Non ce la faccio, la mia voglia di vederlo sconfitto è tantissima, quindi con un gesto veloce, gli prendo la palla dalle mani dirigendomi in campo.

******

La partita è andata più che bene, è stato molto divertente, Corbyn mi ha fatto ridere un sacco e siamo rimasti in pareggio perchè la partita andava avanti in questo modo: io facevo un punto e lui lo recuperava, e viceversa.

Sono nell'aula di filosofia per riprendermi il telefono, il professore non c'è, quindi vado verso la cattedra, apro il primo cassetto, e lo trovo sotto alcuni fogli.

Lo accendo e vedo subito se ci sono delle chiamate o dei messaggi. Quattro messaggi e una chiamata.

I messaggi sono di mia madre, e li apro velocemente senza neanche leggerli, mi avrà scritto per la punizione e perchè ho fatto tardi a casa.

Vedo la chiamata, ed è quella di Daniel di quando mi aveva chiamato in classe.

Esco velecomente dalla scuola e lo richiamo, e fortunatamente risponde al secondo squillo.

Promise || C.B. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora