Un angelo senza ali

978 66 6
                                    

Magnus POV

Come è andata la lezione di trucco e parrucco?! Un completo disastro!
Arrivati in bagno eravamo ancora tutti carichi, mano nella mano. Il biondo si era difilato alcune ore prima diretto all'istituto. Non avevo più sostegno, dovevo fare tutto da solo come al solito! Devo ammettere che averlo avuto affianco era stato utile, soprattutto quando si era trattato di vestiti. Se non fosse stato il mio acerrimo nemico non sarebbe stato male averlo come amico e consigliere di abiti. Il nostro stile era differente ma anche lui sapeva il fatto suo. Due o tre cosette decenti le aveva dette.

“Alec con cosa metteresti questo?”

“Non so, con i pantaloni rossi?” aveva palesemente risposto a caso.

Gli risposi ancora con un briciolo di autocontrollo nonostante la profonda rassegnazione di avere una causa persa davanti agli occhi. Era un bravo ragazzo, forse il migliore che io abbia mai conosciuto, il più gentile, il più altruista ma di certo la moda e il buon gusto, a parte aver scelto me ovviamente, non facevano parte del suo bagaglio di fascinosità.

“Mai indossare il viola e il rosso insieme a meno che tu non voglia far morire d’infarto chi ti incontra”

“Primo non indosserei mai il viola e secondo... nemmeno il rosso quindi... problema risolto no? Siamo fuori pericolo. L'umanità è salva!” trasudava sarcasmo e fastidio da tutti i pori.

“Già ma sta di fatto che stiamo parlando di me ed io, al contrario di te, lo indosserei eccome!”

“Lo so, ma per quanto io mi sforzi non mi sento a mio agio ad essere te. Non conciato così”

“Cosa vorresti dire?”
Alec attento a ciò che dici.
È un consiglio.
“Tu sei così sicuro, abituato. Io ho passato l’intera vita a nascondermi, letteralmente. Quando sono un cacciatore sono invisibile, indosso abiti neri e passo il più possibile inosservato. Tu sei l’esatto opposto. È non sono a mio agio ad essere al centro dell'attenzione.”

“Va bene. Troviamo qualcosa che si adatti anche un po’ a te. Sei libero di scegliere, apri l’armadio e guarda cosa ti potrebbe piacere.”

Si illuminò consolato dal fatto che si poteva anche non vestire di fucsia o di Magenta, di lillà o di canarino. Si immerse nell’armadio scartabellando ogni abito facendo facce strane. Mi chiese di voltarmi non per vergogna ma per farmi una sorpresa. Sentii frusciare di stoffa e ad un certo punto un disperato richiamo
“Jace, sono rimasto incastrato, mi daresti una mano?” ero seriamente curioso di sapere cosa potesse aver scelto. Il biondo lo raggiunse sorridendo divertito. La curiosità mi faceva formicolare il corpo, avevo una voglia matta di vedere cosa stavano facendo quei due.

“Okay, forse ci siamo. Girati” mi guardo con quel suo sorriso sghembo che sul mio viso perdeva un po’ del suo fascino. Aveva optato per un paio di pantaloni neri con bretelle, camicia nera a coste e un gilè  bordeaux. Nel complesso era abbastanza semplice, molto più nelle sue corde che nelle mie ma non era male. Poteva andare tolto il fatto di come lo aveva indossato. La camicia l’aveva chiusa fino al collo, le bretelle indossate, fortunatamente aveva avuto il buon gusto di indossare sotto il gilè. Mi avvicinai a lui con passo lento, studiandolo dalla testa ai piedi. Sotto il mio sguardo arrossì e gli occhi marroni ebbero un fremito, per un secondo tornarono ad essere felini. Mi battevo l’indice sulle labbra guardandolo critico. Camminai fino a fermarmi a pochi centimetri dal suo petto.
Un ronzare sommesso e fastidioso mi fece bloccare sul posto. Qualsiasi chiamata o messaggio erano una possibile rovina per tutti. Trace rispose al telefono uscendo dalla stanza. Non ci volle molto prima che rientrasse dicendo che doveva levare le tende per tornare all'istituto. Per i pochi minuti in cui era uscito dalla stanza il tempo si era come congelato, nessun movimento, nessun suono, solo i nostri sommessi respiri.
Quando ci informò che se ne sarebbe andato e che ci saremmo rivisti l'indomani per prepararmi, lasciandomi un’occhiata rapida, augurò ad entrambi un buon divertimento e senza attendere oltre uscì veloce da quella che per un po’ era diventata casa di tutti e tre, lo so, Trace è il terzo incomodo ma era utile averlo nelle vicinanze. Ripresi ciò che stavo facendo riscuotendomi da quell’immobilità solo quando sentii la porta d'ingresso chiudersi con un tonfo ovattato.

Uno scambio inaspettato // MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora