Peggio di quanto pensassi

1K 73 17
                                    

Alec POV

Lo fissai ancora per pochi istanti, giusto il tempo per riprendermi dallo shock. Mi alzai facendo stridere la sedia sul parquet. Mi diressi a passo di carica verso Magnus fermandomi a pochi centimetri dal suo volto.

“Magnus?!” fu l’unica parola che mi uscì di bocca, ma era intrisa di mille significati. Stava per:

-Come cavolo ti sei conciato?!
-Hai osato tingermi i capelli?!
-Non credi di aver esagerato un pochino?!
-Ma sei serio?!
-Questo è troppo!

“Monsieur Beìn, s’il vous plaît” osò correggetemi ignorando bellamente i significati prima citati.

“Giuro su Raziel che se pronunci ancora una parola in francese ti strappo quei baffi finti!” ero adirato come non mai, o meglio stressato come non mai e il comportamento di monsieur Beìn non aiutava affatto.

“Non oseresti, mon chéri” alzai un braccio e afferrai la coda di scoiattolo che lui chiamava baffi e senza troppi complimenti gliela strappai da sotto il naso.

“Sicuro, mon amour?” lo scimmiottai fissando i suoi occhioni diventare lucidi per lo strappo del baffo.
Quello sguardo mi stava uccidendo. Dovevo darmi una calmata. Presi fiato e mettendogli le mani sulle spalle gli dissi con calma

“Magnus…’ ricevetti un’occhiataccia di rimprovero così anche se irritato mi corressi ‘ monsieur Beìn, conciato così mi distrai e ho bisogno di essere attento per tutto il tempo se no…”

“Alec ma è perfetto!” Jace mi interruppe così dal nulla. Dopo aver pensato che il mio Parabatai si fosse ammattito completamente mi voltai a fissarlo aspettando spiegazioni. Anche monsieur Beìn si sporse da dietro la mia spalla fissando il biondo con un sopracciglio alzato.

“Lui ti distrae!” lo disse come se spiegasse tutte le domande che assillavano l’uomo da millenni.
Perché esistiamo?
Perché lui ti distrae!
Jace capendo che non avevamo capito sospirò esasperato dalla nostra ottusità e si cimentò a spiegare a queste povere menti inferiori la sua grande pensata.

“Il tuo compito è quello di interpretare un perfetto Magnus Bane. Tu sei il Sommo Stregone di Brooklyn e di conseguenza tutto ti può distrarre ma tu resterai sempre e comunque lui. Non ti puoi permettere distrazioni. Devi gestire le distrazioni rimanendo concentrato. Magnus, monsieur Beìn, ha questo scopo oltre che insegnarti ad essere lui. Distrarti per allenarti a non distrarti.” Come discorso è abbastanza senza senso ma essendo io cintura nera in interpretazione del linguaggio del mio Parabatai capii cosa intendesse ed in effetti non aveva torto. Se mi allenavo in un ambiente protetto dove ogni elemento era a mio favore non avrei imparato davvero ad essere il Sommo Stregone di Brooklyn. Era come imparare una mossa in allenamento. Sai che se fai quella mossa il tuo avversario risponderà così, gli è stato insegnato a fare così ma l'imprevisto, il fuori dall'ordinario, è come lo gestisci che ti fa capire se sei pronto. Se sei davvero pronto.
Mi voltai verso il ragazzo che ancora stringevo per le spalle. Il suo sguardo era perso e interrogativo, ancora rivolto verso il mio compagno d'armi ma appena si accorse che lo fissavo tornò a concentrarsi su di me. L’espressione lasciava intendere: visto che avevo ragione, mon petite fleur! Con tanto di sorrisetto so tutto io. Lo avrei baciato solo per togliergli quel sorriso dalle labbra! Sentivo il formicolio tipico di quando lo avevo così vicino. Lo stomaco in subbuglio.

“Fallo” una sfida. Alzò il mento socchiudendo gli occhi, ah quegli occhi! Lampeggiavano colmi di malizia. Quegli occhi ghiaccio, riuscivano a leggere ogni mio pensiero, ogni mio desiderio. Era una magia che non avrei mai potuto imitare, apparteneva solo a lui.

“Devo ammettere che hai un vero talento nel distrarmi e non hai bisogno di vestirti così o di parlare francese. Basta che stia nella mia stessa stanza. Basta che tu sia con me, in realtà mi distrai anche quando non ci sei!” dissi, la voce calda, un po’ roca perché ero senza fiato.

Uno scambio inaspettato // MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora