Tra le braccia di Morfeo

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Alec POV

Uno strano suono mi fece aprire gli occhi. La stanza era particolarmente buia, mi era parso ci fosse più luce quando mi ero addormentato, la temperatura della stanza era scesa e un leggero senso di freddo mi rese più vigile. Mi guardai intorno sbattendo le palpebre aspettando che gli occhi si abituassero a tutta quella oscurità. Pian piano cominciarono ad apparire grottesche ombre e figure maligne.
Il cervello doveva giocarmi un brutto scherzo.
Un particolare odore di cenere mi colpì le narici.
Qualcosa stava bruciando?
Una luce di fuoco illuminò un lato della stanza. Quello sfolgorio improvviso, anche se tenue mi costrinse a richiudere gli occhi.
Del fuoco? E da dove diavolo era saltato fuori?
Un suono di passi però me li fece riaprire all'istante. Ero nel letto nel quale mi ero addormentato ma non nella stessa stanza. Le pareti erano in pietra e svariate fiaccole conficcate nel pavimento si accesero intorno al letto su cui ero ancora sdraiato. Cercai di tirarmi a sedere ma l'azione mi fu impossibile. Non riuscivo a muovermi. I passi si avvicinavano con straziante lentezza. L'aria si riempì del suono del metallo che strideva contro la pietra. Un orrendo senso di morte aleggiava lungo le pareti della stanza, le ombre come vive, mi fissavano e sussurravano possibilità sul mio infausto destino. Come viscide serpi la paura cominciò ad impossessarsi di me strisciandomi nelle vene gelandomi il sangue. Cercai di muovermi per capire chi o cosa provocasse quel suono che mi stava distruggendo i nervi. Niente, ero incatenato al letto con cinghie invisibili. Potevo strattonare e sforzare quanto volevo ma non riuscivo comunque a staccare i polsi e le caviglie dal materasso. Lottavo ancora contro questa forza invisibile ma senza successo. Ero a corto di forze e l’ansia e la paura non aiutavano. I passi si avvicinavano inesorabili sempre accompagnati da quel gridare agghiacciante del metallo. Le ombre danzavano col fuoco in un rituale oscuro a me sconosciuto. La mia mente vagava in cerca di possibili vie di fuga, cercavo di capire contro chi avrei dovuto lottare anche se, visto il mio stato di impotenza, non avrei avuto molte possibilità.

Quale arma avrebbe usato? Che lama stava strisciando sul pavimento?

E che ti importa tanto non puoi contrastarlo comunque! Spero tu ti sia accorto che sei legato come un maiale pronto per il macello!

Vorrei non arrendermi cosi se non ti dispiace! Si da il caso che ci sia in ballo la mia vita e gradirei lottare fino alla fine, grazie.

Non voglio morire!

E credi che io lo voglia?! Sta zitta per favore e fammi ragionare!

Sta vendo qui!

Potrebbe essere una spada visto il suono o un'ascia

È sempre più vicino!

L’unica tecnica che posso usare è quella di prendere tempo e cercare di convincerlo a lasciarmi andare...

Certo idea geniale! Secondo te, uno che si è sbattuto tanto per rapirti, gli bastano quattro chiacchiere e ti lascia andare come se niente fosse? Usa il cervello ti prego!

Almeno convincerlo a liberarmi. Devo cercare di ingaggiare un combattimento corpo a corpo.

Rambo! Questo ti vuole uccidere non battersi!

Hai altre idee? Sono aperto a consigli

"…"

Niente? Allora vedi di fare silenzio!

L’odore di cenere si faceva sempre più intenso come se provenisse dalla “cosa” che si stava avvicinando. Era alle mie spalle, provai a inarcare il collo e a vedere dietro di me ma non avevo abbastanza libertà di movimento e non riuscii a vedere niente. Sbattevo convulsamente le palpebre, gli occhi mi bruciavano e avevo il respiro sempre più corto e affannoso. Il battito accelerato del cuore mi rimbombava nelle orecchie.  I passi cominciarono a girarmi intorno sempre tenendosi al di là del cerchio di fuoco che mi circondava, anche quando mi sarebbe stato possibile, vederlo mi fu impossibile. Intravedevo solo una figura alta, molto probabilmente maschile. Si fermò di fronte a me.

Uno scambio inaspettato // MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora