Lezioni di Magnus Bane - parte 1

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Alec POV

Il risveglio non fu di certo dei migliori! Il suono di una tromba esplose a distanza ravvicinata dal mio orecchio, quello non morbidamente appoggiato al cuscino. La notte scorsa mi ero addormentato con tra le braccia Magnus, con la sua testa incastrata nell’incavo del collo. Ero piombato nel sonno all'istante, sia per la stanchezza sia coccolato dal dolce battito del suo cuore contro il mio petto e il regolare respiro che sentivo sul collo.

Mi sedetti all'istante, spaventato ma prontissimo ad agire, così come ci era stato insegnato all'Accademia. Sempre pronti, sempre vigili. Il “mio” corpo, agile ed addestrato, agì quasi più velocemente del mio pensiero. In un batter d’occhio ero in piedi in posizione di difesa. Il mio aggressore, non aspettandosi la mia reazione, fu colto di sorpresa lanciando  un grido di spavento seguito dal suono di metallo che cozza contro il pavimento. Gli deve essere sfuggita dalle mani la fonte del suono che mi aveva strappato dal mondo dei sogni.
Per fortuna, dallo spavento, aveva fatto un salto indietro finendo fuori dal mio raggio d'azione perché se no a quest’ora si trovava con un occhio nero. Di certo si sarebbe intonato molto con il suo look. Tolto gli occhi sgranati e un leggero tremore alle mani il suo outfit era tutt’altro che normale. Nel complesso sembrava un militare appena uscito da una caserma ma alcuni piccoli dettagli irrilevanti come un fascia rossa luccicante che gli teneva indietro i capelli impedendogli di ricadere spettinati sulla fronte, due strisce nere, molto probabilmente fatte con… in realtà non lo so, non ne ho idea, gli rigavano le guance pallide e una maglia nera con su scritto a caratteri cubitali “non posso piacere a tutti… non tutti hanno buon gusto!”, e non potevano mancare un paio di pantofole rosa pelose con le orecchie!

Molto effetto Marine in servizio non trovate?!

“Magnus per Raziel perché sei vestito così?”

Al suono delle mia voce si riscosse, il leggero sguardo perso per lo spavento svanì e con una scollata di spalle e schiantandosi la voce si riprese assumendo l’atteggiamento di un capo istruttore.

“Per te non sono Magnus, per te sono il sergente Bane! Ha capito soldato? Non siamo qui a pettinare le bambole o fare la manicure agli elefanti! Il mio compito soldato è quello di trasformati nel sommo stregone di Brooklyn. Lavoreremo senza sosta fino a che non raggiungerai la perfezione. Tutto chiaro soldato?” gridava ogni singola parola facendo pause studiate come fosse stato un vero sergente istruttore. Era seriamente entrato nel personaggio, mi sarei aspettato di essere chiamato mezza sega o mammoletta o ammasso di sterco ambulante… sapete tutte quelle belle parole di incoraggiamento no?! Per fortuna il suo personaggio non aveva queste caratteristiche. Anche se, a detta sua in realtà, non dovevamo sprecare tempo e fiato, meno parole e più azione!

“C’era bisogno di conciarsi così per insegnarmi ad essere te?”

“Ho detto tutto chiaro soldato?”

“Signorsì signore”

“Ottimo, riempiamo la pancia prima di cominciare. Si lavora meglio a stomaco pieno”

Lo seguii in cucina, la dove mi attendeva un caffè fumante e uova strapazzate. L’addetto alla cucina era Jace conciato con tanto di cappello da Chef e grembiule. Magnus mi lasciò da solo con lui e io ne approfittai per chiedere spiegazioni.

“Tu sai per quale ragione si comporta così?” inforcchettai un pezzo di uovo e lo portai alla bocca.

“Credo sia per colpa mia. Gli avevo detto che per insegnare doveva non pensare a te come al suo ragazzo ma come al suo studente, senza preferenze o sconti se no non saremmo andati da nessuna parte. Intendevo solo di non farsi distrarre da ciò che prova per te ma essere esigente, anche severo se serve. Questa è stata la sua trovata. Ha un tantino estremizzare le mie parole…”

Uno scambio inaspettato // MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora